Caro Ministro ti scrivo

Le abbiamo scritto questa lettera, caro Ministro, perché anche se ha “perso” la poltrona, crediamo che non abbia dimenticato le priorità che avevano caratterizzato il suo mandato. Magari adesso non diventerà un astronauta, ma magari può usare ancora la sua voce per far capire cosa serve qui sulla Terra.

Caro Mini­stro Costa, come sta?

Nel­le ulti­me set­ti­ma­ne avrà nota­to sicu­ra­men­te que­sti cam­bi repen­ti­ni di meteo. Una Pasqua cal­da e pri­ma­ve­ri­le e poi die­ci gior­ni fred­di come a novem­bre. Sarà for­se il cam­bia­men­to climatico?

Ma in fon­do che sarà mai… lo san­no pure i sas­si che “non ci sono più le mez­ze stagioni”

Inol­tre resta­no anco­ra le zone cal­de del loc­k­do­wn gene­ra­le — e non per le alte tem­pe­ra­tu­re ma per la pan­de­mia — e quin­di non pos­sia­mo nep­pu­re segui­re il con­si­glio dell’Unep di fare “pace con la Natu­ra” e recar­ci alla gita fuo­ri por­ta. Ma tan­to non ci sono nem­me­no i pon­ti di apri­le e maggio!

Che for­se è anche meglio visto che avrem­mo lascia­to rifiu­ti spar­si per i pra­ti e i boschi, che poi fini­sco­no nei fiu­mi e da lì nel mare e noi poi ci indi­gnia­mo giu­sto il tem­po di un post sui social.

Si ricor­da, caro Mini­stro, del rap­por­to IPPC del 2018 sul riscal­da­men­to glo­ba­le? Si era­no sba­glia­ti: era­no sta­ti trop­po otti­mi­sti e l’aumento del­le tem­pe­ra­tu­re potreb­be esse­re addi­rit­tu­ra maggiore.

Sia­mo solo ad apri­le e sia­mo ai livel­li di sic­ci­tà come se fos­si­mo nel mese di ago­sto e in più l’Europa, la cat­ti­va Euro­pa, impo­ne che sui nostri fiu­mi ven­ga appli­ca­to il con­cet­to del mini­mo vita­le per cui biso­gna garan­ti­re acqua all’agricoltura e anche agli altri usi e biso­gna pure man­te­ner­la nel fiu­me per sal­va­guar­da­re gli habi­tat natu­ra­li e la bio­di­ver­si­tà acqua­ti­ca. Men­tre quest’acqua potreb­be esse­re usa­ta per altri scopi.

Ma pen­sia­mo al futu­ro. C’è que­sta sto­ria dei cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci che non dovreb­be far­ci dor­mi­re la not­te e inve­ce nul­la, sia­mo qui a ragio­na­re del­le stel­le che, va bene “Ad astra per aspe­ra”, ma for­se stia­mo esa­ge­ran­do. Se l’obiettivo è di rag­giun­ge­re la neu­tra­li­tà car­bo­ni­ca entro il 2050 dovrem­mo inve­ce lavo­ra­re per decar­bo­niz­za­re il nostro pae­se, incen­ti­va­re l’uso del­le fon­ti rin­no­va­bi­li per pro­dur­re ener­gia puli­ta e assi­cu­ra­re un futu­ro miglio­re alle futu­re gene­ra­zio­ni. Cose un po’ più “Ter­ra, Ter­ra”, ver­reb­be da dire.

E dob­bia­mo far­lo oggi, non tra 5 o 10 anni, quan­do sare­mo già fuo­ri tem­po mas­si­mo. Per cui dob­bia­mo agi­re fin da subi­to, sen­za per­de­re tem­po die­tro ai nega­zio­ni­sti o sen­za dare trop­pa ret­ta a chi dovreb­be occu­par­si di tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca e inve­ce sem­bra fare esat­ta­men­te l’opposto.

