Tagliare la protezione umanitaria, l’ennesimo disumano strappo di Salvini

Men­tre abbia­mo anco­ra negli occhi le imma­gi­ni dell’ennesima tra­ge­dia del medi­ter­ra­neo, che solo due gior­ni fa ha com­mos­so, oltrag­gia­to e fat­to discu­te­re tan­ti di noi, il mini­stro dell’inferno Sal­vi­ni, che ha respin­to ogni respon­sa­bi­li­tà in mate­ria bol­lan­do come fake news le accu­se del­le ONG, con­fer­ma la sua linea di disu­ma­ni­tà e sop­pres­sio­ne dei dirit­ti, su tut­ti i fron­ti.

Come rive­la­to da Danie­la Fas­si­na sull’Avvenire, infat­ti, la Com­mis­sio­ne nazio­na­le sull’asilo ha invia­to lune­dì scor­so una cir­co­la­re a tut­ti i pre­si­den­ti del­le com­mis­sio­ni ter­ri­to­ria­li, chie­den­do espres­sa­men­te e sen­za mez­zi ter­mi­ni di taglia­re dra­sti­ca­men­te la pro­te­zio­ne uma­ni­ta­ria.

Que­sto non solo usan­do un tono e un lin­guag­gio che trat­ta la deli­ca­tis­si­ma que­stio­ne dei richie­den­ti asi­lo come una mera que­stio­ne di obiet­ti­vi nume­ri­ci da rag­giun­ge­re, nel disprez­zo del­le sof­fe­ren­ze e dei peri­co­li che le per­so­ne — per­ché sia­mo al pun­to di dover ricor­da­re che di per­so­ne si trat­ta  - in que­stio­ne han­no vis­su­to e vivo­no, ma anche andan­do ben oltre i com­pi­ti che la Com­mis­sio­ne nazio­na­le dovreb­be assol­ve­re, che si basa­no su prin­ci­pi giu­ri­di­ci e non poli­ti­ci.

Nel nostro Pae­se sono in atto pro­ve gene­ra­li di regi­me e i regi­mi ini­zia­no sem­pre dal­la com­pres­sio­ne dei dirit­ti fon­da­men­ta­li del­le mino­ran­ze, in que­sto caso si trat­ta dei richie­den­ti asilo.

Come denun­cia l’A­sgi, ciò che si masche­ra die­tro la diret­ti­va del­la Com­mis­sio­ne nazio­na­le è un inter­ven­to poli­ti­co del Vimi­na­le, sot­to la dire­zio­ne di Sal­vi­ni, sui nume­ri di asilo.

Noi ci bat­te­re­mo con tut­ti mez­zi che attri­bui­sce la fun­zio­ne costi­tu­zio­na­le di oppo­si­zio­ne poli­ti­ca, il nostro esse­re fede­li alla Costi­tu­zio­ne e alla Repub­bli­ca e il nostro esse­re cit­ta­di­ni atti­vi pron­ti alla resi­sten­za disar­ma­ta e non vio­len­ta ci consentono.

Que­sto gover­no sta pro­po­nen­do un model­lo di socie­tà chiu­sa e xeno­fo­ba, osti­le e arma­ta.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Caro Marco, ci vorrebbe un colpo da maestro

Caro Mar­co, ci vor­reb­be un col­po da mae­stro, alla Tibe­ri, l’abbiamo sem­pre chia­ma­to così: un’i­dea per scri­ve­re una sto­ria com­ple­ta­men­te diver­sa. Per­ché, Mar­co, non amavi

Nature Restoration Law: stavolta ha vinto la Terra!

È un momen­to sto­ri­co: oggi l’Europa ren­de leg­ge il ripri­sti­no del­la natu­ra, e defi­ni­sce la dire­zio­ne che il nostro con­ti­nen­te segui­rà per ridar­le spa­zio. La que­stio­ne non è edo­ni­sti­ca, e nem­me­no intel­let­tua­le: si trat­ta di per­met­te­re che gli eco­si­ste­mi, come i fiu­mi o le zone umi­de, ter­re col­ti­va­te e fore­ste, tor­ni­no gra­dual­men­te in una con­di­zio­ne di equi­li­brio per con­ti­nua­re a tra­sfor­ma­re la mate­ria, per ren­de­re, cioè, la bio­sfe­ra vivi­bi­le anche per noi.