Un appello alla FISI per Samira Zargari: schieratevi per i diritti!

Si stan­no dispu­tan­do, fino a dome­ni­ca, i mon­dia­li di sci alpi­no a Cor­ti­na d’Am­pez­zo. Dal­la Per­la del­le Dolo­mi­ti arri­va­no imma­gi­ni da car­to­li­na coi mon­ti inne­va­ti, meda­glie e podi coi vin­ci­to­ri. Quel­lo che non si è visto è (ovvia­men­te) il pub­bli­co, e poi non si è potu­ta vede­re la ct del­la nazio­na­le fem­mi­ni­le ira­nia­na Sami­ra Zar­ga­ri. Avreb­be dovu­to accom­pa­gna­re la (sua) squa­dra ai Mon­dia­li, ma non ha avu­to il per­mes­so dal mari­to per far­lo. Secon­do le leg­gi del­l’I­ran sono i mari­ti (o i padri e altri paren­ti) a poter con­ce­de­re il per­mes­so fir­man­do il pas­sa­por­to per l’e­spa­trio. Fun­zio­na­ri del­la Fede­ra­zio­ne ira­nia­na si sono atti­va­ti per risol­ve­re la que­stio­ne ma han­no dovu­to desi­ste­re davan­ti alla posi­zio­ne irre­mo­vi­bi­le del mari­to di Samira.

Non è la pri­ma vol­ta che suc­ce­de, sono parec­chi i pre­ce­den­ti di rinun­ce alla par­te­ci­pa­zio­ne a even­ti spor­ti­vi inter­na­zio­na­li da par­te di don­ne iraniane.

Isol­de Kost­ner pro­po­ne di far indos­sa­re un nastro alle don­ne impe­gna­te nel mon­dia­le per dare un segna­le. Si trat­ta di una que­stio­ne poli­ti­ca, non sem­pli­ce. Esi­ste però un altro pre­ce­den­te che dimo­stra che le pres­sio­ni pos­so­no dare risul­ta­ti: sem­pre in Iran, dal 2019 le don­ne pos­so­no assi­ste­re alle par­ti­te di cal­cio dopo che per 40 anni l’in­gres­so allo sta­dio è sta­to loro inte­det­to. La svol­ta è avve­nu­ta solo gra­zie alle pres­sio­ni eser­ci­ta­te dal­la Fifa che ha minac­cia­to di esclu­de­re l’I­ran dal­le qua­li­fi­ca­zio­ni ai Mon­dia­li 2022 (in Qatar, e qui ci sareb­be da apri­re un altro capitolo).

Sia Fon­da­zio­ne Cor­ti­na 2021 (il comi­ta­to orga­niz­za­to­re del­la mani­fe­sta­zio­ne) sia la Fede­ra­zio­ne di sci si sono guar­da­te dal fare qual­sia­si com­men­to al riguar­do. Se non par­te da qui un segna­le di soli­da­rie­tà per il lavo­ro di Sami­ra che non ha potu­to coro­na­re l’im­pe­gno e gli sfor­zi pro­fu­si per pre­pa­ra­re al meglio le pro­prie atle­te, per la liber­tà per­so­na­le del­le don­ne ira­nia­ne che rima­ne solo una mera par­ven­za, da dove dovreb­be farlo?

Dia­mo una mano ad ali­men­ta­re la spe­ran­za del­le gio­va­ni ira­nia­ne che si bat­to­no con­tro il maschi­li­smo, per l’e­man­ci­pa­zio­ne. Che sia un pro­ble­ma tra­sver­sa­le ce lo dice la cro­na­ca quo­ti­dia­na del nostro Pae­se. Se la poli­ti­ca si occu­pa di Sami­ra Zar­ga­ri, del­le don­ne in Iran, allo­ra si pre­oc­cu­pa anche per la con­di­zio­ne fem­mi­ni­le in Ita­lia, c’è cor­ri­spon­den­za biunivoca.

Quin­di l’ap­pel­lo è alla Fede­ra­zio­ne ita­lia­na di sci, al mon­do del­lo sport, alla poli­ti­ca (sap­pia unir­si a coor­te anche per i dirit­ti) di far­ci sape­re cosa ne pensa.

Schie­ra­te­vi dal­la par­te dei diritti.

 

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Il quarto Congresso di Possibile, dedicato a Marco Tiberi

Si è aper­to il quar­to Con­gres­so di Pos­si­bi­le, e voglia­mo dedi­car­lo a un ami­co che non c’è più e sul­la cui voce e sul­la cui intel­li­gen­za abbia­mo fat­to così tan­to affi­da­men­to le scor­se vol­te. Mar­co Tibe­ri ci avreb­be mes­so a posto con poche paro­le, andan­do al cuo­re del­le cose, anche quel­le che anco­ra non ave­va­mo pensato.

Discarica di Borgo Montello: le future generazioni meritano un radicale cambio di rotta

Non è più pos­si­bi­le accet­ta­re una mala gestio­ne così gra­ve del­la disca­ri­ca e soprat­tut­to imma­gi­na­re poten­zia­men­ti e modi­fi­che sen­za che sia­no mes­se nero su bian­co anche da un pun­to di vista giu­ri­di­co le respon­sa­bi­li­tà pena­li dei dan­ni ambien­ta­li e alla salu­te che que­sto ter­ri­to­rio sta subendo.