QUADERNI

Il sala­rio mini­mo comu­na­le è una vit­to­ria per tut­ta la cit­tà, un sim­bo­lo for­te di come a Reg­gio Emi­lia il lavo­ro — sicu­ro e di qua­li­tà — deb­ba esse­re una prio­ri­tà, e di come non deb­ba esser­ci spa­zio per chi fa lavo­ra­re in con­di­zio­ni non digni­to­se le persone. 
Tut­ta la nostra soli­da­rie­tà a Sou­zan Fatayer che ha dovu­to sop­por­ta­re nel­le ulti­me ore una serie di rea­zio­ni alla sua can­di­da­tu­ra in Cam­pa­nia con AVS che van­no oltre la poli­ti­ca: dei ver­go­gno­si attac­chi ses­si­sti, che non dovreb­be­ro tro­va­re spa­zio nel dibat­ti­to sano di un pae­se civile. 
Cin­que moti­vi per cui cre­dia­mo che le Nuo­ve Indi­ca­zio­ni Nazio­na­li 2025 sia­no ina­de­gua­te, a par­ti­re dal cam­bio di para­dig­ma alla base del­le Indi­ca­zio­ne del 2012 — Cul­tu­ra, Scuo­la, Per­so­na — ad un mot­to che asso­mi­glia ad un altro già sen­ti­to: Per­so­na, Scuo­la, Famiglia. 
Nel­la gior­na­ta di ieri, il grup­po “Ver­di e Pos­si­bi­le” ha pre­sen­ta­to un OdG urgen­te a fir­ma del nostro con­si­glie­re Ales­san­dro Miglio­li in cui si chie­de­va di pren­de­re le distan­ze dal­le affer­ma­zio­ni del­la Mini­stra. La Sto­ria è una mate­ria deli­ca­ta che va capi­ta e non abu­sa­ta per lan­cia­re la pal­la da una par­te all’al­tra del cam­po poli­ti­co o per ripu­li­re la pro­pria memo­ria sto­ri­ca fon­da­ta sul­la vio­len­za e sull’odio. 
Il futu­ro non è scrit­to, dice­va Post­man. Ed è vero anche oggi: dipen­de da come use­re­mo i mez­zi di comu­ni­ca­zio­ne, se come stru­men­ti di intrat­te­ni­men­to o come occa­sio­ni di pen­sie­ro. La dif­fe­ren­za non è secon­da­ria. Da essa dipen­de la qua­li­tà del­la nostra democrazia. 
In dia­lo­go con l’As­ses­so­ra con dele­ga ai Dirit­ti e alla Pace del Comu­ne di Castel­no­vo Mon­ti, Sil­via Dal­la­por­ta, abbia­mo pen­sa­to che fos­se oppor­tu­no soste­ne­re i nostri cit­ta­di­ni e le nostre cit­ta­di­ne nel loro ope­ra­to per sen­si­bi­liz­za­re sul­la Pale­sti­na, come già fan­no da mag­gio ’25 con i “Saba­ti per Gaza”, e abbia­mo pen­sa­to di far­lo con­ti­nuan­do la let­tu­ra di alcu­ni nomi dei bam­bi­ni ucci­si nel cor­so del Geno­ci­dio in atto pri­ma di alcu­ni momen­ti cul­tu­ra­li e non solo. 
Trump inter­vie­ne all’O­nu con un discor­so lun­ghis­si­mo, mol­to oltre il tem­po con­ces­so agli altri lea­der, pie­no di affer­ma­zio­ni anti scien­ti­fi­che, illo­gi­che, di bufa­le e intri­so del­la peg­gior reto­ri­ca impe­ria­li­sta e suprematista. 
Con­ti­nue­re­mo a scio­pe­ra­re e a riem­pi­re le piaz­ze di tut­ta l’Italia, a denun­cia­re il geno­ci­dio in atto a Gaza, la com­pli­ci­tà di chi lo faci­li­ta e a chie­de­re che ogni rap­por­to — a livel­lo nazio­na­le ed euro­peo — con Israe­le ven­ga interrotto. 
Difen­de­re Anto­nel­la signi­fi­ca difen­de­re la Tosca­na e l’Italia che cre­do­no nel­la digni­tà di tut­tә, nel­la giu­sti­zia socia­le, nell’uguaglianza. È una respon­sa­bi­li­tà col­let­ti­va che riguar­da ogni cit­ta­di­na e cit­ta­di­no, e in pri­mo luo­go le istituzioni. 
“La repres­sio­ne è l’u­ni­co vero cre­do di que­sto gover­no, come dimo­stra­no la vicen­da del DDL Sicu­rez­za, gli ina­spri­men­ti del­le pene per chi pro­te­sta, la gestio­ne musco­la­re del­le piaz­ze, quel­lo che avvie­ne all’in­ter­no del­le car­ce­ri. Una visio­ne a cui ci oppo­nia­mo con tut­ta la nostra for­za, men­tre lot­tia­mo per una cit­tà ospi­ta­le, inclu­si­va, che pen­si alla qua­li­tà del­la vita, l’ambiente e l’erogazione di ser­vi­zi essen­zia­li e non alla spe­cu­la­zio­ne immo­bi­lia­re e al pro­fit­to a tut­ti i costi.” 
Cefe­rin — con­ti­nua Druet­ti — sostie­ne che la Rus­sia sia sta­ta esclu­sa dal­le com­pe­ti­zio­ni inter­na­zio­na­li per una for­te pres­sio­ne poli­ti­ca, men­tre con Israe­le non sta avve­nen­do la stes­sa cosa, c’è solo una pres­sio­ne del­la socie­tà civi­le. È una dichia­ra­zio­ne pavi­da ma è una dichia­ra­zio­ne che descri­ve per­fet­ta­men­te i moti­vi per cui le bom­be su scuo­le e ospe­da­li, la care­stia impo­sta alla popo­la­zio­ne pale­sti­ne­se, l’oc­cu­pa­zio­ne del ter­ri­to­rio pale­sti­ne­se pro­se­guo­no indi­stur­ba­ti da tan­to tempo.”