Figu­ra­ti, caro Mini­stro Costa, che com­pa­gnie mine­ra­rie stra­nie­re stan­no tor­nan­do in Ita­lia per estrar­re tita­nio e altri metal­li dal­le mon­ta­gne ricom­pre­se all’interno di par­chi natu­ra­li o nel­le zone a pro­te­zio­ne spe­cia­le e sai per­ché? Per­ché per la tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca ser­ve ria­pri­re le minie­re! Poco impor­ta se le minie­re sono per la mag­gior par­te in par­chi natu­ra­li, dove i mec­ca­ni­smi eco­no­mi­ci che aiu­ta­no la cre­sci­ta di que­sti ter­ri­to­ri si basa­no sul turi­smo soste­ni­bi­le, sul­le bel­lez­ze natu­ra­li che devo­no esse­re rispet­ta­te e vis­su­te in manie­ra sensata.

Men­tre in mare, beh, inve­ce nel mare stan­no con­ti­nuan­do a “col­ti­va­re gli idro­car­bu­ri” con tri­vel­le su trivelle.

Lascia­mo per­de­re il discor­so rela­ti­vo alle Rete Eco­lo­gi­ca e alla Rete Natu­ra 2000, per non par­la­re del futu­ro del­la Mon­ta­gna. Ci sia­mo aggiu­di­ca­ti le Olim­pia­di del­la Neve del 2026 con Mila­no e Cor­ti­na con l’impegno nero su bian­co di sal­va­guar­da­re i costi e la natu­ra. Ecco, si sono divo­ra­ti pure la car­ta su cui era scrit­to l’impegno.

Si auto­riz­za­no poten­zia­men­ti e amplia­men­ti di aero­por­ti: uno dei set­to­ri, quel­lo del tra­spor­to aereo, che è più indie­tro di altri nel­la lot­ta alle emis­sio­ni cli­mal­te­ran­ti. Eppu­re i pia­ni per il set­to­re aereo pre­ve­do­no che tut­ti gli aero­por­ti ita­lia­ni, sud­di­vi­si per impor­tan­za, si pos­sa­no amplia­re. Ok che abbia­mo tut­ti voglia di tor­na­re a viag­gia­re, ma mica par­tia­mo tut­ti insieme!

Tut­to in que­sto pae­se, caro Mini­stro Costa, vie­ne rac­con­ta­to come prio­ri­ta­rio e stra­te­gi­co, ma se tut­to è prio­ri­ta­rio e stra­te­gi­co, nul­la è prio­ri­ta­rio e stra­te­gi­co.

E poi c’è que­sta fac­cen­da del­le infra­strut­tu­re prio­ri­ta­rie per siste­ma pae­se. Ita­lia Viva ha la sua lun­ga lista di ope­re, For­za Ita­lia pure, il Par­ti­to Demo­cra­ti­co anche, men­tre il Movi­men­to Cin­que Stel­le segue l’onda.

Figu­ra­ti che han­no rispol­ve­ra­to il Pon­te sul­lo Stret­to di Mes­si­na. C’è addi­rit­tu­ra chi giu­ra di aver già visto il pla­sti­co che ovvia­men­te sarà pre­sen­ta­to da Bru­no Vespa. Poi, dicia­mo­lo: vi ser­ve vera­men­te ‘sto pon­te? Fate­lo, ma vi cuc­ca­te tut­te le nor­me ambien­ta­li del caso. Non quel­le vigen­ti ora però, ma quel­le che andreb­be­ro intro­dot­te. Per­ché in Ita­lia con­tro le gran­di infra­strut­tu­re non si può nul­la, ma alme­no dovrem­mo comin­cia­re a voler­le fat­te bene, dal pun­to di vista ambien­ta­le, s’intende.

