La bufala dello stupratore assolto perché immigrato — #Antivirus

Sta­mat­ti­na, sul­le pagi­ne de La Veri­tà, il quo­ti­dia­no diret­to da Mau­ri­zio Bel­pie­tro, un arti­co­lo fir­ma­to da Danie­le Capez­zo­ne è dedi­ca­to a una sen­ten­za pro­nun­cia­ta dal­la Cor­te d’Assise di Cou­tan­ces, nel dipar­ti­men­to del­la Mani­ca, in Francia.

Il tito­lo de La Veri­tà, quo­ti­dia­no di cui ci sia­mo già occu­pa­ti in altre occa­sio­ni per rico­stru­zio­ni dei fat­ti non pro­prio veri­tie­re, par­la chia­ro: “Stu­pra­to­re assol­to per­ché è un immi­gra­to”.

Que­sto il sot­to­ti­to­lo: “In Fran­cia un uomo del Ban­gla­desh, già con­dan­na­to per aver abu­sa­to di una mino­ren­ne, vie­ne lascia­to libe­ro dopo aver vio­len­ta­to un’altra ragaz­zi­na. Per i giu­di­ci non ha i “codi­ci cul­tu­ra­li” per capi­re il rea­to. La poli­zia: “Per lui le fran­ce­si sono tut­te prostitute.”

La vicen­da, nar­ra­ta dal quo­ti­dia­no fran­ce­se Le Figa­ro, risa­le al 21 novem­bre, quan­do i giu­di­ci del­la Cor­te d’Assise del­la Mani­ca han­no esa­mi­na­to il caso di un rifu­gia­to ban­gla­de­se accu­sa­to di aver vio­len­ta­to a due stu­den­tes­se, una di 15 e una di 16 anni.

Come spie­ga il quo­ti­dia­no loca­le La Man­che Libre , il gio­va­ne era sta­to denun­cia­to dal­la quin­di­cen­ne, la cui denun­cia era sta­ta però archi­via­ta dal­la poli­zia per­ché la “man­can­za di con­sen­so” al rap­por­to non era sta­ta espressa.

La poli­zia ha però ammes­so che le dichia­ra­zio­ni del­la vit­ti­ma tra­scrit­te nel ver­ba­le era­no sta­te date come rispo­ste a doman­de chiu­se e che que­sto avreb­be potu­to influi­re nel­la testi­mo­nian­za, ria­pren­do il caso in segui­to alla secon­da denuncia.

La Cor­te si è tro­va­ta dun­que ad esa­mi­na­re due casi, e ha emes­so due sen­ten­ze di segno oppo­sto: con­dan­na a due anni di car­ce­re per aggres­sio­ne ses­sua­le per il caso del­la sedi­cen­ne e, come ripor­ta­to cor­ret­ta­men­te da La Veri­tà, asso­lu­zio­ne per la pre­sun­ta vio­len­za ai dan­ni del­la quindicenne.

La bufa­la de La Veri­tà, ripor­ta­ta poi dal sito web de Il Gior­na­le  e dal­la galas­sia social del­le destre, sta nel ripor­ta­re in modo del tut­to scor­ret­to la moti­va­zio­ne del­la sentenza.

Lo stu­pra­to­re, infat­ti, non è sta­to assol­to “in quan­to immi­gra­to”, come scrit­to nel tito­lo, ma uni­ca­men­te sul­la base del­le leg­gi sul­lo stu­pro vigen­ti in Francia.

Allo stes­so modo, non è vero che “l’origine dell’imputato si è tra­sfor­ma­ta in un fat­to­re cru­cia­le per la deci­sio­ne del­la Cor­te, con una sur­rea­le pre­va­len­za di ele­men­ti socio­lo­gi­ci, antro­po­lo­gi­ci, “cul­tu­ra­li” sul­la fred­da dina­mi­ca dei fat­ti”, come scri­ve Capez­zo­ne nell’articolo.

A con­fer­mar­lo sono le paro­le dell’avvocato del­la denun­cian­te, che tro­via­mo nel­lo stes­so arti­co­lo di Le Figa­ro (fon­te di quel­lo di Capez­zo­ne), e che però, casual­men­te, non sono cita­te da La Verità:

L’o­ri­gi­ne de l’ac­cu­sé n’a pas été un élé­ment déter­mi­nant mais un élé­ment par­mi d’au­tres. Les déba­ts ont tour­né autour de la notion de con­sen­te­ment. Les jurés ont esti­mé que l’au­teur n’a­vait pas pris con­scien­ce de l’ab­sen­ce de con­sen­te­ment de la vic­ti­me au moment des fai­ts, pré­ci­se-t-il au Figa­ro. Après le ver­dict, le pré­si­dent de la cour d’as­si­ses a dit à ma clien­te qu’on la croyait mais que la cour a con­si­dé­ré que les fai­ts n’é­ta­ient pas suf­fi­sam­ment éta­blis pour con­sti­tuer l’infraction.

