Giuseppe Civati

Che cosa è maggioritario

C’è un gran­de dibat­ti­to sul mag­gio­ri­ta­rio, for­se per via del­la sua assen­za, deter­mi­na­ta dal­la boc­cia­tu­ra del­la rifor­ma elet­to­ra­le (che era pro­por­zio­na­le, eh) che la Cor­te costi­tu­zio­na­le ha riget­ta­to pro­prio nel suo «cuo­re», quel­lo del bal­lot­tag­gio e dell’analogia tra pre­mier e sindaco.

La mozione Attak e il Fuori congresso

Il refe­ren­dum del 4 dicem­bre è sta­to il vaso che ha fat­to tra­boc­ca­re il vaso. Che poi si è rot­to defi­ni­ti­va­men­te, con la sen­ten­za del­la Cor­te costi­tu­zio­na­le, che ha dichia­ra­to l’Ita­li­cum inco­sti­tu­zio­na­le, a pre­scin­de­re da quel risul­ta­to: il bal­lot­tag­gio pre­vi­sto era inco­sti­tu­zio­na­le comun­que, anche se la pro­pa­gan­da del­la mag­gio­ran­za ovvia­men­te cer­ca di occul­ta­re que­sto fondamentale …

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Metti che poi i “populisti” non vincano, di cosa parleranno i giornali?

Lo sche­ma è sem­pli­ce: par­la­re dei “popu­li­smi”, dar­li per vin­cen­ti per invi­ta­re tut­ti quan­ti al voto uti­le per il par­ti­to che già gover­na (il par­ti­to del­la nazio­ne che oggi un mini­stro defi­ni­sce: il par­ti­to del pae­se), azze­ran­do qual­sia­si altra solu­zio­ne. Però a ben guar­da­re le cose non stan­no esat­ta­men­te così e la dia­let­ti­ca non si …

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Una lip inedita su energia e democrazia

È note­vo­le che, tra lea­der mol­to cari­sma­ti­ci, dal Maschio (!) Angioi­no sia emer­sa la figu­ra di Anna­li­sa Cor­ra­do, con­fer­ma­ta come co-por­­ta­­vo­­ce di Green Ita­lia: una figu­ra poli­ti­ca ati­pi­ca (ma solo per­ché in Ita­lia la poli­ti­ca è fre­quen­ta­ta da tipi mol­to par­ti­co­la­ri), che non cono­sce i toni esa­spe­ra­ti del­la poli­ti­ca attua­le ma che sa inter­pre­ta­re quell’ambien­ta­li­smo …

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Animali possibili e dove trovarli

Per una vol­ta non par­le­re­mo del­la bale­na bian­ca e del­le mac­chie del gia­gua­ro, alme­no non in ‘quel’ sen­so. Par­le­re­mo del benes­se­re ani­ma­le, del­la qua­li­tà com­ples­si­va dell’ambien­te, del rispet­to che si deve por­ta­re a noi stes­si e al mon­do nel qua­le vivia­mo. È la pri­ma festa del­la poli­ti­ca ani­ma­le e ani­ma­li­sta e discu­te­re­mo insie­me di cose …

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Il futuro prima o poi torna

Nes­su­na tas­sa sul­la pri­ma casa, dice Ber­lu­sco­ni: fat­to, può rispon­de­re Ren­zi. Nes­su­na tas­sa sul­la suc­ces­sio­ne: non inter­ve­nu­to, lascian­do tut­to così com’era. Nes­su­na tas­sa sul­la pri­ma auto: solo accen­na­to, ma poi non si è con­cre­tiz­za­to. Chiu­su­ra vera di Equi­ta­lia: c’ha pro­va­to («via Equi­ta­lia!», lo slo­gan). Uso dei con­tan­ti fino a 8000 euro: li ha por­ta­ti a …

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Non ci fermiamo qui

Dal­la col­la­bo­ra­zio­ne con Sini­stra Ita­lia a quel­la con Green Ita­lia, pas­san­do attra­ver­so i movi­men­ti e le asso­cia­zio­ni di cit­ta­di­nan­za atti­va. Sem­pre con un focus sui pro­gram­mi. Sem­pre con il giu­sto slan­cio alla mobilitazione.

Né doppi fondi né secondi fini

Non abbia­mo fon­da­zio­ni alle spal­le. Non le abbia­mo mai avu­te. Finan­zia­mo i pro­get­ti con poco, sia­mo tra i pri­mi e i pochis­si­mi a far­lo con il cro­w­d­fun­ding, ren­di­con­tia­mo tut­to, ini­zia­ti­va per ini­zia­ti­va. Tut­to è trac­cia­bi­le, sen­za alcu­na zona gri­gia. Pre­fe­ria­mo pochi e bene­det­ti, piut­to­sto che tan­ti e male­det­ti. Non voglia­mo esse­re con­di­zio­na­ti da nes­su­no, pre­fe­ria­mo non …

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Scusate, ma noi non ci stiamo

Ponia­mo che que­sto papà e que­sta bam­bi­na voglia­no veni­re in Ita­lia. Lo devo­no fare con mez­zi di for­tu­na, affi­dan­do­si a cri­mi­na­li, sot­to­po­nen­do­si a ricat­ti inac­cet­ta­bi­li, pagan­do cifre esor­bi­tan­ti, evi­tan­do poli­zie che pos­so­no anche esse­re poco cor­ret­te e lea­li (quan­do non let­te­ral­men­te vio­len­te), affron­tan­do mare e muri, per­not­tan­do all’a­per­to e spo­stan­do­si di not­te, nel­l’om­bra. Lo devo­no fare suben­do vio­len­ze fisi­che e psi­co­lo­gi­che quo­ti­dia­ne e rischian­do quo­ti­dia­na­men­te la mor­te. Lo devo­no fare veden­do mori­re i pro­pri com­pa­gni di viag­gio al loro fian­co, col costan­te timo­re di esse­re i prossimi.

La politica della rassegnazione

Dal­la fal­sa rot­ta­ma­zio­ne, sia­mo pas­sa­ti alla ras­se­gna­zio­ne pres­so­ché tota­le. Dal­le lar­ghe inte­se, sia­mo pas­sa­ti — per col­pa pro­prio del­le lar­ghe inte­se — a osser­va­re ras­se­gna­ti un dibat­ti­to tra sor­di, in cui ci si man­da a quel Pae­se e nes­su­no ragio­na più. Una spe­cie di gigan­te­sco spec­chio rifles­so, a cui tut­ti sem­bra­no con­se­gna­ti. E ras­se­gna­ti. Dalle …

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