migrazione

Quando gli invisibili diventano visibili: il caso dei braccianti di Saluzzo

Al par­co di Vil­la Ali­ber­ti, a Saluz­zo, gio­ve­dì scor­so all’alba è arri­va­ta la Poli­zia. Tut­te e cen­to­tren­ta­tre le per­so­ne accam­pa­te al par­co sono sta­te sot­to­po­ste – così scri­vo­no i gior­na­li – a un dop­pio scree­ning, docu­men­ta­le e medi­co. L’accampamento di for­tu­na è sta­to sgom­be­ra­to, le per­so­ne sud­di­vi­se arbi­tra­ria­men­te in grup­pi e smi­sta­te in vari cen­tri del­la zona, sen­za tene­re in alcu­na con­si­de­ra­zio­ne even­tua­li esi­gen­ze personali.

Salvataggi in mare: cambia il Governo, ma nulla cambia

Sem­bra esser­si ormai cri­stal­liz­za­to qual­co­sa di simi­le a un pro­to­col­lo. Un pro­to­col­lo, a dir­la tut­ta, al qua­le ci sia­mo ormai più o meno abi­tua­ti dal momen­to in cui si è inse­dia­to il gover­no Con­te. Il pri­mo gover­no Con­te, per la pre­ci­sio­ne. Anche a quei tem­pi, infat­ti, la lar­ghis­si­ma par­te del­le ope­ra­zio­ni di “bloc­co” degli sbar­chi dal­le Ong si risol­ve­va così: gior­ni in mare, situa­zio­ni cri­ti­che a bor­do, situa­zio­ni sem­pre più tese fin­ché, anche allo­ra, le per­so­ne veni­va­no fat­te sbarcare.

Il ginocchio sul collo dei migranti invisibili in Libia è anche il nostro

Men­tre tut­to il mon­do sta veden­do e rive­den­do, con orro­re, il video nel qua­le un poli­ziot­to di Min­nea­po­lis sof­fo­ca con un ginoc­chio un nero di nome Geor­ge Floyd, incu­ran­te del­le sue invo­ca­zio­ni, Nel­lo Sca­vo su Avve­ni­re rac­con­ta del­la con­dan­na di tre tor­tu­ra­to­ri al sol­do del­la Guar­dia Costie­ra libi­ca e di una nuo­va stra­ge di migran­ti, assas­si­na­ti dai loro car­ce­rie­ri, men­tre la guer­ra fra le oppo­ste fazio­ni libi­che si fa sem­pre più sanguinosa.

Lesbo: non è umano il genere umano

L’appello va a tut­ti voi, esse­ri uma­ni che ave­te anco­ra il corag­gio di esse­re uma­ni: che que­ste ore, diven­ta­te gior­ni, non sva­ni­sca­no dal­la nostra memo­ria. Tenia­mo alta l’attenzione su Gre­cia e Tur­chia e chie­dia­mo, anzi pre­ten­dia­mo un segna­le imme­dia­to dal­le istituzioni.

L’impercettibile correzione di rotta sui decreti sicurezza #abolitequeidecreti

Un’o­pe­ra­zio­ne così tie­pi­da da far appa­ri­re l’in­ter­ven­to sul­la cit­ta­di­nan­za pro­po­sto da Lamor­ge­se (ripor­ta­re il ter­mi­ne mas­si­mo di rispo­sta alla doman­da di rico­no­sci­men­to da 48 a 24 mesi) un ten­ta­ti­vo di devia­re l’at­ten­zio­ne dato che, in pri­mo luo­go, non si annun­cia­no inter­ven­ti su altre gra­vi fat­ti­spe­cie intro­dot­te da Sal­vi­ni (revo­ca del­la cit­ta­di­nan­za e innal­za­men­to del­la rela­ti­va tas­sa) e, in secon­do luo­go, non si intac­ca per nul­la lo ius san­gui­nis pre­vi­sto dal nostro ordinamento.

La proposta di ‘nuovo’ accordo con la Libia è uguale al precedente accordo

«Le Par­ti inter­pre­te­ran­no ed appli­che­ran­no il pre­sen­te Memo­ran­dum nel rispet­to degli obbli­ghi inter­na­zio­na­li appli­ca­bi­li, in par­ti­co­la­re, del­le con­ven­zio­ni sui dirit­ti uma­ni di cui esse sia­no par­te». L’i­po­cri­sia del­la pro­po­sta ita­lia­na di modi­fi­ca del Memo­ran­dum con la Libia sta tut­ta qui, in que­sto passaggio.