Discarica di Borgo Montello: le future generazioni meritano un radicale cambio di rotta

Non è più possibile accettare una mala gestione così grave della discarica e soprattutto immaginare potenziamenti e modifiche senza che siano messe nero su bianco anche da un punto di vista giuridico le responsabilità penali dei danni ambientali e alla salute che questo territorio sta subendo.

del Comi­ta­to Lati­na Possibile 

La que­stio­ne del­la disca­ri­ca di Bor­go Mon­tel­lo, rap­pre­sen­ta mol­to bene, pur­trop­po, l’arretratezza cul­tu­ra­le su alcu­ni degli aspet­ti fon­da­men­ta­li per la vita di un ter­ri­to­rio: come il rispet­to del­la lega­li­tà e del­le nor­ma­ti­ve in qua­lun­que set­to­re, la salu­te pub­bli­ca e non ulti­me per impor­tan­za le “con­si­de­ra­zio­ni ambien­ta­li” all’interno del­la cri­si socio cli­ma­ti­ca che stia­mo vivendo.

Inu­ti­le ricor­da­re le pale­si vio­la­zio­ni del­la nor­ma­ti­va di set­to­re e le gra­vi con­se­guen­ze che que­sto ter­ri­to­rio sta suben­do da trop­po tempo.

La lun­ga mano del­la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta sul ciclo dei rifiu­ti è una cer­tez­za non solo qui da noi ma anche in altre par­ti del ter­ri­to­rio ita­lia­no: nel­le pro­vin­cie di Nova­ra, Vare­se e Pavia ad esem­pio i rifiu­ti ven­go­no sot­ter­ra­ti nei can­tie­ri del­le gran­di ope­re dove nei lavo­ri di sub-subap­pal­to le dit­te di movi­men­ta­zio­ne ter­ra, gesti­te diret­ta­men­te dal­le orga­niz­za­zio­ni cri­mi­na­li, pos­so­no entra­re e usci­re diret­ta­men­te dai cantieri.

E sape­te come sono sta­te sco­per­te? Gra­zie all’azione dei cit­ta­di­ni che han­no ini­zia­to a vede­re nei loro pae­si un via­vai di camion in ora­ri stra­ni e han­no ini­zia­to e denun­cia­re que­sta situazione.

Situa­zio­ne che ave­va sicu­ra­men­te nota­to Don Cesa­re Boschin e for­se, inso­spet­ti­to, ave­va segna­to le tar­ghe dei camion nel­la sua agen­da miste­rio­sa­men­te scom­par­sa dopo che gli chiu­se­ro bru­tal­men­te la boc­ca. In suo nome dob­bia­mo ulte­rior­men­te lavo­ra­re assie­me per chie­de­re tra­spa­ren­za e informazione! 

Eppu­re, anche a fron­te di que­sta tor­bi­da situa­zio­ne abbia­mo chi anco­ra oggi vuo­le bypas­sa­re o deru­bri­ca­re que­sta situa­zio­ne per anda­re avan­ti come se non fos­se suc­ces­so nulla.

A tal pro­po­si­to sareb­be anche il caso che la COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ALTRI ILLECITI AMBIENTALI E AGROALIMENTARI tor­nas­se ad accen­de­re i fari sul­la disca­ri­ca di Bor­go Montello.

Noi oggi sia­mo qui per imma­gi­na­re un futu­ro diver­so: que­sto ter­ri­to­rio e soprat­tut­to le futu­re gene­ra­zio­ni meri­ta­no un radi­ca­le cam­bio di rot­ta rispet­to a quan­to fat­to finora.

Non è più pos­si­bi­le accet­ta­re una mala gestio­ne così gra­ve del­la disca­ri­ca e soprat­tut­to imma­gi­na­re poten­zia­men­ti e modi­fi­che sen­za che sia­no mes­se nero su bian­co anche da un pun­to di vista giu­ri­di­co le respon­sa­bi­li­tà pena­li dei dan­ni ambien­ta­li e alla salu­te che que­sto ter­ri­to­rio sta subendo.

Qual­sia­si pro­get­to di poten­zia­men­to o di “upgra­ding” non por­te­rà nes­sun bene­fi­cio in ter­mi­ni ambien­ta­li a que­sto ter­ri­to­rio. Van­no sana­te e boni­fi­ca­te le aree del sito dove insi­ste la disca­ri­ca e va imma­gi­na­to un futu­ro per que­sta ter­ra che non sia lega­to al ciclo di smal­ti­men­to dei rifiuti.

Per capi­re la feri­ta infer­ta alla nostra ter­ra, la rela­zio­ne del pro­fes­so­re Rodol­fo Napo­li, con­su­len­te del Pub­bli­co Mini­ste­ro, nel­la sua dram­ma­ti­ci­tà è il pun­to fer­mo da cui partire.

