riforma costituzionale

Ma che riforma è?

Il sin­da­co Tosi, soste­ni­to­re del Sì, spie­ga che sareb­be assur­do ave­re due Con­si­gli comu­na­li con mag­gio­ran­ze diver­se, che è esat­ta­men­te quel che potreb­be acca­de­re con la rifor­ma costituzionale.

Vi pare così difficile da capire? No

Secon­do i soste­ni­to­ri del «sì» fan­no ride­re i soste­ni­to­ri del «no». Che ovvia­men­te pia­ce­reb­be­ro tan­tis­si­mo ai soste­ni­to­ri del «sì» se solo votas­se­ro «sì». Stes­sa cosa var­reb­be alla rove­scia per alcu­ni soste­ni­to­ri del «sì» che sareb­be­ro ogget­to di dileg­gio se votas­se­ro «no».

Il No contro l’asteroide

Non biso­gna mai per­de­re la tene­rez­za, dice­va qual­cu­no. Né la convinzione.
Non so se ci sia­no muc­che in cor­ri­do­io, ele­fan­ti a rischio ecci­ta­zio­ne: so che biso­gna vota­re No. Che è fini­ta l’e­po­ca del nì, del for­se ma for­se, del dipen­de vedremo.

Barca ha torto (di nuovo)

Que­sta rifor­ma non con­tie­ne “pic­co­li miglio­ra­men­ti e pic­co­li difet­ti” “che si bilan­cia­no” e che sem­pli­ce­men­te “andran­no gesti­ti”, come scri­ve Bar­ca, ma pro­se­gue nel len­to sci­vo­la­men­to ver­so la limi­ta­zio­ne degli spa­zi deci­sio­na­li e demo­cra­ti­ci dei cit­ta­di­ni, e per que­sto ser­ve schie­rar­si e bocciarla.