Un equo abitare da ieri è costituzionale, da domani sarà possibile

Non è lega­le affit­ta­re in nero, non è equo che chi denun­cia l’evasore fisca­le deb­ba risar­cir­lo con gli interessi.

Ieri la Cor­te Costi­tu­zio­na­le ha san­ci­to in via defi­ni­ti­va che le inden­ni­tà di occu­pa­zio­ne pre­vi­ste da una nor­ma che tute­la­va chi, dal 2011, ha auto­de­nun­cia­to la pro­pria con­di­zio­ne di con­dut­to­re in nero di immo­bi­le ad uso abi­ta­ti­vo, sono legit­ti­me: non un sol­do di più è dovu­to a chi ha fat­ta eva­sio­ne tota­le sugli immo­bi­li di sua pro­prie­tà non dichia­ran­do un euro al fisco, e affit­tan­do­le inte­gral­men­te in nero, per decenni.

Il prin­ci­pio par­reb­be paci­fi­co: il nero non si può fare, la più gran­de fet­ta del­la ric­ca tor­ta dell’evasione fisca­le nel nostro Pae­se è del tut­to ille­ci­ta, eppu­re sino al 2011 era per cla­mo­ro­si e decen­na­li vuo­ti legi­sla­ti­vi più che tollerata.

Suc­ces­si­va­men­te, l’introduzione del D.lgs 23/2011 for­ni­sce un ine­di­to e straor­di­na­rio stru­men­to di con­tra­sto a tale pia­ga, con­sen­ten­do a tut­ti i con­dut­to­ri di immo­bi­li di auto­de­nun­ciar­si pres­so l’Agenzia del­le Entra­te facen­do emer­ge­re la pro­pria con­di­zio­ne loca­ti­zia in nero e otte­nen­do, gra­zie all’autodenuncia, la licei­tà dei pro­pri dirit­ti dell’abitare con un con­trat­to di affit­to final­men­te pie­na­men­te rego­la­re e con una inci­si­va ridu­zio­ne del cano­ne per inco­rag­gia­re tale emersione.

Corag­gio non da poco, il neces­sa­rio, con­si­de­ra­ta la rispo­sta negli anni data dai padro­ni di casa che eva­de­va­no com­ple­ta­men­te il fisco e che per ben tre vol­te sono arri­va­ti davan­ti alla Cor­te Costi­tu­zio­na­le, vin­cen­do le pri­me due, fino al ter­zo e defi­ni­ti­vo pro­nun­cia­men­to di ieri che met­te la paro­la fine, una vol­ta per tut­te e per una vol­ta un fine lie­to, ad una sto­ria di lega­li­tà ed equità.

O alme­no la pri­ma par­te, del­la sto­ria, poi­ché tale leg­ge del 2011, da ieri defi­ni­ti­va­men­te costi­tu­zio­nal­men­te sal­va­guar­da­ta, non pro­du­ce tut­ta­via più pie­ni effet­ti dal 2015, e cre­den­do fer­ma­men­te come Pos­si­bi­le che non sia equo esau­to­ra­re gli inqui­li­ni di ogni dirit­to e costrin­ger­li alla ves­sa­zio­ne nero abi­ta­ti­vo che dan­neg­gia loro e il Pae­se tut­to (per­si­no chi il nero lo vor­reb­be impor­re sui pro­pri immo­bi­li, ma si sa, al nero, al buio si diven­ta cie­chi e ci si può far del male da soli), tra le pro­po­ste di leg­ge su cui stia­mo lavo­ran­do da oggi tor­ne­re­mo, con­for­ta­ti da una Con­sul­ta che a più ripre­se e con par­ti­co­la­re inci­den­za quest’anno sta riaf­fer­man­do i più sacro­san­ti e sani prin­ci­pi costi­tu­zio­na­li fon­da­men­ta­li, a lavo­ra­re anche su una leg­ge che rein­tro­du­ca simi­li nor­me di effi­ca­ce con­tra­sto agli affit­ti in nero.

Per­ché la sovra­ni­tà appar­tie­ne al popo­lo, e le case appar­ten­go­no ai loca­to­ri che le affit­ta­no rego­lar­men­te ai con­dut­to­ri che le abi­ta­no eser­ci­tan­do il pro­prio legit­ti­mo dirit­to dell’abitare alla luce del sole, sen­za nero, sen­za eclis­si, sen­za eva­sio­ne.

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