Que­sto sito non è ido­neo ad ospi­ta­re una disca­ri­ca di que­ste dimen­sio­ni, costrui­ta con enor­mi fal­le per quan­to riguar­da il ciclo di lavo­ra­zio­ne e soprat­tut­to non in gra­do di smal­ti­re cor­ret­ta­men­te e trat­ta­re le enor­mi quan­ti­tà di rifiu­ti che di vol­ta in vol­ta si pen­sa­va di poter smaltire.

“La fal­da è inqui­na­ta da tem­po imme­mo­re e non si può pre­ve­de­re cosa suc­ce­de­rà tra diver­si anni quan­do l’inquinamento pre­sen­te­rà il con­to anche in ter­mi­ni di salu­te umana”.

A fron­te di dan­ni ambien­ta­li in alcu­ne zone del sito, non sono mai sta­te fat­te né ope­re di boni­fi­ca né di mes­sa in sicu­rez­za e quin­di diven­ta serio e logi­co fer­mar­si e non pro­se­gui­re ulte­rior­men­te in que­sto scempio.

È da irre­spon­sa­bi­li, visto che non sap­pia­mo nem­me­no bene cosa sia sepol­to qui sot­to, pro­por­re di costrui­re un’altra cen­tra­le nuclea­re a Lati­na. È da inco­scien­ti pen­sa­re di riac­cen­de­re la cen­tra­le nuclea­re di Sabo­ti­no come se fos­se una lam­pa­di­na, igno­ran­do qua­le ope­ra imma­ne sia lo sman­tel­la­men­to di una cen­tra­le nuclea­re, ope­ra che por­ta alla crea­zio­ne di rifiu­ti radioat­ti­vi che non sono solo le sco­rie, bada­te bene, ma anche una par­te dei mate­ria­li di costru­zio­ne del­la cen­tra­le che reste­ran­no radioat­ti­vi per mol­ti anni.

Quan­do par­la­vo di limi­te cul­tu­ra­le mi rife­ri­vo pro­prio al fat­to che oggi nes­su­no poten­zia un siste­ma di trat­ta­men­to e smal­ti­men­to dei rifiu­ti in disca­ri­ca, pro­prio per­ché la tec­no­lo­gia e anche la gestio­ne dei rifiu­ti sta andan­do in dire­zio­ne oppo­sta. In tut­to il mon­do si va in dire­zio­ne oppo­sta – anche nei pae­si del cosid­det­to ter­zo mon­do — favo­ren­do e spin­gen­do al mas­si­mo la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta por­ta a por­ta, una gestio­ne soste­ni­bi­le anche eco­no­mi­ca­men­te dei rifiu­ti umi­di e favo­ren­do, inol­tre, il riu­so dei mate­ria­li e inter­ve­nen­do a mon­te per ridur­re la pro­du­zio­ne dei rifiu­ti soli­di urbani.

Rac­col­ta por­ta a por­ta che l’amministrazione Colet­ta ave­va appli­ca­to con suc­ces­so a diver­se zone del­la cit­tà e che inve­ce quel­la attua­le vuo­le sra­di­ca­re dal cen­tro sto­ri­co sosti­tuen­do­la con i cosid­det­ti “cas­so­net­ti intel­li­gen­ti” che però non rie­sco­no a garan­ti­re la stes­sa qua­li­tà del con­fe­ri­to del­la rac­col­ta por­ta a por­ta con con­se­guen­te aumen­to dei costi ambientali.

C’è chi vuo­le pro­se­gui­re con una gestio­ne ambien­ta­le asso­lu­ta­men­te non soste­ni­bi­le che avrà inol­tre con­se­guen­ze dram­ma­ti­che sul­la salu­te del­le popolazioni.

E sul­la que­stio­ne sani­ta­ria, non si scherza.

Se è vero, come scri­ve il pro­fes­sor Rodol­fo Napo­li, “che il pro­ble­ma del­la disca­ri­ca di Bor­go Mon­tel­lo nasce da lon­ta­no, alme­no dal 1970”, pre­ten­dia­mo che ven­ga effet­tua­ta una seria inda­gi­ne epi­de­mio­lo­gi­ca da par­te del­la Asl per ave­re l’esatta foto­gra­fia del­la salu­te del­la popo­la­zio­ne di que­sto territorio.

Dob­bia­mo chie­de­re e pre­ten­de­re ulte­rio­re tra­spa­ren­za, par­te­ci­pa­zio­ne, coin­vol­gi­men­to e infor­ma­zio­ne su tut­to quel­lo che riguar­da la disca­ri­ca e le con­se­guen­ze sul­la salute.

I respon­sa­bi­li del­la salu­te dei cit­ta­di­ni sape­te chi sono? Sono i sin­da­ci, per cui atti­via­mo­ci con una mozio­ne da por­ta­re in tut­ti i Con­si­gli Comu­na­li per chie­de­re tra­spa­ren­za di infor­ma­zio­ne e coin­vol­gi­men­to del­le popo­la­zio­ni su un tema importantissimo. 

