Decreto Genova: non c’è fango che tenga

Il tema “fanghi” è delicato. Vanno certamente cercati limiti e procedure che mettano in sicurezza il suolo e i cittadini, ed evitino di dirottare i fanghi a discarica o all’incenerimento, con maggiori, diverse forme di inquinamento e danni all’ambiente e alla salute delle persone e nuove pesanti sanzioni.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]di Rober­ta Burroni

Qual­cu­no si sarà chie­sto: ma cosa ci fa all’interno del Decre­to Leg­ge n. 109 del set­tem­bre 2018, noto come “Decre­to Geno­va”, una dispo­si­zio­ne, di un solo arti­co­lo (Art. 41), che det­ta “Dispo­si­zio­ni urgen­ti sul­la gestio­ne dei fan­ghi di depu­ra­zio­ne”? E come acca­de che quel­la che dovreb­be con­cre­tiz­zar­si come una “buo­na pra­ti­ca” dell’economia cir­co­la­re nel nostro pae­se diven­ti un’e­mer­gen­za nazio­na­le (l’en­ne­si­ma), tan­to da dover esse­re assi­mi­la­ta a crol­li di pon­ti e ter­re­mo­ti?

Pro­via­mo a fare un rapi­do riassunto:

  1. in data 11 set­tem­bre 2017 con Deli­be­ra di Giun­ta n. 7076 recan­te «Dispo­si­zio­ni inte­gra­ti­ve, in mate­ria di para­me­tri e valo­ri limi­te da con­si­de­ra­re per i fan­ghi ido­nei all’u­ti­liz­zo in agri­col­tu­ra, (…)per il trat­ta­men­to e l’utilizzo, a bene­fi­cio dell’agricoltura, dei fan­ghi di depu­ra­zio­ne del­le acque reflue di impian­ti civi­li ed indu­stria­li (.…)» la Regio­ne Lom­bar­dia a tra­zio­ne Lega, con pre­si­den­te Maro­ni, appro­va­va nuo­vi para­me­tri e rela­ti­vi limi­ti di con­cen­tra­zio­ne per idro­car­bu­ri (C10-C40) e feno­li, ai fini dell’autorizzazione allo span­di­men­to e all’uso di tali fan­ghi come con­ci­mi in agri­col­tu­ra, innal­zan­do di ben 200 vol­te rispet­to alle nor­me vigen­ti(da 50 mg/Kg a 10.000 mg/Kg), quel­lo rela­ti­vo ai con­te­nu­ti di idro­car­bu­ri;
  2. in data 6 apri­le 2018, 51 sin­da­ci di altret­tan­ti comu­ni del Lodi­gia­no e del Pave­se han­no pre­sen­ta­to un ricor­so al Tar per annul­la­re que­sta deli­be­ra del­la Regio­ne Lom­bar­dia, con­si­de­ran­do un fat­to gra­vis­si­mo l’innalzamento di quei valo­ri che avreb­be­ro con­sen­ti­to di far fini­re imme­dia­ta­men­te nei cam­pi col­ti­va­ti come con­ci­mi e, di con­se­guen­za, sui pro­dot­ti del­la nostra tavo­la, fan­ghi pro­dot­ti dai depu­ra­to­ri fogna­ri con con­te­nu­ti di idro­car­bu­ri che in base al “Codi­ce dell’ambiente” supe­ra­no di gran lun­ga i 500 mg/Kg, limi­te oltre il qua­le un ter­re­no non può ave­re altra desti­na­zio­ne d’uso che quel­lo di “una disca­ri­ca di rifiu­ti tossici”;
  3. in data 20 luglio 2018 il Tar Lom­bar­dia, con sen­ten­za n. 1782/2018, ha dato pie­na ragio­ne ai comu­ni ricor­ren­ti annul­lan­do la deli­be­ra regio­na­le nel­la par­te in cui, ai fini del­l’av­vio dei fan­ghi da depu­ra­zio­ne all’u­ti­liz­zo in agri­col­tu­ra, modi­fi­ca­va i para­me­tri pre­ce­den­ti[1] riman­dan­do, rela­ti­va­men­te ai limi­ti da appli­ca­re allo span­di­men­to dei fan­ghi per i para­me­tri idro­car­bu­ri (C10-C40) e feno­li, diret­ta­men­te alle dispo­si­zio­ni del d.lgs. 152/06, e richia­man­do espli­ci­ta­men­te i limi­ti pre­vi­sti dall’allegato 5 al tito­lo V del­la par­te Quar­ta (50 mg/kg);

Ecco che scat­ta l’emergenza, che in Lom­bar­dia assu­me la dimen­sio­ne di 3.000 ton­nel­la­te di fan­ghi di depu­ra­zio­ne alla set­ti­ma­na che i cosid­det­ti “fan­ghi­sti”, le azien­de che li smal­ti­sco­no span­den­do­li sui ter­re­ni agri­co­li, non riti­ra­no più dato che mol­to dif­fi­cil­men­te i fan­ghi di depu­ra­zio­ne, ric­chi d’acqua, pos­so­no rispet­ta­re il limi­te dei 50 mg/Kg di idro­car­bu­ri pre­vi­sto dal Dlgs 152/2006 per i suo­li pre­so come rife­ri­men­to sta­bi­li­to dal TAR.