L’o­ri­gi­ne del­l’im­pu­ta­to non è sta­to un fat­to­re deter­mi­nan­te, ma un ele­men­to, tra gli altri. Il dibat­ti­to è ruo­ta­to sul­la nozio­ne di “con­sen­so”. I giu­ra­ti han­no rite­nu­to che l’au­to­re non si ren­des­se con­to del­la man­can­za di con­sen­so del­la vit­ti­ma al momen­to dei fat­ti. Dopo il ver­det­to, il pre­si­den­te del­la Cor­te di Assi­se ha det­to alla mia clien­te che le cre­de­va­no, ma che la cor­te ha rite­nu­to che i fat­ti non fos­se­ro suf­fi­cien­te­men­te cer­ti da costi­tui­re un reato.

La deci­sio­ne del giu­di­ce, dun­que, non è sta­ta dun­que pre­sa sul­la base del­la nazio­na­li­tà dell’accusato ma sul­la man­can­za di ele­men­ti cer­ti per sta­bi­li­re che non ci fos­se consenso.

In par­ti­co­la­re, secon­do i giu­di­ci, “l’a­do­le­scen­te non avreb­be espres­so a paro­le il suo rifiu­to e – in sta­to di shock – non si sareb­be oppo­sta all’atto.

Secon­do il codi­ce pena­le fran­ce­se, inol­tre, per carat­te­riz­za­re lo stu­pro è neces­sa­rio sta­bi­li­re “l’e­si­sten­za di vio­len­za, coer­ci­zio­ne, minac­cia o sor­pre­sa”, ele­men­ti che secon­do la giu­ria in que­sto caso non sareb­be­ro dimostrabili.

 

Il pun­to, come dice­va­mo già in un arti­co­lo che smon­ta­va una bufa­la mol­to simi­le a que­sta, dif­fu­sa da Libe­ro l’anno scor­so e ripre­sa da Clau­dio Magris, non è sta­bi­li­re se la deci­sio­ne del­la cor­te sia giu­sta o meno, né se lo sono le leg­gi fran­ce­si, che anzi – ad avvi­so di chi scri­ve – rischia­no di non difen­de­re a dove­re le vittime.

Del resto, pro­prio le asso­cia­zio­ni fem­mi­ni­ste cri­ti­ca­te da Capez­zo­ne nel suo arti­co­lo per­ché “rima­ste in silen­zio” ave­va­no ela­bo­ra­to due anni fa insie­me all’Haut Con­seil à l’égalité entre les hom­mes et les fem­mes (HCE) una revi­sio­ne di quel­la leg­ge, chie­den­do di chia­ri­re la nozio­ne di “sor­pre­sa”, rite­nu­ta trop­po vaga, e di inse­ri­re tra gli ele­men­ti carat­te­riz­zan­ti lo stu­pro anche la vio­len­za psicologica.

 

Ma di que­sto a Capez­zo­ne e alla reda­zio­ne de La Veri­tà pro­ba­bil­men­te non inte­res­sa par­la­re, né inte­res­sa loro la bat­ta­glia por­ta­ta avan­ti per intro­dur­re leg­gi simi­li a quel­la ora in discus­sio­ne in Spa­gna, basa­ta sul­la nozio­ne di “con­sen­so espli­ci­to” e sul prin­ci­pio del­lo “yes means yes”.

Con una leg­ge come quel­la discus­sa in Spa­gna, stan­do alla rico­stru­zio­ne dei fat­ti appu­ra­ta dal­la cor­te, il ragaz­zo (a pre­scin­de­re dal­la sua nazio­na­li­tà) sareb­be sta­to con­dan­na­to. E La Veri­tà non avreb­be avu­to l’occasione di scri­ve­re un arti­co­lo che – distor­cen­do i fat­ti – ha il dupli­ce effet­to (del tut­to volu­to) di fare pro­pa­gan­da xeno­fo­ba e di cri­ti­ca­re il movi­men­to fem­mi­ni­sta, che ieri ha dato una gran­de pro­va di for­za por­tan­do più di 150.000 per­so­ne alla mani­fe­sta­zio­ne di NonU­na­di­Me­no a Roma e che in que­sto momen­to costi­tui­sce una del­le for­ze di oppo­si­zio­ne più signi­fi­ca­ti­ve al gover­no gial­lo­ver­de. Gover­no che, come del resto ave­va ammes­so lo stes­so capo­re­dat­to­re de La Veri­tà, spes­so vie­ne soste­nu­to dal quo­ti­dia­no diret­to da Belpietro.

 

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Caro Marco, ci vorrebbe un colpo da maestro

Caro Mar­co, ci vor­reb­be un col­po da mae­stro, alla Tibe­ri, l’abbiamo sem­pre chia­ma­to così: un’i­dea per scri­ve­re una sto­ria com­ple­ta­men­te diver­sa. Per­ché, Mar­co, non amavi

Nature Restoration Law: stavolta ha vinto la Terra!

È un momen­to sto­ri­co: oggi l’Europa ren­de leg­ge il ripri­sti­no del­la natu­ra, e defi­ni­sce la dire­zio­ne che il nostro con­ti­nen­te segui­rà per ridar­le spa­zio. La que­stio­ne non è edo­ni­sti­ca, e nem­me­no intel­let­tua­le: si trat­ta di per­met­te­re che gli eco­si­ste­mi, come i fiu­mi o le zone umi­de, ter­re col­ti­va­te e fore­ste, tor­ni­no gra­dual­men­te in una con­di­zio­ne di equi­li­brio per con­ti­nua­re a tra­sfor­ma­re la mate­ria, per ren­de­re, cioè, la bio­sfe­ra vivi­bi­le anche per noi.