È partita di slancio la raccolta firme online per il salario minimo

“È par­ti­ta di slan­cio la rac­col­ta fir­me onli­ne per la pro­po­sta di leg­ge di Pos­si­bi­le sul sala­rio mini­mo. Si sen­te spes­so par­la­re di lavo­ro, ma non signi­fi­ca nien­te se non ci aggiun­gia­mo la paro­la “digni­tà”. E per far­lo, il sala­rio mini­mo è uno degli stru­men­ti neces­sa­ri”, dichia­ra Bea­tri­ce Bri­gno­ne, segre­ta­ria di Pos­si­bi­le, com­men­tan­do l’av­vio del­la rac­col­ta fir­me onli­ne per la pro­po­sta di leg­ge d’i­ni­zia­ti­va popo­la­re sul sala­rio mini­mo. “La bat­ta­glia sul sala­rio mini­mo è tra quel­le che ci han­no carat­te­riz­za­to fin dal­la fon­da­zio­ne di Pos­si­bi­le. Abbia­mo già pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge nel 2018 e in que­sti anni Davi­de Sera­fin ha coor­di­na­to un grup­po di lavo­ro e il nostro Comi­ta­to Scien­ti­fi­co per arri­va­re a un testo miglio­ra­to che rece­pi­sce le ulti­me rifles­sio­ni in tema di sala­rio mini­mo. Anche quel­le che arri­va­no dagli altri Pae­si euro­pei in cui già esi­ste: sì, per­ché l’I­ta­lia è tra i pae­si in Euro­pa in cui anco­ra non è fis­sa­to un sala­rio mini­mo per leg­ge. È il momen­to di cam­bia­re le cose e abbia­mo deci­so di far­lo con una pro­po­sta di leg­ge d’i­ni­zia­ti­va popo­la­re, per cui chie­dia­mo a cit­ta­di­ni e cit­ta­di­ne di aiu­tar­ci a por­ta­re la pro­po­sta in Parlamento”. 

 

“Dopo la par­ten­za con i ban­chet­ti per le fir­me orga­niz­za­ti in tut­ta Ita­lia dai comi­ta­ti di Pos­si­bi­le, che rin­gra­zio per tut­to il lavo­ro che stan­no facen­do, da ora si può fir­ma­re anche onli­ne”, con­ti­nua Bri­gno­ne. “Avrem­mo volu­to par­ti­re pri­ma, con la piat­ta­for­ma pro­mes­sa dal Mini­stro del­l’In­no­va­zio­ne Colao, che ave­va garan­ti­to sareb­be sta­ta atti­va dal 1° gen­na­io 2022, ma così non è sta­to. Rac­co­glie­re le fir­me onli­ne e sen­za i costi che com­por­ta oggi è un risul­ta­to che per­met­te­reb­be una par­te­ci­pa­zio­ne demo­cra­ti­ca straor­di­na­ria, ma è evi­den­te che dare voce ai cit­ta­di­ni non è una prio­ri­tà, per cer­ta poli­ti­ca. Abbia­mo visto come le per­so­ne si mobi­li­ti­no per le cau­se in cui si rico­no­sco­no e per far sen­ti­re la pro­pria voce nel silen­zio dei deci­so­ri poli­ti­ci e anche que­sta vol­ta la rac­col­ta è par­ti­ta di slan­cio, con miglia­ia di fir­me rac­col­te fino­ra. Andre­mo avan­ti, per­ché è una pro­po­sta che rite­nia­mo fon­da­men­ta­le, soprat­tut­to in que­sto momen­to così dif­fi­ci­le per tan­ti lavo­ra­to­ri e lavoratrici”.

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500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

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Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

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“La repres­sio­ne è l’u­ni­co vero cre­do di que­sto gover­no, come dimo­stra­no la vicen­da del DDL Sicu­rez­za, gli ina­spri­men­ti del­le pene per chi pro­te­sta, la gestio­ne musco­la­re del­le piaz­ze, quel­lo che avvie­ne all’in­ter­no del­le carceri.
Una visio­ne a cui ci oppo­nia­mo con tut­ta la nostra for­za, men­tre lot­tia­mo per una cit­tà ospi­ta­le, inclu­si­va, che pen­si alla qua­li­tà del­la vita, l’ambiente e l’erogazione di ser­vi­zi essen­zia­li e non alla spe­cu­la­zio­ne immo­bi­lia­re e al pro­fit­to a tut­ti i costi.”

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Le paro­le di Taja­ni sono appun­to inop­por­tu­ne. Per­ché l’i­ni­zia­ti­va del­la Glo­bal Sumud Flo­til­la andreb­be sem­pli­ce­men­te soste­nu­ta dal nostro gover­no. Per­ché i quat­tro obiet­ti­vi del­la spe­di­zio­ne (lo stop all’assedio, lo stop alla fame usa­ta come arma, lo stop alla disu­ma­niz­za­zio­ne del­la popo­la­zio­ne pale­sti­ne­se, lo stop al geno­ci­dio) non dovreb­be­ro nem­me­no esse­re ogget­to di dibat­ti­to, ma la posi­zio­ne mini­ma di uma­ni­tà da cui par­ti­re per tro­va­re una solu­zio­ne poli­ti­ca e diplomatica.