Nel caos liste di queste settimane, figlio naturale di questa legge elettorale definita sciagurata dagli stessi sostenitori del partito che…
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Nel caos liste di queste settimane, figlio naturale di questa legge elettorale definita sciagurata dagli stessi sostenitori del partito che…
La stampa di destra esulta. La Lega è spiazzata. Una sedicente sinistra, uscita dal Partito Democratico per continuare a sostenere…
Dopo la generale indignazione per le decisioni di Trump in materia migratoria (muro e #MuslimBan), sono di fatto passati sotto silenzio i provvedimenti firmati e annunciati dal nostro paese e dall’Unione europea, nonostante abbiano lo stesso identico fine.
«E’ una situazione mai vista prima». Comincia così il racconto di Lissett, dirigente dell’associazione “Refugees Aid Serbia”. La presenza di profughi bloccati in Serbia non è nuova: questa estate, con la chiusura delle frontiere europee, sono state gettate le basi della crisi umanitaria che, in queste ore, colpisce i profughi presenti a Belgrado. L’unica differenza è il cambio di stagione, che costringe al gelo tra le 700 e le 1200 persone, in capannoni abbandonati nei pressi della stazione di Belgrado, gli stessi dove già questa estate trovavano protezione alcuni di loro.
Domani torneremo a Belgrado con l’associazione “Speranza – Hope for Children” e racconteremo la più prevedibile delle situazioni: un’emergenza che dura da mesi e che il freddo ha aggravato ulteriormente, portandola oltre i limiti della civiltà.
Edizione speciale della newsletter di Nessun Paese è un’isola. Inauguriamo l’anno nuovo con un viaggio breve ma intenso nell’accoglienza che funziona, a diretto contatto con operatori e ospiti.
Torniamo a parlare di migrazioni e accoglienza, ripartendo da uno dei più potenti elementi dal punto di vista simbolico, ma anche politico, e cioè i confini, e in particolare la loro gestione, cosa che i governi europei fanno sempre con maggiore attenzione, non limitandosi ai propri.
I paesi europei percorrono con sempre maggiore convinzione la strada di accordi “amministrativi” con paesi di provenienza e di transito dei richiedenti asilo, per bloccarli e respingerli. Il diritto internazionale dice però altro. Tutto nel nono numero della newsletter di Nessun Paese è un’isola.
La nostra campagna arriva nelle libreria, torna sul web attraverso delle infografiche contro i luoghi comuni e ricade sui territori, con una mozione consiliare per la diffusione dello SPRAR.
Anche il papa cede alla più scivolosa delle distinzioni, quella tra rifugiato e migrante (economico), in un momento in cui abbiamo invece bisogno di ampliare la categoria dell’asilo.
Rotta balcanica e politiche dei paesi europei, il valore del lavoro dei migranti irregolari (e perché non regolarizzarli?), le bombe italiane sullo Yemen e molto altro nella newsletter di Nessun Paese è un’isola.
Però hanno paura, bisogna capirli. Serve «comprensione», ha dichiarato il premier Renzi. «Di dentifricio dal tubetto ne è uscito già parecchio», gli ha fatto eco Bersani. E perciò si renderebbe necessario «un tagliando sui meccanismi dell’accoglienza».
Diverse cose che succedono in Italia, tra Milano e Roma e la Basilicata. L’Afghanistan e il vergognoso accordo voluto dai paesi europei. E tante altre cose nella newsletter di Nessun Paese è un’isola.
Sesto appuntamento con la newsletter di “Nessun Paese è un’isola”, il libro/campagna sull’accoglienza che funziona, a brevissimo nelle librerie. Oggi parliamo del contributo dei cittadini stranieri alla nostra economia, dei rimpatri di cittadini Afghani voluti dagli Stati europei, di cose brutte che succedono alla frontiera. Come sempre, bad news e good news. E un contenuto speciale.
Appuntamento con la newsletter della campagna “Nessun Paese è un’isola”. Parliamo degli esiti del referendum ungherese e di tutti i muri (soprattutto politici e diplomatici) che l’Europa sta costruendo. E chiudiamo con una bellissima storia che arriva da Aleppo.
Sgombrato il Baobab a Roma. Segregati due bambini in una scuola di Cagliari. Oggi è il giorno più brutto per l’accoglienza nel nostro Paese.
DEPORTARE TUTTI I MIGRANTI SU UN’ISOLA AFRICANA «Rastrellare e deportare i migranti su un’isola o sulla costa del nord Africa» sarebbe,…
Summit ONU sui rifugiati, vertice UE a Bratislava. E poi l’Italia, con la discussione sulla riforma dell’accoglienza e con la frontiera di Como. Questo e molto altro nella terza newsletter di Nessun Paese è un’isola.
Mentre Sala si limita a parlare di “amministrare” l’accoglienza, i sindaci di New York, Parigi e Londra si collocano al centro dei flussi migratori e aprono le città ai migranti e ai rifugiati.
Pubblichiamo il testo della seconda newsletter di Nessun Paese è un’isola. Informazione su accoglienza, migranti e rifugiati in maniera precisa e non strillata. La prima cosa da fare per cambiare le cose.