Emer­gen­za nell’emergenza, dato che i fan­ghi non uti­liz­za­bi­li in agri­col­tu­ra van­no a disca­ri­ca o all’incenerimento, pra­ti­ca peral­tro san­zio­na­bi­le in base alle nor­me euro­pee, e con i con­se­guen­ti dan­ni per l’ambiente e per la salu­te del­le per­so­ne.

In real­tà si trat­ta di una “emer­gen­za nazio­na­le” che come mol­te (pseu­do) emer­gen­ze nazio­na­li, ha ormai una con­no­ta­zio­ne sto­ri­ca che si tra­sci­na da anni e da legi­sla­tu­re pre­ce­den­ti, tra pan­ta­ni nor­ma­ti­vi e inca­pa­ci­tà del­la poli­ti­ca di far fron­te comu­ne nell’interesse dei cit­ta­di­ni, e che rischia di diven­ta­re ogget­to dell’ennesima maxi san­zio­ne che la comu­ni­tà euro­pea sarà costret­ta a com­mi­nar­ci a val­le di quel­la pari a 55 milio­ni di euro già per­ve­nu­ta per la “mala­de­pu­ra­zio­ne” e per i ritar­di nel­la rea­liz­za­zio­ne dei nostri impian­ti fogna­ri e di depurazione.

Da trop­po tem­po la pro­ble­ma­ti­ca dell’uso agri­co­lo dei fan­ghi da depu­ra­zio­ne sta pro­vo­can­do scos­so­ni e cri­ti­ci­tà nel­la gestio­ne “vir­tuo­sa” di que­sti pro­dot­ti deri­van­ti dal ciclo del­la depu­ra­zio­ne del­le acque reflue, civi­li ed indu­stria­li, tan­to che nel nostro pae­se si è instau­ra­ta una vera e pro­pria dia­tri­ba inter­pre­ta­ti­va se su tali pro­dot­ti (i fan­ghi) sia­no da appli­ca­re i para­me­tri degli alle­ga­ti del D.lgs 99/92, inte­gra­to con even­tua­li dispo­si­zio­ni regio­na­li, che costi­tui­sce ad oggi il qua­dro nor­ma­ti­vo spe­ci­fi­co per l’utilizzo dei fan­ghi da depu­ra­zio­ne in agri­col­tu­ra, oppu­re i più restrit­ti­vi para­me­tri con­te­nu­ti nel­la Tab. 1, Colon­na A, dell’Allegato 5 alla Par­te IV del D.Lgs 152/2006 (Codi­ce dell’ambiente), che disci­pli­na in real­tà le boni­fi­che dei suo­li: suo­li che però per valo­ri mol­to più bas­si di quel­li con­sen­ti­ti per gli even­tua­li fan­ghi da spar­ger­vi sopra, ven­go­no con­si­de­ra­ti con­ta­mi­na­ti e quin­di da bonificare.

La con­trad­di­zio­ne è evi­den­te, così come è evi­den­te che vada risol­ta a livel­lo nazio­na­le, dove da tem­po lan­gue una boz­za di decre­to di revi­sio­ne e di chia­ri­men­to del­le nor­me attua­li da appli­ca­re, sia per garan­ti­re la cor­ret­ta gestio­ne del pro­ces­so di smal­ti­men­to dei fan­ghi di depu­ra­zio­ne, sia per garan­ti­re che ciò avven­ga sen­za arre­ca­re dan­ni ulte­rio­ri e peg­gio­ri ad ambien­te e popolazione!

Intan­to la Regio­ne Lom­bar­dia il 3 ago­sto 2018 ha deli­be­ra­to l’impugnazione, con richie­sta di sospen­sio­ne al Con­si­glio di Sta­to, del­la sen­ten­za fan­ghi ema­na­ta dal TAR Lom­bar­dia, chia­man­do in cau­sa diret­ta­men­te il Mini­stro dell’ambiente Ser­gio Costa affin­ché prov­ve­da in tem­pi bre­vi alla «ema­na­zio­ne di un decre­to che pos­sa risol­ve­re que­sta situa­zio­ne di stal­lo».

Il Movi­men­to 5 Stel­le, in par­ti­co­la­re quel­lo lom­bar­do, si è schie­ra­to a suo tem­po net­ta­men­te con­tro la mag­gio­ran­za regio­na­le leghi­sta, pre­sen­tan­do una inter­ro­ga­zio­ne per il riti­ro del­la deli­be­ra rite­nu­ta un gra­ve dan­no per la popo­la­zio­ne e l’ambiente, e ha giu­sta­men­te plau­di­to per la vit­to­ria al Tar da par­te dei comu­ni ricor­ren­ti con­tro la Regio­ne Lombardia.

