QUADERNI

La leg­ge appe­na appro­va­ta dal­la Came­ra sul dopo di noi non è una leg­ge sba­glia­ta, è sol­tan­to una leg­ge pro­fon­da­men­te svuo­ta­ta da ogni signi­fi­ca­to ed effet­to, così come per­si­no dal­la sua stes­sa effi­ca­cia nor­ma­ti­va, dato che quan­to è sta­to appro­va­to dai depu­ta­ti e che ora pas­sa al Sena­to si con­fi­gu­ra mise­re­vol­men­te come l’en­ne­si­mo rat­top­po, l’ennesimo fon­do per la disa­bi­li­tà che pun­ta più che altro a isti­tui­re un tru­st che è per l’appunto miser­ri­ma, pochis­si­ma cosa, ed è mol­to lon­ta­no dal garan­ti­re un “dopo di noi” come l’aspettativa digni­to­sa e la dispe­ra­zio­ne pura di tan­ti richiedevano. 
Il cen­tro­si­ni­stra mila­ne­se era già fini­to nel mar­zo 2015, ormai qua­si un anno fa, quan­do Giu­lia­no Pisa­pia annun­ciò di non voler­si rican­di­da­re sin­da­co. Oggi, con l’elezione del can­di­da­to Giu­sep­pe Sala, ex­ Ad Expo, il Par­ti­to Nazio­ne irrom­pe a liqui­da­re defi­ni­ti­va­men­te il model­lo Milano. 
L’autorevole Gotor ades­so spie­ga che «la scis­sio­ne sarà una deci­sio­ne col­let­ti­va, e non una som­ma sgan­ghe­ra­ta di nar­ci­si­smi alla Civa­ti». Boh, di nuo­vo non com­pren­do il sen­so del­le paro­le, a par­te l’ossessione ritor­nan­te al per­so­na­li­smo. Vuol dire che ci sarà una scis­sio­ne? E quan­do, e per­ché? Va bene sta­re nel par­ti­to del Jobs Act e del­la Buo­na Scuo­la, dell’Italicum con la fidu­cia e pure del­la rifor­ma costi­tu­zio­na­le che, com­bi­nan­do­si con quel­la elet­to­ra­le, «rom­pe l’equilibrio demo­cra­ti­co», ma se si fan­no la tes­se­ra quel­li con cui, in un modo o nell’altro, dall’inizio di que­sta legi­sla­tu­ra sono allea­ti, allo­ra fan­no sal­ta­re tutto? 
Nono­stan­te ci si appre­sti a vota­re una leg­ge sicu­ra­men­te non all’avanguardia, dopo la «liber­tà di coscien­za» con­ces­sa da Ren­zi ai par­la­men­ta­ri del Par­ti­to Demo­cra­ti­co, oggi arri­va la «liber­tà di coscien­za» con­ces­sa da Gril­lo ai par­la­men­ta­ri del Movi­men­to 5 Stel­le, in occa­sio­ne del­le pros­si­me vota­zio­ni, alla Came­ra e al Sena­to, del dise­gno di leg­ge Cirinnà. 
Nel­le scor­se ore abbia­mo let­to que­sto gusto­so comu­ni­ca­to stam­pa a fir­ma di tre euro­par­la­men­ta­ri del PD, che si sca­glia­no sul­la taglia mini­ma per la pesca­bi­li­tà del­le von­go­le, fis­sa­ta a 2,5 cen­ti­me­tri. Non è chia­ro chi abbia il ceri­no in mano, per accen­de­re il fuo­co, get­ta­re le von­go­le, con­dir­le e ter­mi­na­re con la sfu­ma­ta di vino bianco. 
Stia­mo par­lan­do del­la secon­da cit­tà ita­lia­na per abi­tan­ti, la capi­ta­le eco­no­mi­ca del­la nazio­ne, il cen­tro idea­le del­la par­te pro­dut­ti­va­men­te più signi­fi­ca­ti­va del Pae­se: si può dav­ve­ro soste­ne­re che quel acca­de fra San Siro e For­la­ni­ni sia solo una que­stio­ne loca­le, qua­si si trat­tas­se di una qual­sia­si altra real­tà di provincia? 
Pochi mesi fa fece mol­to discu­te­re la deci­sio­ne dell’Organizzazione Mon­dia­le del­la Sani­tà di inse­ri­re il gli­fo­sa­to, uno degli erbi­ci­di più uti­liz­za­to al mon­do, nel­la lista del­le sostan­ze poten­zial­men­te cancerogene. 
Con­si­de­ran­do anche quan­to emer­so con lo scan­da­lo die­sel­ga­te-Volk­swa­gen, è ver­go­gno­so che una mag­gio­ran­za di euro­de­pu­ta­ti abbia fat­to que­sto gros­so rega­lo alle lob­by del­l’in­du­stria auto­mo­bi­li­sti­ca, a sca­pi­to del­la salu­te dei cit­ta­di­ni e dell’ambiente. 
Cor­rie­re del­la Sera / La nuvo­la del lavo­ro, il blog del Cor­rie­re del­la Sera dedi­ca­to ai gio­va­ni e ai temi dell’occupazione, rac­con­ta il taglio costrut­ti­vi­sta e post-razio­na­li­sta nel­la valu­ta­zio­ne dei pro­get­ti d’impresa dell’incubatore d’impresa “Impre­sa Possibile”. 
Qual­cu­no ha deci­so final­men­te di toglie­re il velo dal­le appa­ren­ze per pun­ta­re al cuo­re del pro­ble­ma, guar­dan­do drit­to negli occhi la real­tà dei fat­ti: il par­ti­to del­la Nazio­ne, in Sici­lia, esi­ste già da tempo. 
Dal­le 09:00 di gio­ve­di 4 feb­bra­io e fino alle 09:00 di venr­di 5 feb­bra­io è aper­ta la secon­da ses­sio­ne, sem­pre sul­la piat­ta­for­ma onli­ne, per appro­va­re le varia­zio­ni inse­ri­te nel­lo Sta­tu­to dopo le rac­co­man­da­zio­ni del­la Com­mis­sio­ne di garan­zia degli sta­tu­ti e per la tra­spa­ren­za e il con­trol­lo dei ren­di­con­ti dei par­ti­ti politici. 
Quel­lo di “affit­to­po­li” è dav­ve­ro solo l’ultimo degli scan­da­li che han­no ridot­to Roma in uno sta­to di mal­ver­sa­zio­ne e mala-ammi­ni­stra­zio­ne dal qua­le solo un con­ta­gio civi­co sen­za padro­ni, padri­ni, par­ti­ti vec­chi e nuo­ve pre­ben­de può risollevarla. 
Dal­le ore 9.00 di mer­co­le­di 3 feb­bra­io la pri­ma ses­sio­ne di voto sul­la piat­ta­for­ma onli­ne di Pos­si­bi­le per appro­va­re le varia­zio­ni inse­ri­te nel­lo Sta­tu­to, dopo le rac­co­man­da­zio­ni del­la Com­mis­sio­ne di garan­zia degli sta­tu­ti e per la tra­spa­ren­za e il con­trol­lo dei ren­di­con­ti dei par­ti­ti politici. 
Que­sta mat­ti­na, in Aula, Bea­tri­ce Bri­gno­ne, par­la­men­ta­re di Pos­si­bi­le, ha pre­sen­ta­to una mozio­ne a sua pri­ma fir­ma riguar­dan­te la can­di­da­tu­ra di Roma ad ospi­ta­re i Gio­chi olim­pi­ci del 2024.