Quaderni

Road show di Possibile a Bruxelles: in viaggio tra le questioni che scuotono l’Europa

La pri­ma tap­pa del tour euro­peo di Giu­sep­pe Civa­ti ed Elly Schlein. Dal refe­ren­dum ingle­se alle ele­zio­ni pre­si­den­zia­li por­to­ghe­si, dal post-voto spa­gno­lo alle sfi­de che si tro­va di fron­te la Gre­cia: un viag­gio per anda­re a fon­do del­le gran­di que­stio­ni che stan­no scuo­ten­do l’U­nio­ne, per scam­bia­re espe­rien­ze e pro­get­ta­re futuro.

Parte a Verona l’incubatore d’impresa di Possibile e 50/30 Blog

Rivol­to ai lavo­ra­to­ri di impre­se chiu­se, ristrut­tu­ra­te, delo­ca­liz­za­te e ai gio­va­ni inca­stra­ti nel­la trap­po­la “lau­rea­to, qua­li­fi­ca­to, disoc­cu­pa­to”, par­te a Vero­na l’incubatore d’impresa “Impre­sa Pos­si­bi­le“, volu­to e soste­nu­to dal movi­men­to Pos­si­bi­le di Pip­po Civa­ti che si avva­le del­le com­pe­ten­ze del grup­po di esper­ti che sta die­tro il blog “50/30 Blog – Disoc­cu­pa­zio­ne e Imprenditorialità”.

Algoritmi: chi controlla il controllore?

E’ un algo­rit­mo quel­lo tra­mi­te cui Goo­gle sce­glie cosa far­ci vede­re e in che ordi­ne quan­do cer­chia­mo qual­co­sa sul suo moto­re di ricer­ca. Le azien­de pri­va­te sono mol­to gelo­se dei loro algo­rit­mi, ma con il cre­sce­re del loro pote­re nel gover­na­re il flus­so di infor­ma­zio­ni in base al qua­le for­mia­mo le nostre opi­nio­ni sui più dispa­ra­ti argo­men­ti, sia­mo sicu­ri di poter­ci basa­re sul­la loro buo­na fede?

I lavoratori autonomi stanno sempre bene

Sia­mo la nuo­va clas­se ope­ra­ia, ma sen­za l’i­dea di clas­se, e per que­sto non andre­mo in para­di­so. Non andre­mo nem­me­no in malat­tia, per­ché chi lavo­ra con la par­ti­ta Iva sta sem­pre bene, anche se ha il can­cro. I lavo­ra­to­ri auto­no­mi, da non con­fon­de­re con i libe­ri pro­fes­sio­ni­sti, lo san­no già, ades­so lo san­no anche il resto degli ita­lia­ni gra­zie alla cam­pa­gna di Danie­la Fre­go­si, la 46enne di Gros­se­to che dal 1992 lavo­ra con par­ti­ta Iva nel cam­po del­la for­ma­zio­ne nel­le azien­de e che, amma­la­ta­si di can­cro, ha dovu­to fare i con­ti con la dispa­ri­tà di tute­le dei lavo­ra­to­ri auto­no­mi rispet­to a chi ha un con­trat­to di lavo­ro dipendente.

«Emergenza permanente»

Ci sia­mo chie­sti se que­sta espres­sio­ne che l’O­nu adot­ta per descri­ve­re l’al­lar­me migra­zio­ni non con­ten­ga un assur­do logico.

Ci sia­mo chie­sti per­ché l’Eu­ro­pa non rie­sca a inter­ve­ni­re, come sug­ge­ri­sce Cri­stal­li­na Geor­gie­va, vice­pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne euro­pea, nei pae­si da cui i migran­ti provengono.

Ci sia­mo chie­sti per­ché l’I­ta­lia non si pon­ga all’a­van­guar­dia nel­l’af­fron­ta­re la que­stio­ne, che la riguar­da diret­ta­men­te per ragio­ni geo­gra­fi­che, sto­ri­che e politiche.

Il cibo sprecato è il terzo paese al mondo per emissioni di gas serra

«Se gli spre­chi ali­men­ta­ri mon­dia­li fos­se­ro un Pae­se — scri­ve il Finan­cial Times -, sareb­be­ro il ter­zo più gran­de emet­ti­to­re mon­dia­le di gas ser­ra, dopo Cina e Sta­ti Uni­ti, richie­den­do inol­tre 250 chi­lo­me­tri cubi­ci di acqua all’an­no — più del­la por­ta­ta annua­le del Danu­bio», con tut­to ciò che ne con­se­gue in ter­mi­ni di riscal­da­men­to globale.