Non ci sia­mo Mini­stro Costa, non ci sia­mo pro­prio. Figu­ra­ti che la ter­ra con­ti­nua a fra­na­re eppu­re si con­ti­nua a costrui­re sul­le rive dei tor­ren­ti e dei fiu­mi. E quan­do arri­va­no i feno­me­ni tem­po­ra­le­schi vio­len­ti e improv­vi­si andia­mo sott’acqua, e par­te il car­roz­zo­ne del­le col­pe quan­do basta­va pren­der­si le pro­prie respon­sa­bi­li­tà in precedenza.

E sai qual è la rispo­sta che vie­ne data al momen­to a que­ste pro­ble­ma­ti­che? La sbu­ro­cra­tiz­za­zio­ne e la sem­pli­fi­ca­zio­ne del­le nor­me per cui se devi costrui­re un’opera, poco impor­ta se sia neces­sa­ria o meno.

Si dà tut­to in mano ad un Com­mis­sa­rio che “annac­qua” le gare d’appalto, ridu­ce i tem­pi e supe­ra gli even­tua­li pare­ri come quel­li del­le Soprin­ten­den­ze – ridot­te come orga­ni­co duran­te le recen­ti modi­fi­che nel­la Pub­bli­ca Ammi­ni­stra­zio­ne. In più le pro­ce­du­re di Valu­ta­zio­ne di Impat­to Ambien­ta­le non pren­do­no in con­si­de­ra­zio­ne gli impat­ti ambien­ta­li, ma auto­riz­za­no le ope­re a fron­te di mil­le pre­scri­zio­ni, miti­ga­zio­ni e com­pen­sa­zio­ni che nel­la mag­gior par­te dei casi non ver­ran­no mai rea­liz­za­te. For­se sono pro­prio i cri­te­ri ambien­ta­li quel­li che dovreb­be­ro ave­re il peso mag­gio­re in que­ste deci­sio­ni. Poi ce lo spie­ghe­ran­no quel­li del pla­sti­co del Pon­te, se si fa o no.

Infi­ne, ma non meno impor­tan­te in que­sta lun­ga lista, abbia­mo tut­ta la vicen­da del PNRR, dove sem­bra di esse­re tor­na­ti indie­tro agli anni 80 del seco­lo scor­so, quan­do era tut­to fat­ti­bi­le sen­za pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne la pre­sen­za dei boschi, degli ambien­ti natu­ra­li e del­la loro impor­tan­za. E dimen­ti­can­do­ci che la vera par­ti­ta si gio­che­rà nel­le cit­tà, dove inqui­nia­mo tut­ti allo stes­so modo, solo per il fat­to che ci vivia­mo e ci lavo­ria­mo. A quan­to pare una mano di ver­de tra un palaz­zo e l’altro met­te a posto mol­te coscien­ze, ma lo sap­pia­mo che così non si risol­ve nulla.

La cosa pre­oc­cu­pan­te è che le ope­re che non si sono rea­liz­za­te negli anni ’90 e 2000, gra­zie a comi­ta­ti loca­li e asso­cia­zio­ni ambien­ta­li­ste, oggi ven­go­no ripro­po­ste come “fon­da­men­ta­li” per il futu­ro soste­ni­bi­le del pae­se. E nel frat­tem­po un’intera gene­ra­zio­ne di gio­va­ni urla allo scan­da­lo, rice­ven­do un “più” sul regi­stro come ricompensa.

Ma come? Ma per­ché? Ma che diamine!?

Il brut­to affa­re dei cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci sem­bra non esse­re pre­sen­te nell’agenda di Gover­no. Ah, è un Gover­no dei Miglio­ri, alme­no così lo han­no venduto.

Le abbia­mo scrit­to que­sta let­te­ra, caro Mini­stro, per­ché anche se ha “per­so” la pol­tro­na, cre­dia­mo che non abbia dimen­ti­ca­to le prio­ri­tà che ave­va­no carat­te­riz­za­to il suo man­da­to. Maga­ri ades­so non diven­te­rà un astro­nau­ta, ma maga­ri può usa­re anco­ra la sua voce per far capi­re cosa ser­ve qui sul­la Terra.

Wal­ter Girar­di Cattaneo

Fran­ce­sco Selva

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