Jobs act

Record dei lavoratori precari, il vano tentativo del governo

Ad Otto­bre il nume­ro di lavo­ra­to­ri a tem­po deter­mi­na­to ha rag­giun­to la quo­ta record di 2,824 milio­ni: dall’inizio del 2017 le varia­zio­ni men­si­li sono sol­tan­to posi­ti­ve, segno di con­ti­nui prov­vi­so­ri appor­ti mano­do­pe­ra ad un siste­ma pro­dut­ti­vo che cre­sce ma sten­ta anco­ra e non con­ten­te visi­bi­li­tà su inve­sti­men­ti e con­so­li­da­men­to del­la base occu­pa­zio­na­le. La ten­den­za è …

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Jobs Act, Civati: Argomento politico, non telefonico

L’ar­ti­co­lo 18 è un tema poli­ti­co non tele­fo­ni­co e da solo non basta. È fon­da­men­ta­le che si ria­pra la discus­sio­ne su come il con­trat­to a tute­le cre­scen­ti assi­cu­ri che esi­sta­no tute­le vere e che il con­trat­to sia uni­co come si augu­ra­va­no i suoi ideatori

Al fianco dei lavoratori Almaviva

La lot­ta dei dipen­den­ti di Alma­vi­va riguar­da tut­ti noi, in que­sto caso anche come con­su­ma­to­ri, ma in pri­mis come cit­ta­di­ni: a cia­scu­no di noi può capi­ta­re, doma­ni o in un futu­ro più lon­ta­no, di per­de­re il lavoro

Una scelta fatta sulle persone

Come ripor­ta­to un po’ ovun­que sul­la stam­pa, ieri il mini­stro Fran­ce­schi­ni, ospi­te del­la festa nazio­na­le di MDP, ha aper­to a un’alleanza con Ber­sa­ni, Civa­ti e D’Alema. “Fac­cio fati­ca a pen­sa­re a Ber­sa­ni, Civa­ti e D’Alema come avver­sa­ri. Cer­to, le feri­te sono anco­ra aper­te, però la scis­sio­ne non è avve­nu­ta sul­la linea poli­ti­ca, ma sul­le persone.” …

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Briciole di Jobs Act: cosa è rimasto del grande boom?

La cor­sa all’o­ro l’ab­bia­mo paga­ta per tut­to il 2016 e con­ti­nuia­mo a pagar­la ora. Sì, per­ché i con­trat­ti atti­va­ti nel 2015 in regi­me di eso­ne­ro con­tri­bu­ti­vo, ed anco­ra in esse­re alla data attua­le, inci­do­no sul bilan­cio pub­bli­co per una cifra che oscil­la intor­no ai 6–7 miliar­di di euro

Oltre i cori di giubilo, i dati Istat sull’occupazione

Pun­tua­li ad ogni pub­bli­ca­zio­ne dei dati Istat sui tas­si di occu­pa­zio­ne arri­va­no i com­men­ti di giu­bi­lo sui mira­co­lo­si effet­ti del Jobs Act. #Istat Cala la disoc­cu­pa­zio­ne, anche tra i gio­va­ni. L’im­pe­gno per le rifor­me ottie­ne risul­ta­ti. E con­ti­nua — Pao­lo Gen­ti­lo­ni (@PaoloGentiloni) April 3, 2017 Come al soli­to, ci rivol­gia­mo ai nume­ri. Quel­li spo­gli del­le serie storiche, …

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Noi sul contratto a tutele crescenti insistiamo ancora: chi ha cambiato idea è Taddei

Insi­ste­va Civa­ti, insi­ste­va. Ed ha con­ti­nua­to men­tre qual­cu­no si è ada­gia­to sul­le cur­ve mor­bi­de e avvol­gen­ti del cam­bia­ver­so. Tad­dei per­se­ve­ra nel­la pra­ti­ca ren­zia­na — lo fa oggi in un’in­ter­vi­sta alla Stam­pa in cui, rispon­den­do a una doman­da sul suo soste­gno a Civa­ti nel con­gres­so Pd del 2013, dice che sul con­trat­to a tute­le cre­scen­ti “insi­ste­va anco­ra di più” — di appli­ca­re eti­chet­te a rifor­me che inve­ce con­ten­go­no poco o nul­la di quan­to indicato.

Lavoro autonomo, Civati-Maestri: «Respinto nostro odg per estendere le tutele ai collaboratori parlamentari»

Ave­va­mo pre­sen­ta­to un ordi­ne del gior­no alla pro­po­sta di leg­ge sul lavo­ro auto­no­mo in discus­sio­ne alla Came­ra che riguar­da­va le tute­le da esten­de­re ai col­la­bo­ra­to­ri par­la­men­ta­ri. Un Gover­no come que­sto che dice di ave­re tra le sue prio­ri­tà l’emersione del lavo­ro nero, o sot­to­pa­ga­to, avreb­be dovu­to coglie­re la pal­la al bal­zo e, acco­glien­do­lo, rimar­ca­re l‘urgenza di dar segui­to a un ordi­ne del gior­no appro­va­to nell’agosto 2015 che sot­to­li­nea­va la man­ca­ta rego­la­men­ta­zio­ne, in par­ti­co­la­re sot­to un pro­fi­lo qua­li­ta­ti­vo, del­la figu­ra pro­fes­sio­na­le del col­la­bo­ra­to­re par­la­men­ta­re e le distor­sio­ni e le irre­go­la­ri­tà di cui è ogget­to, rile­va­te anche dal rap­por­to 2014 del­l’I­sti­tu­to di ricer­che sul­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne (IRPA).

Qui Sì lavora, ma ne vale la pena

Un’altra cam­pa­gna refe­ren­da­ria. Un altro tour lun­go lo sti­va­le. Per­ché voglia­mo esse­re gli uni­ci a lavo­ra­re set­te gior­ni su set­te e sen­za ora­ri. Per­ché gli uni­ci straor­di­na­ri non paga­ti che accet­tia­mo sono i nostri straor­di­na­ri atti­vi­sti. Per­ché l’unico inde­ter­mi­na­to che vor­rem­mo veder spa­ri­re è il pro­gram­ma di chi vuol fare la sini­stra sen­za mai dire …

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