Stefano Artusi

Un appello alla FISI per Samira Zargari: schieratevi per i diritti!

Si stan­no dispu­tan­do, fino a dome­ni­ca, i mon­dia­li di sci alpi­no a Cor­ti­na d’Am­pez­zo. Dal­la Per­la del­le Dolo­mi­ti arri­va­no imma­gi­ni da car­to­li­na coi mon­ti inne­va­ti, meda­glie e podi coi vin­ci­to­ri. Quel­lo che non si è visto è (ovvia­men­te) il pub­bli­co, e poi non si è potu­ta vede­re la ct del­la nazio­na­le fem­mi­ni­le ira­nia­na Sami­ra Zargari. …

Un appel­lo alla FISI per Sami­ra Zar­ga­ri: schie­ra­te­vi per i dirit­ti! Leg­gi altro »

Il disastro nell’India alle prese con la transizione energetica e il collasso del clima

L’In­dia è da qual­che anno il ter­zo con­su­ma­to­re di ener­gia al mon­do, dopo Cina e Sta­ti Uni­ti, svi­lup­po eco­no­mi­co e cre­sci­ta del­la popo­la­zio­ne aumen­ta­no la fame di ener­gia del­l’E­le­fan­te india­no, la cui prin­ci­pa­le fon­te per otte­ner­la resta il car­bo­ne (oltre il 60%) e con­ti­nue­rà ad ave­re un per­so mol­to rile­van­te anche in futu­ro anche se que­sto non ha con­tri­bui­to a ridur­re la pover­tà ener­ge­ti­ca del­le comu­ni­tà rurali

95 miliardi, questo è il costo annuo che l’Italia deve all’inquinamento dell’aria

Per la pre­ci­sio­ne 95,14 miliar­di (nel 2018, fon­te Ocse) il prez­zo che paghia­mo per respi­ra­re un’a­ria di qua­li­tà sca­den­te, l’e­qui­va­len­te del 5,75% del Pil (quel­lo del 2018, ndr). Per l’Eu­ro­pa il costo sale ad un astro­no­mi­co valo­re di 600 miliar­di l’an­no, hai voglia a par­la­re di Green Deal euro­peo e Reco­ve­ry Fund (soprat­tut­to se nel pac­chet­to riguar­dan­te la mobi­li­tà soste­ni­bi­le inve­sti solo in alta velo­ci­tà o se la casel­la ”rifo­re­sta­zio­ne”, pur rima­nen­do, non pre­ve­de alcun fondo).

Emergenza climatica: «Elvis has left the building»

Abbia­mo ini­zia­to il 2020 con l’Au­stra­lia in fiam­me, che dava segui­to ai roghi del­l’A­maz­zo­nia del 2019 (pro­se­gui­ti anche que­st’an­no), poi è inter­ve­nu­to pre­po­ten­te­men­te il Covid-19 ad occu­pa­re il cen­tro del dibat­ti­to poli­ti­co, e non pote­va esse­re altri­men­ti, insie­me alla pre­si­den­zia­li ame­ri­ca­ne. Nel frat­tem­po qual­che spi­ra­glio green si è aper­to quan­do è sta­to discus­so il Reco­ve­ry Fund, del come uti­liz­za­re que­ste risor­se e del­la dire­zio­ne che può dare all’e­co­no­mia e del­la sua ricon­ver­sio­ne. Un dibat­ti­to sci­vo­la­to trop­po velo­ce­men­te su chi deci­de come impie­ga­re le risor­se più che del meri­to fina­le del loro inve­sti­men­to (anche per usci­re dal tun­nel del­la ‘bonus economy’).

Suarez-Juve, ancora prima i ricchi col Decreto Crescita

Fin­chè si trat­ta di rim­pa­tria­re ‘cer­vel­li’ ed eccel­len­ze nei vari cam­pi del sape­re ha sen­so, ma sen­za alcun limi­te al tipo di lavo­ra­to­re che va age­vo­la­to per­chè con­tri­bui­sca allo svi­lup­po eco­no­mi­co e socia­le del Pae­se. Si rischia di ali­men­ta­re l’in­giu­sti­zia degli scon­ti fisca­li per garan­ti­re ingag­gi milio­na­ri a vec­chi cal­cia­to­ri che fino all’an­no scor­so fir­ma­va­no il loro ulti­mo ric­co con­trat­to nel Vici­no o nel­l’E­stre­mo Orien­te. Fac­cia­mo insie­me il tifo per­chè si cam­bi que­sta nor­ma iniqua?

L’innalzamento dei mari e tutto quello che c’è da fare per evitare una catastrofe

300 milio­ni le per­so­ne che vivo­no in aree a rischio, minac­cia­te da inon­da­zio­ni e dal­l’in­nal­za­men­to del livel­lo del mare, il tri­plo rispet­to alle pre­ce­den­ti pre­vi­sio­ni. Sta­vol­ta l’o­riz­zon­te tem­po­ra­le è anco­ra più rav­vi­ci­na­to: 2050. Cioè fra 30 anni, in tut­ti gli sce­na­ri pos­si­bi­li, per Vene­zia non ci sarà scampo