Pensioni: dal Governo una proposta indecente

Piuttosto che flessibilità in uscita, il governo propone un'uscita a pedaggio e il pedaggio sarebbe di una mensilità per ogni anno di anticipo del pensionamento.

“Sul­la fles­si­bi­li­tà in usci­ta il gover­no ha avan­za­to una pro­po­sta inde­cen­te. Piut­to­sto che fles­si­bi­li­tà in usci­ta, il gover­no pro­po­ne un’u­sci­ta a pedag­gio e il pedag­gio sareb­be di una men­si­li­tà per ogni anno di anti­ci­po del pen­sio­na­men­to. Uno stu­dio del­la UIL ipo­tiz­za il sacri­fi­cio di un impor­to pari a 898 euro all’an­no per chi per­ce­pi­rà una pen­sio­ne di 1000 euro net­ti. Ban­che, assi­cu­ra­zio­ni e isti­tu­ti finan­zia­ri (i veri azio­ni­sti del gover­no Ren­zi) gesti­ran­no un bel­l’af­fa­ro­ne, con tas­si di inte­res­se remu­ne­ra­ti­vi e zero rischi”. Così in una nota i depu­ta­ti di Pos­si­bi­le Civa­ti, Mae­stri, Bri­gno­ne, Pasto­ri­no, Matar­rel­li e l’eu­ro­de­pu­ta­ta Elly Schlein. “Il gover­no, dun­que, deci­de di non met­te­re mano alla leg­ge For­ne­ro e di finan­zia­riz­za­re anche il dirit­to alla pen­sio­ne. A nostro avvi­so si pone anche un pro­ble­ma di costi­tu­zio­na­li­tà, per­ché l’art. 38 del­la Costi­tu­zio­ne par­la di dirit­ti, non di stru­men­ti finan­zia­ri che con­di­zio­na­no l’e­si­gi­bi­li­tà dei dirit­ti. Se il prin­ci­pio del­la fles­si­bi­li­tà in usci­ta dal lavo­ro è con­di­vi­si­bi­le, lo stru­men­to pro­po­sto dal gover­no è sba­glia­to. Inve­ce di cor­reg­ge­re la leg­ge For­ne­ro si sce­glie una scor­cia­to­ia a pedag­gio: e a paga­re sono sem­pre i più debo­li”, concludono.

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