La falda acquifera del Gran Sasso è la principale risorsa idrica della provincia di Teramo, servendo 700 mila cittadini, immersa…
Acqua
Oggi, 22 marzo, è come ogni anno il WorldWaterDay, anche per ricordare che 1.8 milioni di persone al mondo non hanno accesso ad una fonte d’acqua sicura e potabile. Chi soffre maggiormente della mancanza di accesso all’acqua sono come sempre le persone più vulnerabili, tra cui rifugiati e sfollati.
Il 13 dicembre 2016 potrebbe diventare uno snodo fondamentale della storia italiana del processo di riappropriazione da parte dei cittadini di un bene comune quale è l’acqua.
L’avevamo intuito subito ma ora è documentato: non si tratta soltanto di “bollette pazze” ma di una gestione sostanzialmente privatistica dell’acqua da parte di una società “in house” che opera come se avesse un appalto remunerato “a piè di lista”, senza responsabilità e rischio d’impresa, accollando ai cittadini-utenti maggiori costi illegittimi e ingiustificati.
Madesimo, in cima alla Valchiavenna (Sondrio), è il comune d’Italia più lontano dal mare: impossibile quassù parlare di referendum sulle trivellazioni? No!
Il caso Valtellina è una storia a due dimensioni: una piccola vicenda locale e tematica e allo stesso tempo un’esperienza civile che consideriamo paradigmatica e utile a tutta l’Italia Possibile che vogliamo costruire.
Nel 2011 il 95,8% degli votanti nel referendum per la gestione del servizio idrico si espresse a favore dell’acqua pubblica. Ora, un emendamento del Partito Democratico cancella proprio l’architrave della legge: che il gestore dell’acqua sia pubblico.
La Legge regionale campana n.15/2015 riordina il Servizio Idrico Integrato e disattende palesemente l’esito referendario del 2011 con cui 27 milioni di Italiani si sono espressi a favore della gestione pubblica del servizio, riconoscendo l’acqua come bene comune.
C’è un detto antico, diffuso nell’area partenopea e in altre parti del Sud e portato in musica da James Senese,…