Briciole di Jobs Act: cosa è rimasto del grande boom?

La corsa all'oro l'abbiamo pagata per tutto il 2016 e continuiamo a pagarla ora. Sì, perché i contratti attivati nel 2015 in regime di esonero contributivo, ed ancora in essere alla data attuale, incidono sul bilancio pubblico per una cifra che oscilla intorno ai 6-7 miliardi di euro

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Cosa è rima­sto del gran­de boom del 2015 nel­le atti­va­zio­ni dei con­trat­ti a tem­po inde­ter­mi­na­to sog­get­ti alla gene­ro­sis­si­ma decontribuzione?

Lo vedia­mo in una serie di gra­fi­ci. Il pri­mo rap­pre­sen­ta la varia­zio­ne net­ta dei con­trat­ti a tem­po inde­ter­mi­na­to per gli anni 2015, 2016 e per i pri­mi tre mesi del 2017. Il dato è così otte­nu­to: som­ma di assun­zio­ni a tem­po inde­ter­mi­na­to, tra­sfor­ma­zio­ni a tem­po inde­ter­mi­na­to dei rap­por­ti a ter­mi­ne, appren­di­sti tra­sfor­ma­ti a tem­po inde­ter­mi­na­to, meno le ces­sa­zio­ni a tem­po inde­ter­mi­na­to.

Atti­va­zio­ni net­te dei con­trat­ti a tem­po inde­ter­mi­na­to, anni 2015 2016 e 2017.

Ricor­de­re­te bene che nel­l’au­tun­no del 2015 ven­ne annun­cia­ta la revi­sio­ne dei cri­te­ri per l’ac­ces­so alla decon­tri­bu­zio­ne e le azien­de cor­se­ro ad atti­va­re con­trat­ti per non per­de­re gli incen­ti­vi. La cor­sa all’o­ro l’ab­bia­mo paga­ta per tut­to il 2016 e con­ti­nuia­mo a pagar­la ora. Sì, per­ché i con­trat­ti atti­va­ti nel 2015 in regi­me di eso­ne­ro con­tri­bu­ti­vo ed anco­ra in esse­re alla data attua­le, inci­do­no sul bilan­cio pub­bli­co per una cifra che oscil­la intor­no ai 6–7 miliar­di di euro, tale è l’im­pe­gno di spe­sa pre­vi­sto per que­st’an­no nel pia­no gestio­na­le n. 17 del Capi­to­lo 4364 del Mini­ste­ro del Lavo­ro e del­le poli­ti­che sociali.

Come si sono com­por­ta­ti i dato­ri di lavo­ro alla fine del perio­do di lau­ti incen­ti­vi? Sem­pli­ce­men­te han­no abban­do­na­to la for­ma con­trat­tua­le “sta­bi­le” (ma depo­ten­zia­ta dal­la ridu­zio­ne di tute­le effet­tua­ta con il Jobs Act) non più for­te­men­te incen­ti­va­ta ed han­no fat­to ricor­so alla fles­si­bi­li­tà, che per i lavo­ra­to­ri ita­lia­ni si chia­ma pre­ca­ria­to. I con­trat­ti a tem­po deter­mi­na­to sono pas­sa­ti dal sal­do nega­ti­vo del 2015 (-216 mila), a un +524 mila con­trat­ti fat­to regi­stra­re negli ulti­mi quin­di­ci mesi.

Atti­va­zio­ni net­te con­trat­ti a tem­po deter­mi­na­to anni 2015 2016 e 2017.

Infi­ne, dia­mo una occhia­ta alle ten­den­ze per i licen­zia­men­ti per “giu­sta cau­sa o giu­sti­fi­ca­to moti­vo sog­get­ti­vo”. La tabel­la di segui­to met­te a con­fron­to il pri­mo tri­me­stre degli ulti­mi tre anni. L’in­ci­den­za dei licen­zia­men­ti per giu­sta cau­sa sul tota­le dei licen­zia­men­ti per le impre­se con più di 15 dipen­den­ti, è pas­sa­ta all’11,87% del 2015, al 16,67% odier­no. Va da sé che una dina­mi­ca simi­le si regi­stra per le impre­se con meno di 15 dipen­den­ti, ove l’in­ci­den­za del licen­zia­men­to per giu­sta cau­sa è pas­sa­ta dal 7,96% del 2015 al 10,7% del pri­mo tri­me­stre 2017. Tut­ta­via que­sto rima­ne un dato da tene­re asso­lu­ta­men­te sot­to con­trol­lo. Ci atten­dia­mo un ulte­rio­re incre­men­to, spe­cie in pros­si­mi­tà del­la fine del­l’an­no (al net­to del­le varia­zio­ni sta­gio­na­li), ter­mi­ne del­la coper­tu­ra del­lo sgra­vio con­tri­bu­ti­vo del 2015.

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