Di fronte al risultato del referendum del 4 dicembre, nelle prime ore successive al voto, la maggior parte degli attori…
Politica
Le persone si sentono lontane dai luoghi delle decisioni, non rappresentate da una politica che appare prestare nome ad altri ben influenti soggetti decisionali. E qui la questione costituzionale si interseca con la questione politica ed economica. In una parola, la questione diventa democratica.
Ripartiamo subito, dal no al noi, per passare dalla difesa della Costituzione alla crescita di una comunità che è viva e che si è cementata in mesi di campagna serratissima. Ripartiamo dall’impegno di seminare un progetto che, nonostante in molti si siano impegnati (e lo faranno ancora) a banalizzare, sta tutto nelle politiche dei nostri comitati, negli studi dei nostri scritti, nelle proposte dei nostri parlamentari e in tutto quello che c’è da fare e che faremo.
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La fine della campagna referendaria non coincide con la fine dello sforzo profuso da coloro che hanno condotto la campagna per le strade e che nelle prossime ore sorveglieranno sulle operazioni di voto. A loro, il nostro più sentito ringraziamento.
Indispensabile lamentarsi della mancanza di sinistra, del resto: se a qualcuno dei loro affezionati lettori spuntasse la voglia di farsi un giro nel Paese reale (dove a sinistra ci si è consumate le suole a attraversare il Paese “nel merito” come piace a loro) uscendo dall’Italia “secondo Renzi, Repubblica e Calabresi” finirebbero per abbonarsi a Novella 7000 piuttosto che leggere il bollettino di governo.
Intervista a Maurizio De Giovanni, per rimettere assieme tutti i pezzi del giallo che dura tra troppe stagioni politiche e che sembra non giungere mai a una conclusione.
Sogniamo un Paese in cui ogni cittadino si fa partito, pensa te. Per poi, e solo poi, costruire un luogo che è coalizione di obiettivi, pensieri lunghi e comunità di sensibili concordi.
Se si tratta di lavorare sui dettagli di norme profondamente sbagliate per avere in cambio una comoda rappresentanza, siamo semplicemente di fronte alla morte della politica e della sinistra.
Nei prossimi mesi il nostro tour RiCostituente cercherà di affrontare anche il tema mafie. Mica solo per il NO ma soprattutto per il SÌ ad una politica iperpolitica, un’antimafia iperattiva e soprattutto un Paese con più politici possibili al di là dell’idea renziana.
Gianni Cuperlo dice che il referendum non è solo un plebiscito su Renzi ma è addirittura il congresso del Pd. Che dopo nel Pd se vincono i sì ci sarà solo Renzi. Una posizione talmente sbagliata che – nel tempo paradossale e devastato in cui viviamo – è corretta nell’analisi.
Era il 6 maggio dell’anno scorso quando Pippo Civati, salutando, lasciò il Pd. Non fu una scissione di corrente organizzata, semplicemente perché non lo era, ma l’inizio di un percorso in cui molti si sono ritrovati a condividere un impegno che, da lì a poco, sarebbe diventato Possibile, il nuovo soggetto politico che abbiamo iniziato e stiamo continuando a costruire.
L’ufficializzazione dell’iscrizione di Possibile al registro pubblico dei partiti politici era già arrivata qualche giorno fa – qui tutta la storia – ora ecco finalmente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Possibile agli Stati Generali a Napoli è diventato a tutti gli effetti soggetto politico. Prossimo appuntamento a Verona per “L’Italia…
In attesa dell’assemblea congressuale, in programma per il prossimo 21 novembre a Napoli, Possibile sta portando avanti le sue battaglie…