insegnanti

Perché la violenza contro gli insegnanti?

Fra le con­se­guen­ze più tra­gi­che del­le rifor­me degli ulti­mi anni sal­ta­no all’oc­chio lo svi­li­men­to del­la pro­fes­sio­ne inse­gnan­te e le frat­tu­re all’interno del­la comu­ni­tà edu­can­te. Gli epi­so­di di aggres­sio­ne ad ope­ra di alcu­ni geni­to­ri nei con­fron­ti dei docen­ti sono una deci­na solo nell’ultima set­ti­ma­na, guar­da caso quel­la del­la con­se­gna del­le pagelle.

Un trattamento europeo per gli insegnanti italiani

Uno dei temi più “cal­di” dell’estate, in ambi­to sco­la­sti­co, visto l’imminente quan­to tar­di­vo rin­no­vo del con­trat­to per i dipen­den­ti del­la PA, è la richie­sta di equi­pa­ra­zio­ne degli sti­pen­di degli inse­gnan­ti ita­lia­ni a quel­li dei col­le­ghi europei.

Due anni di Buona scuola possono bastare

La Scuo­la Pub­bli­ca Sta­ta­le è in ginoc­chio, som­mer­sa di buro­cra­zia, pri­va­ta di fon­di strut­tu­ra­li che sem­pre in mag­gio­ri quan­ti­tà ven­go­no indi­riz­za­ti alle scuo­le pri­va­te, affos­sa­ta da mec­ca­ni­smi far­ra­gi­no­si che rego­le­ran­no il reclu­ta­men­to degli insegnanti

Scuola: la continuità dell’esclusione

Nel­le pie­ghe del­le dele­ghe alla leg­ge 107 il gover­no inse­ri­sce un prov­ve­di­men­to che va nel­la dire­zio­ne oppo­sta a quel­la del­l’in­clu­sio­ne, facen­do in modo che l’in­se­gnan­te di soste­gno pre­ca­rio ven­ga con­fer­ma­to di anno in anno su richie­sta dei geni­to­ri del­lo stu­den­te cer­ti­fi­ca­to secon­do la leg­ge 104, come se fos­se sem­pli­ce­men­te un assi­sten­te spe­cia­li­sti­co alla per­so­na e non un docen­te del­l’in­te­ra clas­se asse­gna­to per la pre­sen­za di biso­gni edu­ca­ti­vi spe­cia­li. Si trat­ta di uno stra­vol­gi­men­to del ruo­lo e del­le fun­zio­ni del­l’in­se­gnan­te di sostegno.

Hanno fatto arrabbiare tutti, ma non cambia niente

Men­tre la con­trat­ta­zio­ne sul­la mobi­li­tà pro­se­gue ver­so una fir­ma con le 00.SS. atte­sa in set­ti­ma­na, ieri è arri­va­ta la pro­po­sta del Miur rispet­to alla “chia­ma­ta per com­pe­ten­ze”, meglio nota come “chia­ma­ta diret­ta” dei Diri­gen­ti Sco­la­sti­ci, di cui tan­to abbia­mo let­to e scrit­to a set­tem­bre. E, incre­di­bil­men­te, la pro­po­sta del Miur è la stes­sa del­lo scor­so anno: pre­ve­de cioè un col­lo­quio col Diri­gen­te e l’assegnazione di inca­ri­co sen­za una gri­glia di cri­te­ri ogget­ti­vi. Ancora!

Il paradosso degli insegnanti che hanno subito il terremoto

Ci sono inse­gnan­ti nel­le zone ter­re­mo­ta­te che sono sta­te tra­sfe­ri­te in Vene­to o in Friu­li. Nel frat­tem­po, pur con la gran­de pro­ba­bi­li­tà di otte­ne­re l’as­se­gna­zio­ne prov­vi­so­ria vici­no casa in vir­tù del fat­to che han­no figli pic­co­li, dovran­no al momen­to pren­de­re ser­vi­zio nel­la scuo­la dove han­no otte­nu­to il tra­sfe­ri­men­to. Quin­di, nel nostro caso, l’in­se­gnan­te deve pre­sen­tar­si In Vene­to o in Friuli.

Diventare insegnanti nella “buona scuola”

Chi cono­sce la com­ples­si­tà del pre­ca­ria­to sco­la­sti­co ha ben pre­sen­te che quan­to lo stes­so Ren­zi anda­va affer­man­do, “risol­ve­re­mo il pro­ble­ma dei pre­ca­ri del­la scuo­la”, non era altro che l’ennesimo slo­gan e l’ulteriore ban­die­ri­na da sven­to­la­re di fron­te all’opinione pubblica.