L’Europa si muove a tutela dei diritti lgbtiq+, mentre l’Italia è ancora ferma al palo

Ancora una volta la spinta per proteggere i diritti fondamentali de* cittadin* europe* arriva dall’Europa, mentre a livello nazionale si fa spesso fatica ad affermare principi di pura civiltà che dovrebbero prescindere dal colore politico.

Il ver­ti­ce euro­peo del 24 e 25 giu­gno si è aper­to nel pie­no del­le ten­sio­ni crea­te dall’adozione del­la leg­ge unghe­re­se anti-LGB­TIQ con­tra­ria ai valo­ri fon­da­men­ta­li dell’UE e per que­sto fer­ma­men­te con­dan­na­ta dal­le isti­tu­zio­ni euro­pee e dai lea­der di 16 pae­si euro­pei in una let­te­ra con­giun­ta. Pri­ma anco­ra dell’adozione del dise­gno di leg­ge unghe­re­se, l’intergruppo LGBTI del Par­la­men­to euro­peo ave­va mani­fe­sta­to aper­ta­men­te le sue pre­oc­cu­pa­zio­ni sul carat­te­re discri­mi­na­to­rio del­le nuo­ve misu­re del gover­no di Vic­tor Orban, che in sostan­za assi­mi­la­no omo­ses­sua­li­tà a pedo­fi­lia. Fra l’altro, già l’11 mar­zo il Par­la­men­to euro­peo ave­va dichia­ra­to l’UE una ”Zona di liber­tà LGBTIQ”, pro­prio in rispo­sta all’ar­re­tra­men­to sui dirit­ti LGBTIQ in alcu­ni Pae­si UE, in par­ti­co­la­re in Polo­nia e Unghe­ria. Al cli­ma oscu­ran­ti­sta crea­to dal gover­no di Vic­tor Orban si è aggiun­to il divie­to del­la UEFA di illu­mi­na­re con i colo­ri arco­ba­le­no lo sta­dio di Mona­co di Bavie­ra in occa­sio­ne del­la par­ti­ta Ger­ma­nia-Unghe­ria del 23 giu­gno. Anche qui il Par­la­men­to euro­peo ha pron­ta­men­te deci­so di issa­re la ban­die­ra arco­ba­le­no all’en­tra­ta del­la sede di Bru­xel­les e negli uffi­ci nazio­na­li a segui­to del­la doman­da del­l’eu­ro­de­pu­ta­ta Ter­ry Rein­t­ke. Lo stes­so gior­no, sen­za mez­ze fra­si o giri di paro­le, si è espres­sa la pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne euro­pea Ursu­la von der Leyen:

 “La leg­ge unghe­re­se è una ver­go­gna, discri­mi­na per­so­ne sul­la base dell’orientamento ses­sua­le va con­tro i valo­ri fon­da­men­ta­li del­la Ue. Noi non fare­mo com­pro­mes­si su que­sti prin­ci­pi. Uti­liz­ze­re­mo tut­ti i mez­zi giu­ri­di­ci del­la Com­mis­sio­ne euro­pea per assi­cu­ra­re che i dirit­ti di tut­ti i cit­ta­di­ni euro­pei sia­no garantiti”.

Poco pri­ma dell’inizio del con­si­glio euro­peo, i lea­der di 16 pae­si euro­pei, Ita­lia inclu­sa (meglio tar­di che mai!), han­no indi­riz­za­to una let­te­ra con­giun­ta ai pre­si­den­ti del Con­si­glio euro­peo, del Par­la­men­to euro­peo e del­la Com­mis­sio­ne euro­pea, sot­to­li­nean­do l’importanza del rispet­to dei dirit­ti fon­da­men­ta­li dei cit­ta­di­ni UE e dell’importanza di pro­teg­ge­re la comu­ni­tà LGBTIQ da qual­sia­si for­ma di discri­mi­na­zio­ne. Anche Chri­sta Sch­weng, pre­si­den­te del Comi­ta­to eco­no­mi­co e socia­le euro­peo ha “con­dan­na­to fer­ma­men­te” la leg­ge ungherese :

“qual­sia­si tipo di discri­mi­na­zio­ne, com­pre­sa la discri­mi­na­zio­ne basa­ta sul­l’o­rien­ta­men­to ses­sua­le del­le per­so­ne, va con­tro i valo­ri fon­da­men­ta­li del­l’UE. Que­sti valo­ri dovreb­be­ro esse­re garan­ti­ti a tut­ti i cit­ta­di­ni dell’UE”.

Insom­ma, anco­ra una vol­ta la spin­ta per pro­teg­ge­re i dirit­ti fon­da­men­ta­li de* cit­ta­din* euro­pe* arri­va dall’Europa, men­tre a livel­lo nazio­na­le si fa spes­so fati­ca ad affer­ma­re prin­ci­pi di pura civil­tà che dovreb­be­ro pre­scin­de­re dal colo­re poli­ti­co. Infat­ti in Ita­lia nel frat­tem­po la “sini­stra” (?!) sen­te la neces­si­tà di nego­zia­re col Vati­ca­no l’adozione del DDL Zan fina­liz­za­to a pro­teg­ge­re le per­so­ne da vio­len­ze di carat­te­re omo­tran­sfo­bi­co. Meno­ma­le che il pre­mier Mario Dra­ghi ha riba­di­to in modo chia­ro che l’Italia è uno Sta­to lai­co e che il suo ordi­na­men­to giu­ri­di­co con­tie­ne tut­te le garan­zie neces­sa­rie per rispet­ta­re gli impe­gni inter­na­zio­na­li, fra cui il Con­cor­da­to. Coe­ren­te inve­ce Gior­gia Melo­ni che si schie­ra con­tro i dirit­ti de* cit­tan­din* LGBTIQ (anche ita­lian* quin­di!) andan­do a cena con il suo allea­to poli­ti­co Vic­tor Orban pro­prio la sera pri­ma del ver­ti­ce euro­peo. Del resto quel­la con­tro i dirit­ti fon­da­men­ta­li è l’unica posi­zio­ne chia­ra di Fra­tel­li d’Italia a livel­lo euro­peo, in cui il par­ti­to si pro­nun­cia soli­ta­men­te in modo ambi­guo o del tut­to con­trad­dit­to­rio. Come sot­to­li­nea il por­ta­vo­ce nazio­na­le di Pos­si­bi­le-LGB­TI Gian­mar­co Capo­gna, men­tre la Sot­to­se­gre­ta­ria bel­ga alle Pari Oppor­tu­ni­tà Sarah Schli­tz espri­me soste­gno al DDL Zan con­si­de­ran­do­lo una leg­ge corag­gio­sa, la Mini­stra ita­lia­na Ele­na Bonet­ti da mesi chie­de ampie con­ver­gen­ze tra­sver­sa­li.

In que­sto sce­na­rio arre­tra­to e deso­lan­te, Pos­si­bi­le si è da sem­pre mobi­li­ta­to per con­tra­sta­re l’omotransfobia in modo chia­ro net­to, e per que­sto insi­ste per­chè il DDL Zan ven­ga adot­ta­to subi­to. Anzi sia­mo già in ritardo !

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