L’amaca dell’anno dopo

Tra un anno, Serra potrebbe improvvisamente accorgersi che non ha senso un partito che al suo interno contiene sia la destra che la sinistra, che destra e sinistra si confrontano alle elezioni, non alle primarie.

Miche­le Ser­ra scri­ve nel­la sua rubri­ca di ieri che a Mila­no si sen­te tira­re un ven­to ligu­re, con la dif­fe­ren­za che alle pri­ma­rie mila­ne­si il can­di­da­to con­ser­va­to­re ha vin­to per divi­sio­ni altrui e non, come in Ligu­ria, per col­pa di irre­go­la­ri­tà.

Se quel­la è la dif­fe­ren­za che con­ta, se ne potreb­be dedur­re che quin­di sia sta­to giu­sto, l’an­no scor­so, lascia­re il Pd e pro­va­re a costrui­re in Ligu­ria qual­co­sa di diver­so: ma sfor­tu­na­ta­men­te non risul­ta­no rubri­che di Ser­ra a favo­re, ai tempi.

Tra un anno, Ser­ra potreb­be improv­vi­sa­men­te accor­ger­si che non ha sen­so un par­ti­to che al suo inter­no con­tie­ne sia la destra che la sini­stra, che destra e sini­stra si con­fron­ta­no alle ele­zio­ni, non alle pri­ma­rie. E che ha anco­ra meno sen­so, se quel par­ti­to, di sini­stra, ha ormai solo la pro­ve­nien­za dicia­mo così sto­ri­ca, men­tre di fat­to gover­na con la destra e soprat­tut­to attua poli­ti­che di destra, e quin­di fini­sce ine­vi­ta­bil­men­te per iden­ti­fi­car­si più con quel­la sua par­te, che con la secon­da, e soprat­tut­to lo stes­so fini­sco­no per fare colo­ro che scel­go­no di votarlo.

Di tut­to que­sto potreb­be appun­to ren­der­si con­to, tra un anno, Miche­le Ser­ra, men­tre nel frat­tem­po l’a­zio­ne di que­sto Gover­no andrà avan­ti con le sue poli­ti­che sba­glia­te, e ci saran­no di mez­zo ele­zio­ni e refe­ren­dum. Aspet­tia­mo con fidu­cia Ser­ra, coi suoi tem­pi, non se ne abbia a male se noi si pro­va a fare qual­co­sa, come dire, nel frat­tem­po.

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