Noi non aspettiamo, noi partiamo

Ossessionati dalla riduzione delle disuguaglianze, dalla possibilità di individuare soluzioni più ambiziosi e più progressive, convinti che si debba parlare della grande transizione che ci sta travolgendo, mentre la politica parla male, pensa male e fa peggio

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1501230878101{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Con Pos­si­bi­le abbia­mo auspi­ca­to in tut­ti i modi l’unità (e l’autonomia) di un’unica lista a sini­stra e per la Repub­bli­ca, abbia­mo sol­le­ci­ta­to (con suc­ces­so) una col­la­bo­ra­zio­ne par­la­men­ta­re tra il nostro grup­po e il grup­po di Mdp, abbia­mo chie­sto di abbas­sa­re i toni del­la pole­mi­ca per discu­te­re final­men­te di pro­gram­ma, abbia­mo resi­sti­to alle pro­vo­ca­zio­ni di chi inten­de soprat­tut­to divi­de­re, abbia­mo par­te­ci­pa­to a tut­te le mani­fe­sta­zio­ni in cui si discu­te­va dell’argomento sen­za pre­sun­zio­ne e con mol­ta dispo­ni­bi­li­tà all’a­scol­to, abbia­mo pre­sen­ta­to una pri­ma boz­za di mani­fe­sto, redat­to un pic­co­lo libro di con­te­sto al lavo­ro di ela­bo­ra­zio­ne che abbia­mo avvia­to mesi e mesi fa, abbia­mo cer­ca­to in ogni momen­to toni disten­si­vi e col­la­bo­ra­ti­vi.

Il nostro lavo­ro non si fer­ma qui. Di fron­te all’avanti-indietro di que­ste ulti­me set­ti­ma­ne, in atte­sa che si chia­ri­sca­no le posi­zio­ni di altri, che si com­pon­ga­no discus­sio­ni che han­no più il sapo­re con­gres­sua­le di quel­lo elet­to­ra­le, noi con­ti­nuia­mo a pro­get­ta­re e a lavo­ra­re: è già mol­to tardi.

Pri­ma anco­ra che que­sta discus­sio­ne pren­des­se le mos­se, abbia­mo defi­ni­to alcu­ni prin­ci­pi mini­mi per l’indi­vi­dua­zio­ne del­le can­di­da­tu­re: una com­mis­sio­ne di garan­zia nazio­na­le sor­teg­gia­ta tra gli iscrit­ti a Pos­si­bi­le; la respon­sa­bi­li­tà loca­le (di col­le­gio o di cir­co­scri­zio­ne) per coor­di­na­re la scel­ta del­le can­di­da­tu­re (chi fa il respon­sa­bi­le, non si can­di­da); la scel­ta di moda­li­tà par­te­ci­pa­ti­ve (stia­mo stu­dian­do il per­cor­so scel­to dal­la coa­li­zio­ne civi­ca di Pado­va, che ci pare rispon­de­re a mol­te esi­gen­ze di tra­spa­ren­za e di par­te­ci­pa­zio­ne degli elet­to­ri). Una deci­sio­ne vota­ta all’unanimità agli Sta­ti gene­ra­li di Par­ma del gen­na­io 2017.

Stia­mo defi­nen­do il pro­fi­lo pro­gram­ma­ti­co, che è par­ti­to con la Costi­tuen­te del­le idee, ha tro­va­to un altro momen­to di con­fron­to e di appro­fon­di­men­to al Poli­ti­Camp e si con­clu­de­rà a Mila­no il 16 set­tem­bre.

Stia­mo rac­co­glien­do com­pe­ten­ze, dispo­ni­bi­li­tà e risor­se per dare for­za a un pro­get­to lim­pi­do, coe­ren­te e aperto.

Non ci fer­me­re­mo nem­me­no per la pau­sa esti­va, pre­ci­san­do le nostre pro­po­ste, rilan­cian­do la nostra rico­gni­zio­ne, chie­den­do a ogni occa­sio­ne chia­rez­za e respon­sa­bi­li­tà a tut­ti i nostri interlocutori.

Docu­men­te­re­mo que­sto per­cor­so gior­no dopo gior­no, sen­za alcu­na opa­ci­tà, chia­ren­do i pas­sag­gi fon­da­men­ta­li e apren­do alla discus­sio­ne e alla par­te­ci­pa­zio­ne di tut­te le Pos­si­bi­li e di tut­ti i Possibili.

Chi vuo­le par­te­ci­pa­re ha mol­te occa­sio­ni e moda­li­tà per far­lo. Attra­ver­so i nostri comi­ta­ti, attra­ver­so la nostra piat­ta­for­ma, attra­ver­so il con­fron­to diret­to con il comi­ta­to scien­ti­fi­co e con il grup­po par­la­men­ta­re, attra­ver­so la mobi­li­ta­zio­ne che accom­pa­gne­rà le nostre pros­si­me mos­se, a par­ti­re da settembre.

Pos­si­bi­le ha una for­mu­la e un pro­fi­lo poli­ti­co pro­gram­ma­ti­co con il qua­le si con­fron­te­rà con chi vor­rà far­lo, sot­to una luce meri­dia­na, auspi­can­do un rin­no­va­men­to del­le strut­tu­re cul­tu­ra­li e poli­ti­che, capa­ce di met­te­re in discus­sio­ne l’ordine e il qua­dro poli­ti­co costi­tui­to, rin­no­van­do bat­ta­glie di civil­tà che mol­ti sem­bra­no ave­re abban­do­na­to, riba­den­do posi­zio­ni che ritie­ne giu­ste al di là del­la loro popo­la­ri­tà imme­dia­ta.

Per i mol­ti, non per i pochi, come dice quel­lo slo­gan che ora cita­no tut­ti. Sapen­do però che ci si deve orga­niz­za­re, biso­gna far­lo bene e pre­sto, altri­men­ti gli equi­li­bri rimar­ran­no quel­li che cono­scia­mo. Tra diver­si tipi di destra che si rin­cor­ro­no, in uno stra­no giro­ton­do che assu­me i trat­ti di una dan­za inquie­tan­te, scan­di­ta da bana­li­tà, da toni ecces­si­vi e da con­te­nu­ti pove­ris­si­mi e strumentali.

Come già per il refe­ren­dum costi­tu­zio­na­le, noi pre­fe­ria­mo l’indagine nel meri­to, il con­fron­to ser­ra­to del­le opi­nio­ni, la linea­ri­tà del ragio­na­men­to. Osses­sio­na­ti dal­la ridu­zio­ne del­le disu­gua­glian­ze, dal­la pos­si­bi­li­tà di indi­vi­dua­re solu­zio­ni più ambi­zio­si e più pro­gres­si­ve, con­vin­ti che si deb­ba par­la­re del­la gran­de tran­si­zio­ne che ci sta tra­vol­gen­do, men­tre la poli­ti­ca par­la male, pen­sa male e fa peggio.

Chi vuo­le far­lo con noi, è il ben­ve­nu­to. E tut­to quel­lo che fare­mo, che sare­mo riu­sci­ti a fare, sarà patri­mo­nio di tut­ti, a sini­stra, per la Repub­bli­ca, per l’Italia.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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