Ripartire dal mondo trans

Serve una strategia quadro di contrasto alle discriminazioni multiple che le persone transessuali vivono in ogni ambito della loro vita; un piano che sappia coniugare interventi culturali, politici e giuridici.

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1501169378203{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Negli USA Donald Trump annun­cia che non ci saran­no più per­so­ne tran­ses­sua­li nell’esercito ame­ri­ca­no. Dall’altra par­te dell’oceano non si par­la d’altro, le asso­cia­zio­ni del mon­do LGBTQI* si sono pron­ta­men­te mobi­li­ta­te a par­ti­re da San Fran­ci­sco e dal­la sto­ri­ca piaz­za Har­vey Milk.

Come dice bene Giu­sep­pe Civa­ti“Che le peno­se scel­te di Trump ser­va­no a tut­ti gli altri per rico­no­sce­re final­men­te i dirit­ti alle per­so­ne Tran­sgen­der”. Anche in Ita­lia dove da vent’anni si fa fin­ta che le per­so­ne in tran­si­zio­ne non esi­sta­no, come ave­va­mo già det­to in un altro post sem­pre sui nostri Qua­der­ni, e dove in que­sti gior­ni la situa­zio­ne si è aggra­va­ta dopo l’inasprimento del­le leg­gi sul­la sicu­rez­za che in alcu­ne real­tà han­no col­pi­to le per­so­ne tran­ses­sua­li con Daspo, accu­sa­te di ade­sca­men­to.

Le que­stio­ni e le bat­ta­glie del mon­do Trans sono par­te inte­gran­te del Mani­fe­sto che stia­mo ela­bo­ran­do in manie­ra par­te­ci­pa­ta con le asso­cia­zio­ni LGBTQI* e che abbia­mo appro­fon­di­to anche nel tavo­lo di lavo­ro che si è svol­to al Poli­ti­camp di Reg­gio Emi­lia. Sia­mo for­te­men­te con­vin­ti che la liber­tà di auto­de­ter­mi­nar­si sul­la base del­la pro­pria iden­ti­tà non pos­sa esse­re sem­pli­fi­ca­ta all’appartenenza bio­lo­gi­ca ad un gene­re. Per que­sto soster­re­mo la bat­ta­glia per pra­ti­che più snel­le per il cam­bio dei dati ana­gra­fi­ci che met­ta­no un limi­te alla discre­zio­na­li­tà dei giu­di­ci tute­lan­do i dirit­ti invio­la­bi­li del­le per­so­ne in tran­si­zio­ne ed evi­tan­do il ricor­so a pra­ti­che chi­rur­gi­che inva­si­ve a livel­lo fisi­co e psi­co­lo­gi­co. Ser­ve una stra­te­gia qua­dro di con­tra­sto alle discri­mi­na­zio­ni mul­ti­ple che le per­so­ne tran­ses­sua­li vivo­no in ogni ambi­to del­la loro vita; un pia­no che sap­pia coniu­ga­re inter­ven­ti cul­tu­ra­li, poli­ti­ci e giu­ri­di­ci. Non pos­sia­mo pen­sa­re di con­ti­nua­re ad igno­ra­re la pre­sen­za del­le per­so­ne Trans nel nostro Pae­se facen­do fin­ta di non vede­re, per esem­pio, che si regi­stra un tas­so altis­si­mo di abban­do­no sco­la­sti­co dopo la scuo­la dell’obbligo o che i siste­mi infor­ma­ti­ci non sia­no in gra­do di rias­se­gna­re un buo­no posta­le dal­la vec­chia iden­ti­tà alla nuo­va anche di fron­te alla pre­sen­ta­zio­ne di tut­ti i docu­men­ti atte­stan­ti il cam­bio ana­gra­fi­co, o, addi­rit­tu­ra, l’impossibilità di fare sport per­ché mol­to spes­so le strut­tu­re non sono ade­gua­te ad acco­glie­re le per­so­ne transessuali.

Le que­stio­ni del­le per­so­ne T rap­pre­sen­ta­no temi del Pae­se rea­le, anche se una cer­ta poli­ti­ca con­ti­nua a dire che le prio­ri­tà sono altre. Il mer­ca­to del lavo­ro ad esem­pio, quel­lo stes­so a cui le per­so­ne in tran­si­zio­ne non rie­sco­no ad acce­de­re a cau­sa di ste­reo­ti­pi e pre­giu­di­zi. La sani­tà, che dovreb­be esse­re costi­tu­zio­nal­men­te garan­ti­ta a tut­ti i cit­ta­di­ni e che spes­so è inac­ces­si­bi­le per chi è in tran­si­zio­ne anche per­ché ci si tro­va di fron­te ad ope­ra­to­ri sani­ta­ri impreparati.

E’ prio­ri­ta­rio nel nostro Pae­se discu­te­re di nuo­ve nor­me qua­dro per le per­so­ne tran­ses­sua­li a par­ti­re dal DDL 405 depo­si­ta­to e dimen­ti­ca­to in Sena­to e che rap­pre­sen­te­reb­be un pas­so in avan­ti sto­ri­co rispet­to ad una legi­sla­zio­ne fer­ma dal 1982. A que­sto ser­ve inte­gra­re una stra­te­gia sani­ta­ria che esclu­da, per le per­so­ne in tran­si­zio­ne, le cure ormo­na­li dal­la nor­ma­ti­va anti-doping che lascia discre­zio­na­li­tà al far­ma­ci­sta nel­la som­mi­ni­stra­zio­ne anche di fron­te alla pre­sen­ta­zio­ne di pre­scri­zio­ne medica.

Ser­ve ripar­ti­re dal mon­do Trans per rilan­cia­re la bat­ta­glia dei dirit­ti di tut­te e tut­ti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Il quarto Congresso di Possibile, dedicato a Marco Tiberi

Si è aper­to il quar­to Con­gres­so di Pos­si­bi­le, e voglia­mo dedi­car­lo a un ami­co che non c’è più e sul­la cui voce e sul­la cui intel­li­gen­za abbia­mo fat­to così tan­to affi­da­men­to le scor­se vol­te. Mar­co Tibe­ri ci avreb­be mes­so a posto con poche paro­le, andan­do al cuo­re del­le cose, anche quel­le che anco­ra non ave­va­mo pensato.

Discarica di Borgo Montello: le future generazioni meritano un radicale cambio di rotta

Non è più pos­si­bi­le accet­ta­re una mala gestio­ne così gra­ve del­la disca­ri­ca e soprat­tut­to imma­gi­na­re poten­zia­men­ti e modi­fi­che sen­za che sia­no mes­se nero su bian­co anche da un pun­to di vista giu­ri­di­co le respon­sa­bi­li­tà pena­li dei dan­ni ambien­ta­li e alla salu­te che que­sto ter­ri­to­rio sta subendo.