decontribuzione

Briciole di Jobs Act: cosa è rimasto del grande boom?

La cor­sa all’o­ro l’ab­bia­mo paga­ta per tut­to il 2016 e con­ti­nuia­mo a pagar­la ora. Sì, per­ché i con­trat­ti atti­va­ti nel 2015 in regi­me di eso­ne­ro con­tri­bu­ti­vo, ed anco­ra in esse­re alla data attua­le, inci­do­no sul bilan­cio pub­bli­co per una cifra che oscil­la intor­no ai 6–7 miliar­di di euro

Lavoro: di misure tampone muore un’economia

Dal­la decon­tri­bu­zio­ne si pas­sa ai bonus occu­pa­zio­na­li. La logi­ca sot­te­sa è però sem­pre quel­la: un bonus che incen­ti­va prov­vi­so­ria­men­te l’assunzione dei gio­va­ni sen­za una vera pro­spet­ti­va di lun­go perio­do. Una misu­ra “tam­po­ne”.

Premier fantastici (e dove trovarli)

Ora è al voto, con la fidu­cia, il cosid­det­to decre­to fisca­le, nel qua­le non vi è trac­cia del­la decon­tri­bu­zio­ne tota­le per il Sud annun­cia­ta da Ren­zi. Così come non ce n’è trac­cia nel­la leg­ge di Bilancio.

Jobs Act in profondo rosso

Nei pri­mi otto mesi di que­st’an­no abbia­mo com­ple­ta­men­te rias­sor­bi­to gli effet­ti degli sgra­vi con­tri­bu­ti­vi. Ven­ti miliar­di cir­ca che non han­no avu­to effet­ti dura­tu­ri sul mer­ca­to del lavo­ro. E nel frat­tem­po cor­ro­no i voucher.