Lavoro, Civati: «Poletti incommentabile, mentre il buco del Jobs act è diventato una voragine»

Nel giorno in cui l’Osservatorio dell’Inps diffonde i catastrofici dati sul lavoro dei primi 10 mesi del 2016, il ministro Poletti rilascia dichiarazioni insulse sui giovani e mette le mani avanti dichiarando che il Governo è pronto a rimediare a livello normativo all'uso dei voucher.

Visto che i gio­va­ni han­no vota­to in mas­sa no al refe­ren­dum costi­tu­zio­na­le, la linea di Polet­ti è quel­la di far­glie­la paga­re con dichia­ra­zio­ni insul­se e ran­co­ro­se, di bas­sis­si­mo pro­fi­lo trat­tan­do­si di un Mini­stro del­la Repub­bli­ca. Solo così si spie­ga il fat­to che Polet­ti si sia sen­ti­to auto­riz­za­to a dire che è bene che mol­ti gio­va­ni abbia­no lascia­to l’Italia per­ché “que­sto Pae­se non sof­fri­rà a non aver­li più tra i pie­di”. Incommentabile.

Nel gior­no in cui l’Osservatorio dell’Inps dif­fon­de i cata­stro­fi­ci dati sul lavo­ro dei pri­mi 10 mesi del 2016 (boom di vou­cher, aumen­to dei licen­zia­men­ti disci­pli­na­ri e dimi­nu­zio­ne dei con­trat­ti a tem­po inde­ter­mi­na­to dell’89% rispet­to al 2015), il mini­stro Polet­ti met­te inol­tre le mani avan­ti e dichia­ra che il Gover­no è pron­to a rime­dia­re a livel­lo nor­ma­ti­vo all’u­so dei vou­cher. Dopo i bal­let­ti dei gior­ni scor­si dove lo stes­so Polet­ti ave­va par­la­to di ele­zio­ni anti­ci­pa­te per non sot­to­por­re il Gover­no a una pos­si­bi­le boc­cia­tu­ra anche con il refe­ren­dum sul jobs act, con­ti­nua­no a cer­ca­re top­pe anche se ormai il buco è diven­ta­to una vora­gi­ne. Que­sti dati sono la pie­tra tom­ba­le rispet­to all’intera rifor­ma del lavo­ro volu­ta da Ren­zi. La trac­cia­bi­li­tà da sola non basta, biso­gna abo­li­re i vou­cher in mol­ti set­to­ri e ripor­tar­li alla loro fun­zio­ne ori­gi­na­ria. Per com­ple­ta­re il qua­dro Polet­ti dice anche che il jobs act fa bene al Pae­se e non vede moti­vi per i qua­li si deb­ba modi­fi­ca­re. Per for­tu­na li vedo­no gli ita­lia­ni e li vedran­no anche nel­le urne.

Giu­sep­pe Civati

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