Fine vita: la nostra battaglia prosegue #iostoconMax

I principi di libertà e dignità vanno garantiti sempre e sempre devono poter camminare affiancati, anche quando ci avviamo verso la fine della vita. Non solo nel momento "ultimo", ma in tutto il tratto finale.

Gio­ve­dì sera da Geno­va sia­mo ripar­ti­ti, per la pri­ma vol­ta dopo la mor­te di Max, con il nostro giro di Ita­lia per pre­sen­ta­re le nostre pro­po­ste sui dirit­ti dei moren­ti.

Si sono con­fron­ta­te posi­zio­ni dif­fe­ren­ti e abbia­mo riba­di­to il nostro impe­gno affin­ché si arri­vi anche in Ita­lia a garan­ti­re un fine vita digni­to­so, nel rispet­to del­la liber­tà di auto­de­ter­mi­na­zio­ne di ogni indi­vi­duo.

Ci pre­oc­cu­pia­mo per tut­ta la vita di vive­re bene, ma arri­va un momen­to in cui cia­scu­no di noi deb­ba poter esse­re esse­re mes­so anche nel­le con­di­zio­ni di mori­re bene. 

I prin­ci­pi di liber­tà e digni­tà van­no garan­ti­ti sem­pre e sem­pre devo­no poter cam­mi­na­re affian­ca­ti, anche quan­do ci avvia­mo ver­so la fine del­la vita. Non solo nel momen­to “ulti­mo”, ma in tut­to il trat­to finale.

Voglia­mo vive­re in un Pae­se che met­ta ogni per­so­na nel­le con­di­zio­ni di esse­re cer­ta che, nel momen­to di una dia­gno­si infau­sta, sarà accom­pa­gna­ta fino alla fine sen­za esse­re lascia­to sola, che le sarà garan­ti­to di vive­re fino all’ul­ti­mo gior­no una vita digni­to­sa, nel­la liber­tà di poter deci­de­re che si è pas­sa­to un limi­te, per cia­scu­no di noi diver­so e insin­da­ca­bi­le, oltre il qua­le si ritie­ne che que­sta vita ha ces­sa­to di esse­re digni­to­sa e quin­di “degna” di esse­re vissuta.

Per fare que­sto stia­mo lavo­ran­do a una serie di pro­po­ste e giran­do l’I­ta­lia per per­fe­zio­nar­le, con­fron­tan­do­ci con chi affron­ta que­sti temi diret­ta­men­te sul­la pro­pria pel­le o per lavo­ro. 

Abbia­mo par­la­to a lun­go nei mesi scor­si del­le pro­po­ste che abbia­mo pre­sen­ta­to in mate­ria di Euta­na­sia e rifiu­to dei trat­ta­men­ti sani­ta­ri e di Dichia­ra­zio­ni Anti­ci­pa­te di Trat­ta­men­to. Entram­bi sono attual­men­te in discus­sio­ne in com­mis­sio­ne alla Came­ra dei Depu­ta­ti (il fine vita è pra­ti­ca­men­te fer­mo alle bat­tu­te ini­zia­li, men­tre quel­lo sul­le DAT va len­ta­men­te avanti).

Sono pro­po­ste fon­da­men­ta­li che ci auspi­chia­mo pos­sa­no arri­va­re pre­sto in aula, ma che tut­ta­via non esau­ri­sco­no il tema del fine vita e gli inter­ven­ti da met­te­re in atto. 

In que­sta sede ci limi­tia­mo a citar­ne altre due che rite­nia­mo di fon­da­men­ta­le importanza:

  • rico­no­sci­men­to del dirit­to alla pal­lia­zio­ne: se ad aggre­di­re la malat­tia prov­ve­do­no tera­pie spe­ci­fi­che, affron­ta­re il dolo­re è com­pi­to del­le cure pal­lia­ti­ve, che non gua­ri­sco­no, ma cura­no. Rite­nia­mo che l’ac­ces­so a que­ste cure vada rico­no­sciu­to a tut­ti, in tut­te le fasi del­la malat­tia. Abbia­mo a tal fine depo­si­ta­to una pro­po­sta affin­ché le cure pal­lia­ti­ve rien­tri­no a pie­no tito­lo negli stan­dard ospe­da­lie­ri, per­ché trop­po pochi sono anco­ra oggi gli ospe­da­li che ad oggi non pre­ve­do­no repar­ti spe­ci­fi­ci, crean­do così un pri­vi­le­gio per pochi, inve­ce che dirit­to per tut­ti. A que­sto pro­po­si­to ci stia­mo bat­ten­do anche affin­ché le cure pal­lia­ti­ve pos­sa­no rien­tra­re nei nuo­vi LEA, per­ché allo sta­to attua­le sem­bra­no esse­re esclu­si dal DPCM.
  • Rico­no­sci­men­to, tute­la e for­ma­zio­ne del care­gi­ver: chi si occu­pa di una mala­to che ha biso­gno di assi­sten­za con­ti­nua, deve spes­so abban­do­na­re il pro­prio posto di lavo­ro e si tro­va solo ad affron­ta­re le mil­le dif­fi­col­tà che oggi gior­no le con­se­guen­ze del­la malat­tia (e la buro­cra­zia per acce­de­re alle tera­pie e alle stru­men­ta­zio­ni) com­por­ta­no. Con la col­la­bo­ra­zio­ne pre­zio­sa di tan­ti care­gi­vers, stia­mo lavo­ran­do a una pro­po­sta per dare voce, soste­gno e tute­la alle tan­te per­so­ne sul­le cui spal­le gra­va un lavo­ro immen­so, spes­so inso­ste­ni­bi­le per mol­te fami­glie. 

Sia­mo come sem­pre a dispo­si­zio­ne per con­fron­tar­ci con chiun­que voglia offri­re il pro­prio con­tri­bu­to. Chi voglia con­fron­tar­si con noi su que­sto tema può scri­ve­re a bea­tri­ce­pun­to­bri­gno­ne chioc­cio­la gmail­pun­to­com. 

La nostra bat­ta­glia sui dirit­ti dei moren­ti con­ti­nua nel nome di Max e dei tan­ti che ogni gior­no si bat­to­no affin­ché un Pae­se come l’I­ta­lia, che affon­da le sue radi­ci nei valo­ri repub­bli­ca­ni del­l’u­gua­glian­za e del­la lai­ci­tà del­lo Sta­to, garan­ti­sca a cia­scu­no il dirit­to a una vita libe­ra e digni­to­sa, fino alla fine.

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