Alleanza con le cose

Ci vogliamo alleare con la società, con le sue competenze, con il suo impegno, con il senso di futuro di chi ha a cuore gli italiani di oggi e soprattutto quelli di domani. Vogliamo allearci con voi, con te. Dare la possibilità di partecipare a una profonda trasformazione, piena di alternativa e di opportunità.

Ci voglia­mo allea­re con tut­ti colo­ro che voglio­no cam­bia­re com­ple­ta­men­te l’im­po­sta­zio­ne del Jobs Act, del­la Buo­na Scuo­la, del­lo Sbloc­ca Ita­lia. Quin­di, non con chi li ha vota­ti. Semplice.

Non è que­stio­ne di sigle, ma di sostan­za. Di scel­te, non di posi­zio­na­men­ti. Di sin­ce­ri­tà, non di tattica.

Ci voglia­mo allea­re con le per­so­ne che han­no un’i­dea meno per­va­si­va del pote­re, all’in­se­gna di una poli­ti­ca che non si risol­ve in esso, che è cul­tu­ra e par­te­ci­pa­zio­ne. E trasparenza.

Ci voglia­mo allea­re con chi vuo­le appli­ca­re la Costi­tu­zio­ne e la leg­ge (già in vigo­re) sul­la ven­di­ta di armi ai pae­si in guerra.

Ci voglia­mo allea­re con chi vuo­le dare una misu­ra di civil­tà e di effi­cien­za all’ac­co­glien­za, nel­la gestio­ne più con­sa­pe­vo­le dei flus­si migratori.

Ci voglia­mo allea­re con chi vuo­le ridur­re la dif­fu­sio­ne del con­tan­te, che potreb­be vale­re fino a 2 pun­ti di Pil.

Ci voglia­mo allea­re con la Car­bon Tax (ed eli­mi­na­re la Tam­pon Tax). Ci voglia­mo dare obiet­ti­vi ambi­zio­si sul­l’ef­fi­cien­za e su un para­dig­ma ener­ge­ti­co che dia auto­no­mia e sovra­ni­tà ai nostri figli, sen­za dipen­de­re da sceic­chi e dittatori.

Ci voglia­mo allea­re con la pro­gres­si­vi­tà e con la fedel­tà fisca­le, uni­ci stru­men­ti per abbas­sa­re il peso fiscale.

Ci voglia­mo allea­re con­tro gli spre­chi. Con la ridu­zio­ne e ren­di­con­ta­zio­ne degli sti­pen­di dei poli­ti­ci, sen­za demagogia.

Ci voglia­mo allea­re con la ren­di­con­ta­zio­ne e la sele­zio­ne del­l’8 per mil­le.

Ci voglia­mo allea­re con la lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis, che vale 5 miliar­di e dareb­be bene­fi­ci e risor­se per affron­ta­re il feno­me­no del­l’a­bu­so di dro­ghe e per la sanità.

Ci voglia­mo allea­re con l’ugua­glian­za, con la pari­tà sala­ria­le (abbia­mo già pre­sen­ta­to due pro­po­ste, in meri­to), con il rispet­to del lavo­ro: con­tro il cot­ti­mo, lo sfrut­ta­men­to e la schiavitù.

Ci voglia­mo allea­re con la socie­tà, con le sue com­pe­ten­ze, con il suo impe­gno, con il sen­so di futu­ro di chi ha a cuo­re gli ita­lia­ni di oggi e soprat­tut­to quel­li di domani.

Voglia­mo allear­ci con voi, con te. Dare la pos­si­bi­li­tà di par­te­ci­pa­re a una pro­fon­da tra­sfor­ma­zio­ne, pie­na di alter­na­ti­va e di opportunità.

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Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

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500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

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Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Il quarto Congresso di Possibile, dedicato a Marco Tiberi

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Discarica di Borgo Montello: le future generazioni meritano un radicale cambio di rotta

Non è più pos­si­bi­le accet­ta­re una mala gestio­ne così gra­ve del­la disca­ri­ca e soprat­tut­to imma­gi­na­re poten­zia­men­ti e modi­fi­che sen­za che sia­no mes­se nero su bian­co anche da un pun­to di vista giu­ri­di­co le respon­sa­bi­li­tà pena­li dei dan­ni ambien­ta­li e alla salu­te che que­sto ter­ri­to­rio sta subendo.