Di cosa parla Beppe Grillo quando parla di cittadinanza

Come in tutte le questioni che dividono il Movimento, Beppe Grillo intercetta il pallone e calcia una bordata fuori dal campo, urlando «referendum!». E' il caso, questa volta, della discussione sulla riforma della cittadinanza, uscita dai lavori alla Camera con uno ius soli molto temperato e ora bloccata al Senato, affrontata da Grillo rilanciando sul blog un post - udite udite! - del maggio del 2013, nel quale si dicono tre cose.

Come in tut­te le que­stio­ni che divi­do­no il Movi­men­to, che poi sareb­be­ro le stes­se che — in un mon­do idea­le — dovreb­be­ro divi­de­re la destra e la sini­stra, Bep­pe Gril­lo inter­cet­ta il pal­lo­ne e cal­cia una bor­da­ta fuo­ri dal cam­po, urlan­do «refe­ren­dum!». E’ il caso, que­sta vol­ta, del­la discus­sio­ne sul­la rifor­ma del­la cit­ta­di­nan­za, usci­ta dai lavo­ri alla Came­ra con uno ius soli mol­to tem­pe­ra­to e ora bloc­ca­ta al Sena­to, affron­ta­ta da Gril­lo rilan­cian­do sul blog un post — udi­te udi­te! — del mag­gio del 2013, nel qua­le si dico­no tre cose.

La pri­ma: «Dal­le dichia­ra­zio­ni del­la sini­stra che la trion­fe­rà (ma sem­pre a spe­se degli ita­lia­ni) non è chia­ro qua­li sia­no le con­di­zio­ni che per­met­te­reb­be­ro a chi nasce in Ita­lia di diven­ta­re ipso fac­to cit­ta­di­no ita­lia­no». Ecco: il post è del mag­gio 2013, ma nel frat­tem­po la Came­ra ha già licen­zia­to un testo. Per capi­re qua­li sono le con­di­zio­ni per otte­ne­re la cit­ta­di­nan­za è suf­fi­cien­te leg­ger­lo.

La secon­da: «Una deci­sio­ne che può cam­bia­re nel tem­po la geo­gra­fia del Pae­se non può esse­re lascia­ta a un grup­pet­to di par­la­men­ta­ri e di poli­ti­ci in cam­pa­gna elet­to­ra­le per­ma­nen­te», e così invo­ca un refe­ren­dum. La cam­pa­gna elet­to­ra­le è ben lon­ta­na, ma soprat­tut­to i cit­ta­di­ni sono già sta­ti inter­pel­la­ti, nel sen­so che il dibat­ti­to par­la­men­ta­re ha tenu­to con­to (sep­pu­re par­zial­men­te) del­le pro­po­ste di leg­ge di ini­zia­ti­va popo­la­re del­la cam­pa­gna “L’I­ta­lia sono anche io”, che a caval­lo tra il 2011 e il 2012 rac­col­se­ro oltre 200mila fir­me. A que­sti cit­ta­di­ni non dia­mo ascol­to e riman­dia­mo il tut­to a un refe­ren­dum? E come si pen­sa di far­lo, que­sto refe­ren­dum, dato che il nostro ordi­na­men­to pre­ve­de refe­ren­dum abro­ga­ti­vi, non in gra­do di modi­fi­ca­re posi­ti­va­men­te una leg­ge (no, fos­se pas­sa­ta la rifor­ma costi­tu­zio­na­le le cose non sareb­be­ro cambiate)?

Se dav­ve­ro voglia­mo chia­ma­re tut­ti i cit­ta­di­ni a espri­mer­si sul­la cit­ta­di­nan­za, si appro­vi in ter­mi­ni rapi­di la leg­ge gia­cen­te al Sena­to, che per quan­to con alcu­ne riser­ve ha visto il soste­gno e la mobi­li­ta­zio­ne di tan­ti, e poi, se c’è chi riter­rà di oppor­si, come pare voglia fare Bep­pe Gril­lo, chie­da un refe­ren­dum attra­ver­so gli stru­men­ti costi­tu­zio­nal­men­te previsti.

La ter­za cosa: «Lo ius soli dovreb­be esse­re mate­ria di discus­sio­ne e di con­cer­ta­zio­ne con gli Sta­ti del­la UE. Chi entra in Ita­lia, infat­ti, entra in Euro­pa». Pec­ca­to che lo ius soli non riguar­di chi entra in Ita­lia, ma colo­ro che nasco­no in Ita­lia. «Cer­to, ma i geni­to­ri di que­ste per­so­ne?», dire­te voi. I geni­to­ri di que­ste per­so­ne avran­no un figlio ita­lia­no e per­ciò un sac­co di moti­vi in più per garan­tir­gli e garan­tir­si una pie­na inclu­sio­ne sociale.

Non pren­dia­mo­ci in giro, Bep­pe. Fac­cia­mo le cose bene a favo­re dei dirit­ti di tutti.

Vi ricor­dia­mo infi­ne che oggi pome­rig­gio, a Roma, ci si ritro­ve­rà al Pan­theon «per chie­de­re al Sena­to di appro­va­re subi­to la rifor­ma che con­sen­ti­reb­be a un milio­ne di gio­va­ni ita­lia­ni di esse­re final­men­te riconosciuti».

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