Già nel­la pas­sa­ta con­si­lia­tu­ra il con­si­glio comu­na­le di Lati­na votò all’unanimità con­tro la ria­per­tu­ra anche tem­po­ra­nea del­la disca­ri­ca e ora chie­dia­mo che l’attuale con­si­glio comu­na­le riba­di­sca que­sto indirizzo.

Nes­sun deve vol­ta­re la fac­cia dall’altra par­te, rispet­to ad un così gros­so e pre­oc­cu­pan­te pro­ble­ma di salu­te pubblica.

Dob­bia­mo ave­re la con­sa­pe­vo­lez­za del­la bat­ta­glia che abbia­mo di fron­te e che non è asso­lu­ta­men­te più accet­ta­bi­le rima­ne­re silen­ti e iner­ti rispet­to a que­sta emer­gen­za sani­ta­ria e ambientale.

Ma que­sta con­sa­pe­vo­lez­za la devo­no ave­re tut­ti gli atto­ri di que­sta vicen­da, par­ten­do dai deci­so­ri poli­ti­ci: il Gover­no nazio­na­le, così quel­lo Regio­na­le, Arpa Lazio e Ispra così come i Comu­ni, le asso­cia­zio­ni e anche noi cittadini.

Esi­sto­no nel­le pie­ghe del­la sto­ria di un ter­ri­to­rio dei segna­li che non devo­no esse­re igno­ra­ti, van­no let­ti per­ché que­sti segna­li in un momen­to sto­ri­co ben pre­ci­so, com’è quel­lo che stia­mo viven­do oggi, devo­no por­ta­re un ter­ri­to­rio a par­la­re con una sola e for­te voce per dire BASTA, STOP, chiu­dia­mo que­sta disca­ri­ca e boni­fi­chia­mo tutto.

Chi vive qui deve esse­re infor­ma­to e aggior­na­to rispet­to a quel­lo che suc­ce­de den­tro al sito, visto che le con­se­guen­ze nega­ti­ve esco­no fuo­ri e riguar­da­no tut­ti noi oggi, ma anche doma­ni e negli anni avvenire.

Con la cri­si ambien­ta­le in cor­so, i cit­ta­di­ni devo­no poter par­te­ci­pa­re e esse­re infor­ma­ti obbli­ga­to­ria­men­te su quel­lo che riguar­da la vita del ter­ri­to­rio in cui vivono. 

I cit­ta­di­ni non sono sud­di­ti. Sia­mo cit­ta­di­ni por­ta­to­ri di inte­res­si e di dirit­ti indi­scu­ti­bi­li come quel­lo alla vita e alla vita in un ambien­te salu­bre per noi e per le gene­ra­zio­ni future.

Ci sono situa­zio­ni simi­li alla nostra, in altri pae­si e in altri sta­ti dove la popo­la­zio­ne ha fat­to la differenza! 

Ne par­la Erin Broc­ko­vic nel suo ulti­mo libro Superman’s Not Coming usci­to qual­che tem­po fa. Sì, quel­la Erin Broc­ko­vic resa cele­bre dall’interpretazione di Julia Roberts nell’omonimo film, che non si è fer­ma­ta nel suo lavo­ro per edu­ca­re e respon­sa­bi­liz­za­re le comu­ni­tà nel­le loro lot­te per l’acqua puli­ta e per una vera svol­ta per le poli­ti­che ambientali.

Ci sono tan­te Hin­kley – la cit­tà che ha reso famo­sa Erin – là fuo­ri, spar­se nel mon­do, real­tà che come noi han­no biso­gno di tro­va­re la pro­pria voce uni­vo­ca, for­te e sicura.

Abbia­mo subi­to, come ter­ri­to­rio, come cit­ta­di­ni tan­te ingiu­sti­zie e dob­bia­mo lavo­ra­re insie­me per por­re fine a que­sti abusi.

Vede­te, per affron­ta­re le que­stio­ni ambien­ta­li e muo­ver­si in tem­po per fer­ma­re mador­na­li erro­ri dob­bia­mo imma­gi­na­re il futu­ro… come rac­con­te­ran­no tra 30 o 40 anni que­sta vicen­da del­la discarica?

Mi vie­ne in men­te, e chiu­do, un roman­zo scrit­to da Pip­po Civa­ti e da Mar­co Tibe­ri pur­trop­po recen­tis­si­ma­men­te scomparso.

In FINE rac­con­ta­no del dia­rio di viag­gio di una don­na in fuga, nel 2042 quan­do il pas­sa­to non con­ta e il futu­ro non c’è più. In que­sto dia­rio, la pro­ta­go­ni­sta si doman­da come sia sta­to pos­si­bi­le non accor­ger­si pri­ma di quel­lo che sareb­be successo.

Leg­gia­mo oggi quel­lo che qual­cu­no potreb­be appun­to rac­con­ta­re tra 30 o 40 anni…perché oggi sia­mo anco­ra in tem­po per fare in modo che il futu­ro sia diverso e non sia quel­lo dei rimpianti.

 

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