Quaderni

Il Piemonte verso la Fase 3: facciamo spazio

L’e­mer­gen­za sani­ta­ria è tut­t’al­tro che con­clu­sa: come sot­to­li­nea il viro­lo­go Cri­san­ti, in que­sti gior­ni le cifre del con­ta­gio sono pres­sap­po­co le stes­se del pri­mo gior­no di loc­k­do­wn. E soprat­tut­to in Pie­mon­te il trend è pre­oc­cu­pan­te: sca­val­ca­ta l’E­mi­la Roma­gna, sia­mo diven­ta­ti la secon­da regio­ne per nume­ro di infet­ti, die­tro la Lombardia.

Un’emozione fortissima — #SilviaLibera

Vor­rei rin­gra­zia­re tut­te e tut­ti: sono miglia­ia le per­so­ne che han­no con­di­vi­so e par­te­ci­pa­to, con pas­sio­ne, ogni gior­no, per un tem­po infi­ni­to. Cre­do non lo dimen­ti­che­re­mo. E non smet­te­re­mo mai di cre­der­ci e di spe­ra­re che le cose pos­sa­no anda­re bene. Meglio. Sempre.

La nuova normalità

In que­sti gior­ni in cui si sta imma­gi­nan­do il ritor­no alla “nor­ma­li­tà di pri­ma”, mol­te isti­tu­zio­ni, a par­ti­re dal­le regio­ni, stan­no appro­van­do tut­ta una serie di deli­be­re e di atti che, appun­to, ci faran­no tor­na­re alla “nor­ma­li­tà di pri­ma”. Ma se la nor­ma­li­tà di pri­ma era il pro­ble­ma, per­ché ci si con­ti­nua a muo­ve­re lun­go lo stes­so sol­co che sap­pia­mo bene dove ci ha condotto?

Modello ipermarket ai titoli di coda?

Le sfi­de per il mer­ca­to del­la GDO  riman­go­no sem­pre la fram­men­ta­zio­ne del con­su­mo di pro­dot­ti (con­ti­nua il boom del­le ven­di­te onli­ne) ali­men­ta­ri (e non solo) e una rete di ven­di­ta da rein­ven­ta­re. Per ades­so i fat­to­ri che stan­no inci­den­do sul­la spi­ra­le invo­lu­ti­va sono la ridu­zio­ne del fat­tu­ra­to e il con­se­guen­te taglio di costi (soprat­tut­to di per­so­na­le) ed è dif­fi­ci­le pro­no­sti­car­ne una ripre­sa o la stabilizzazione.

Tornare a casa: un diritto anche per i siciliani

Pub­bli­chia­mo la let­te­ra di Anto­nio, che è diven­ta­ta una peti­zio­ne che pote­te sot­to­scri­ve­re qui, dan­do voce a chi, come mol­ti fuo­ri­se­de per stu­dio o lavo­ro, è in dif­fi­col­tà nel rien­tra­re a casa, nono­stan­te voglia far­lo rispet­tan­do la sicu­rez­za pro­pria e altrui e nel­le moda­li­tà e tem­pi­sti­che con­sen­ti­te dai decreti. 

La anormalità del lavoro culturale: la fase tre per cambiare le cose

La vera sfi­da è ren­de­re le moda­li­tà di lavo­ro cul­tu­ra­le soste­ni­bi­li per chi le svol­ge. È con­si­de­ra­re a pie­no tito­lo chi svol­ge un lavo­ro cul­tu­ra­le un lavo­ra­to­re e una lavo­ra­tri­ce, con lo stes­so dirit­to di tut­ti gli altri a vive­re del­la pro­pria atti­vi­tà, del pro­prio talen­to ma anche del­la pro­pria formazione

Stiamo calpestando il futuro

Il rap­por­to IPBES ha valu­ta­to i cam­bia­men­ti avve­nu­ti negli ulti­mi 50 anni, for­nen­do un qua­dro com­ple­to del­le rela­zio­ni che inter­cor­ro­no tra le vie segui­te dal­lo svi­lup­po eco­no­mi­co e il loro impat­to sul­la natu­ra: è negli ulti­mi 50 anni che la velo­ci­tà dei cam­bia­men­ti glo­ba­li in natu­ra è sen­za precedenti. 

Fase 2: come si adeguerà il mondo del lavoro?

Il dado è trat­to: la cosid­det­ta Fase 2 si avvie­rà il 4 mag­gio. Ma come si ade­gue­rà il mon­do del lavo­ro? L’allentamento del­le restri­zio­ni, decre­ta­to per avvia­re la ripre­sa del­le atti­vi­tà eco­no­mi­che e socia­li, ripor­te­rà infat­ti al lavo­ro – secon­do le sti­me di Vit­to­rio Colao, capo del­la task for­ce Fase 2 coro­na­vi­rus – 2,7 milioni …

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Un Primo Maggio attuale più che mai

Pen­sia­mo che que­sto Pri­mo Mag­gio ci deb­ba ser­vi­re per con­ti­nua­re la vec­chia lot­ta, per­ché è sta­to chia­ro che da que­sta qua­ran­te­na ne usci­ran­no, acciac­ca­te ma non distrut­te, dal pun­to di vista lavo­ra­ti­vo ed eco­no­mi­co, solo quel­le per­so­ne che han­no potu­to far vale­re dirit­ti con­trat­tua­li solidi.