QUADERNI

Pos­si­bi­le si tra­sfor­ma imme­dia­ta­men­te in un comi­ta­to per il no alla rifor­ma costi­tu­zio­na­le. Un no che par­li del “noi”: per dare più rap­pre­sen­tan­za, una demo­cra­zia che fun­zio­ni meglio, per resti­tui­re una ‘misu­ra’ al pote­re, per raf­for­za­re gli stru­men­ti di par­te­ci­pa­zio­ne, di garan­zia e di controllo. 
Era il 6 mag­gio dell’anno scor­so quan­do Pip­po Civa­ti, salu­tan­do, lasciò il Pd. Non fu una scis­sio­ne di cor­ren­te orga­niz­za­ta, sem­pli­ce­men­te per­ché non lo era, ma l’inizio di un per­cor­so in cui mol­ti si sono ritro­va­ti a con­di­vi­de­re un impe­gno che, da lì a poco, sareb­be diven­ta­to Pos­si­bi­le, il nuo­vo sog­get­to poli­ti­co che abbia­mo ini­zia­to e stia­mo con­ti­nuan­do a costruire. 
È di nuo­vo il momen­to di inven­tar­si le for­me e le pra­ti­che per inne­sca­re un pro­ces­so rico­sti­tuen­te, con la pre­te­sa di tra­sfor­ma­re cit­tà, vite, isti­tu­zio­ni a par­ti­re da un atteg­gia­men­to prag­ma­ti­co di inven­zio­ne socia­le, eco­no­mi­ca e istituzionale. 
Da qual­che set­ti­ma­na è par­ti­ta una nuo­va rac­col­ta di fir­me per una leg­ge di ini­zia­ti­va popo­la­re sul­la lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis. Pos­si­bi­le par­te­ci­pa con i suoi ban­chet­ti e si pre­pa­ra alla mobilitazione. 
Fra gli emen­da­men­ti pre­sen­ta­ti dal Gover­no al decre­to scuo­la all’e­sa­me del­la com­mis­sio­ne Cul­tu­ra è arri­va­to anche quel­lo sul­l’e­sten­sio­ne del bonus di 500 euro ai 18enni extra­co­mu­ni­ta­ri. Un emen­da­men­to che arri­va, final­men­te, dopo la pre­sen­ta­zio­ne del­la nostra pro­po­sta di leg­ge ad hoc e dopo mesi in cui abbia­mo denun­cia­to que­sta discri­mi­na­zio­ne in aula 
Anche la Fran­cia ha dichia­ra­to che in que­sta fase dei nego­zia­ti e alla luce del­le rive­la­zio­ni fat­te da Green­pea­ce Olan­da non fir­me­rà il trat­ta­to tran­sa­tlan­ti­co di libe­ro scam­bio. Ser­ve una posi­zio­ne chia­ra sul trat­ta­to anche nel nostro Pae­se e da par­te del nostro Governo. 
La cam­pa­gna di Pos­si­bi­le per la pari­tà di gene­re con­ti­nua con una pro­po­sta di leg­ge che riguar­da i sala­ri negli appal­ti pub­bli­ci. L’I­ta­lia ormai da trop­po tem­po scon­ta un diva­rio enor­me con gli altri Pae­si euro­pei sul fron­te del­la pari­tà sala­ria­le e non rispet­ta quan­to san­ci­to dai Trat­ta­ti euro­pei e dal­la stes­sa Costituzione. 
La vicen­da di Geno­va ci dice che la nostra giu­sti­zia pena­le non fun­zio­na per nien­te. E anche che, a mon­te, la nostra socie­tà non fun­zio­na. Per­ché è vero che non si pos­so­no obbli­ga­re i clien­ti e i diret­to­ri dei super­mer­ca­ti ad esse­re ragio­ne­vo­li e uma­ni (e mol­ti in real­tà lo sono), ma deve esse­re lo Sta­to a intervenire. 
Ido­me­ni è una con­trad­di­zio­ne. For­mal­men­te è un cam­po dove sono accam­pa­te cir­ca die­ci­mi­la per­so­ne. L’enorme esi­gen­za di cibo, acqua pota­bi­le, assi­sten­za lega­le, ripa­ro, asi­lo, edu­ca­zio­ne e gio­co vie­ne affron­ta­ta da grup­pi di volon­ta­ri auto­no­mi e indipendenti. 
Pri­ma di par­la­re di auto­ri­ta­ri­smo e con­cen­tra­re tut­to su Ren­zi, con­cen­tria­mo­ci sul meri­to del­la rifor­ma costi­tu­zio­na­le ogget­to del refe­ren­dum con­fer­ma­ti­vo di otto­bre: è una rifor­ma fat­ta con i piedi. 
Le rive­la­zio­ni di oggi da par­te di Green­pea­ce Olan­da sui nego­zia­ti in cor­so per il TTIP sono par­ti­co­lar­men­te gra­vi. Non solo per l’ag­gres­si­vi­tà del­la posi­zio­ne ame­ri­ca­na, che mira ad abbas­sa­re quan­do non a sman­tel­la­re gli stan­dard euro­pei di tute­la ambien­ta­le e del­la salu­te, com­pre­so il prin­ci­pio di pre­cau­zio­ne, ma anche per­ché la Com­mis­sio­ne euro­pea sem­bra par­ti­co­lar­men­te timi­da nel­la loro difesa. 
L’uf­fi­cia­liz­za­zio­ne del­l’i­scri­zio­ne di Pos­si­bi­le al regi­stro pub­bli­co dei par­ti­ti poli­ti­ci era già arri­va­ta qual­che gior­no fa — qui tut­ta la sto­ria — ora ecco final­men­te la pub­bli­ca­zio­ne in Gaz­zet­ta Ufficiale. 
Quel pat­to per la Cala­bria e tut­ta l’en­fa­si media­ti­ca del­la sua fir­ma in real­tà nascon­de il “nul­la di nuo­vo”. Cioè, non solo vivia­mo nel­la regio­ne più arre­tra­ta del Pae­se, non solo assi­stia­mo da sem­pre alle stes­se logi­che poli­ti­co-clien­te­la­ri e ai tra­sfor­mi­smi auto­riz­za­ti, per di più venia­mo trat­ta­ti (ma in que­sto ci fan­no com­pa­gnia Cam­pa­nia e Sici­lia) come idio­ti che non san­no leg­ge­re oltre i tito­lo­ni e gli annunci.