Li abbiamo accolti come una famiglia. Anzi, come una ‘ndrina

Grazie all'attivismo dei nostri comitati, abbiamo da subito seguito e denunciato la vicenda, con un'interrogazione parlamentare e un'ispezione in loco.

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La cosca Are­na con­trol­la­va a fini di lucro la gestio­ne del cen­tro di acco­glien­za per migran­ti di Iso­la Capo Riz­zu­to (Cro­to­ne). E’ quan­to emer­so dal­l’in­chie­sta ‘Jon­ny’ che ha por­ta­to al fer­mo di 68 per­so­ne dispo­sto dal­la Dda di Catanzaro. 

Ci sono anche il par­ro­co di Iso­la Capo Riz­zu­to, don Edoar­do Scor­dio, 70 anni, e il gover­na­to­re del­la Mise­ri­cor­dia, Leo­nar­do Sac­co, 38 anni, tra le per­so­ne fer­ma­te nel cor­so del­l’o­pe­ra­zio­ne “Jon­ny” con­tro la cosca Are­na. Al cen­tro del­l’in­da­gi­ne, ed anche del fer­mo dei due per­so­nag­gi par­ti­co­lar­men­te noti, c’è il cen­tro di acco­glien­za richie­den­ti asi­lo di Iso­la Capo Riz­zu­to gesti­to dal 2012 dal­la poten­te con­fe­de­ra­zio­ne del­le Mise­ri­cor­die. La strut­tu­ra San­t’An­na, posi­zio­na­ta in una vec­chia area mili­ta­re, lun­go la sta­ta­le 106, è una del­le più gran­di in Ita­lia ed è capa­ce di ospi­ta­re oltre 1.600 per­so­ne al giorno.

Un affa­re da 30 milio­ni di euro: i cibi da pre­pa­ra­re, gli ope­ra­to­ri chia­ma­ti a lavo­ra­re nel cen­tro, le lavan­de­rie indu­stria­li per puli­re len­zuo­la e tova­glie. Tut­to in mano ai clan.

Le noti­zie con le qua­li apro­no que­sta mat­ti­na i prin­ci­pa­li siti di infor­ma­zio­ne (la cita­zio­ne pro­vie­ne da Repub­bli­ca) ci ripor­ta­no rispet­ti­va­men­te a un mese e a due mesi fa.

A due mesi fa, al 17 feb­bra­io, quan­do depo­si­tam­mo, a segui­to del­l’in­chie­sta di Gio­van­ni Tizian su l’E­spres­so che trat­teg­gia­va i con­tor­ni di quan­to ora ha assun­to valo­re pro­ces­sua­le, un’in­ter­ro­ga­zio­ne par­la­men­ta­re a pri­ma fir­ma di Giu­sep­pe Civa­ti, per met­te­re al cor­ren­te il gover­no, chie­de­re di fare chia­rez­za sul­la gestio­ne del cen­tro e nei rap­por­ti con la poli­ti­ca (nel­l’in­chie­sta gior­na­li­sta tor­na più vol­te il nome di Ange­li­no Alfa­no), e chie­de­re mag­gio­re tra­spa­ren­za rispet­to alla gestio­ne del­l’ac­co­glien­za in Italia.

A un mese fa, al 13 apri­le, quan­do ci recam­mo con Elly Schlein in visi­ta al cen­tro di acco­glien­za, con­fer­man­do quan­to ci veni­va ripor­ta­to dai nostri atti­vi­sti: il cen­tro è effet­ti­va­men­te mili­ta­riz­za­to e posto ai mar­gi­ni del tes­su­to urba­ni­sti­co, e seb­be­ne non si osser­vas­se­ro par­ti­co­la­ri cri­ti­ci­tà quan­to alle con­di­zio­ni igie­ni­co-sani­ta­rie, abbia­mo rile­va­to l’as­sen­za di chia­rez­za rispet­to alla fre­quen­za e qua­li­tà dei ser­vi­zi ero­ga­ti, com­pre­sa l’e­ro­ga­zio­ne del poc­ket money, spen­di­bi­le solo attra­ver­so un siste­ma di distri­bu­to­ri auto­ma­ti­ci in cui man­ca­va­no le sche­de tele­fo­ni­che. Abbia­mo chie­sto anche in quel­l’oc­ca­sio­ne tra­spa­ren­za sul­l’o­pa­ci­tà del­la gestio­ne, denun­cian­do la man­ca­ta pub­bli­ci­tà del­la con­ven­zio­ne con l’en­te gesto­re.

Atten­zio­ni che si sono con­fer­ma­te cor­ret­te, date le accu­se for­mu­la­te dal­la Dda di Catan­za­ro. Quel che ci augu­ria­mo è che ora si vada fino in fon­do, da un lato con le inda­gi­ni e con il pro­ces­so, per accer­ta­re tut­te le respon­sa­bi­li­tà e, dal­l’al­tro lato, nel­l’au­men­ta­re (non nel dimi­nui­re) la tra­spa­ren­za del siste­ma di acco­glien­za e nel voler­lo ren­de­re real­men­te dif­fu­so, chiu­den­do i gran­di cen­tri (che trop­po spes­so sono sta­ti epi­cen­tro di dina­mi­che altre) e pas­san­do a un siste­ma che coin­vol­ga i comu­ni nel­la gestio­ne, fat­ta di pic­co­lis­si­mi cen­tri, con il sup­por­to del ter­zo set­to­re e una gestio­ne pun­tua­le, ren­di­con­ta­ta e tra­spa­ren­te del­le risor­se. Un siste­ma, in defi­ni­ti­va, che oltre a por­re del­le soglie di acces­so più ele­va­te per gli enti gesto­ri faci­li­ti l’in­clu­sio­ne socia­le dei richie­den­ti asi­lo e dei rifu­gia­ti. Que­sto siste­ma esi­ste già, si chia­ma Sprar, ma al momen­to copre sola­men­te il 15% del tota­le dei posti.

Quan­do rac­con­tia­mo di esse­re impe­gna­ti in una cam­pa­gna per dif­fon­de­re la buo­na acco­glien­za, per supe­ra­re la Bos­si-Fini, per sman­tel­la­re i decre­ti Min­ni­ti-Orlan­do, per riscri­ve­re il rego­la­men­to di Dubli­no, quan­do rac­con­tia­mo que­ste cose le per­so­ne ci guar­da­no stra­no: pare che non sia­no argo­men­ti che por­ta­no voti. Eppu­re, se col nostro impe­gno riu­sci­re­mo a con­tri­bui­re alla chiu­su­ra di strut­tu­re gesti­te con l’u­ni­co sco­po di fare busi­ness (o con sco­pi peg­gio­ri), all’in­cre­men­to dei cen­tri Sprar e a una gestio­ne del­l’ac­co­glien­za più intel­li­gen­te e uma­na, allo­ra potre­mo rite­ner­ci soddisfatti. 

Il nostro lavo­ro con­ti­nua: par­te­ci­pa­te anche voi, segna­lan­do­ci casi di buo­na o cat­ti­va acco­glien­za, situa­zio­ni poco tra­spa­ren­ti, model­li vir­tuo­si. Scri­ve­te a [email protected].[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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Una visio­ne a cui ci oppo­nia­mo con tut­ta la nostra for­za, men­tre lot­tia­mo per una cit­tà ospi­ta­le, inclu­si­va, che pen­si alla qua­li­tà del­la vita, l’ambiente e l’erogazione di ser­vi­zi essen­zia­li e non alla spe­cu­la­zio­ne immo­bi­lia­re e al pro­fit­to a tut­ti i costi.”

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