Oggi, con un po’ più di dif­fi­col­tà, plau­de anche all’art. 41 inse­ri­to “al volo” nel Decre­to Geno­va, che al momen­to tro­va la seguen­te “cra­si giallo-verde”:

  • la “ver­de” , che annul­la i tan­to plau­di­ti effet­ti del­la sen­ten­za del Tar, riba­den­do la vali­di­tà dei più lar­ghi para­me­tri del D.Lgs 99/92 per la con­cen­tra­zio­ne di varie sostan­ze (non pro­pria­men­te inno­cue) nei fan­ghi da depu­ra­zio­ne uti­liz­za­bi­li come con­ci­mi in agricoltura;
  • la “gial­la”, che toglie uno “zero” ai 10.000 mg/Kg di idro­car­bu­ri leghi­sti e li por­ta a 1.000, un limi­te di con­cen­tra­zio­ne comun­que 20 vol­te mag­gio­re di quel­lo a suo tem­po auspi­ca­to da M5S Lom­bar­dia e dai 51 Comu­ni ricorrenti.

Vedia­mo il cuo­re, ma pro­via­mo a met­ter­ci un po’ di testa.

In un suo comu­ni­ca­to Legam­bien­te ci fa nota­re che ricol­lo­ca­re l’a­sti­cel­la sui 1.000 mg/kg tal qua­le, con­si­de­ra­to il teno­re di acqua dei fan­ghi, equi­va­le a valo­ri com­pre­si tra 5.000 e 8.000 mg/kg sul­la sostan­za sec­ca. Un valo­re poten­zial­men­te mol­to vici­no ai 10.000 mg/Kg indi­ca­to nell’abrogata deli­be­ra del­la Regio­ne Lom­bar­dia, per quan­to tem­pe­ra­to dal­la pre­scri­zio­ne di pro­ce­de­re alla carat­te­riz­za­zio­ne tos­si­co­lo­gi­ca del pro­dot­to, limi­ta­ta­men­te ai trac­cian­ti di can­ce­ro­ge­ni­ci­tà, distin­guen­do la natu­ra degli “idro­car­bu­ri C10-C40”, che pos­so­no pro­ve­ni­re anche da nume­ro­se sostan­ze di ori­gi­ne vege­ta­le, o esse­re mole­co­le di ori­gi­ne petro­li­fe­ra, ma non tos­si­che.

Legam­bien­te evi­den­zia come in que­sto prov­ve­di­men­to si sia rinun­cia­to a disci­pli­na­re «la data­ta disci­pli­na rela­ti­va ai fan­ghi (DM 99 del 1992), intro­du­cen­do para­me­tri più restrit­ti­vi anche per gli altri con­ta­mi­nan­ti (metal­li pesan­ti) già disci­pli­na­ti e, soprat­tut­to, per i con­ta­mi­nan­ti attual­men­te non disci­pli­na­ti (mole­co­le orga­ni­che tos­si­che, IPA, far­ma­ci, dios­si­ne e fura­ni, ecc.), con­tra­ria­men­te a quan­to pre­vi­sto dal testo da tem­po in discus­sio­ne e appro­va­to anche dal­le regio­ni in sede di Con­fe­ren­za Uni­fi­ca­ta lo scor­so 1 agosto».

Chie­dia­mo che sta­vol­ta l’emergenza sia bre­ve, meglio se bre­vis­si­ma, che ripar­ta rapi­da­men­te il lavo­ro sul testo di revi­sio­ne del DM 99/92 e che la nuo­va disci­pli­na per i fan­ghi da desti­na­re a impie­go agro­no­mi­co con­tem­pli alme­no due degli aspet­ti emer­si dal­la Con­fe­ren­za Uni­fi­ca­ta che, attual­men­te, non compaiono:

  • l’esten­sio­ne del­le pro­ce­du­re di con­trol­lo e trac­cia­tu­ra attual­men­te pre­vi­ste per i fan­ghi di depu­ra­zio­ne in quan­to clas­si­fi­ca­ti rifiu­ti, anche ai cosid­det­ti ‘ges­si di defe­ca­zio­ne’, che altro non sono che gli stes­si fan­ghi trat­ta­ti con un pro­ce­di­men­to di sani­fi­ca­zio­ne (con cal­ce e aci­do sol­fo­ri­co e/o altri rea­gen­ti e addi­ti­vi) e che li esclu­de sia dal­le pro­ce­du­re di trac­cia­bi­li­tà sia dal­le atti­vi­tà di con­trol­lo pre­vi­ste per i fan­ghi, usan­do­li diret­ta­men­te sui cam­pi, ma che non li depu­ra dal­la even­tua­le tos­si­ci­tà del­le sostan­ze presenti;
  • qua­li­fi­ca­re l’in­te­ra filie­ra depu­ra­zio­ne-fan­ghi-suo­lo, ovve­ro gesti­re l’intero pro­ces­so di depu­ra­zio­ne sin dagli impian­ti di trat­ta­men­to del­le acque reflue, impo­stan­do “per­cor­si che pre­mi­no inno­va­zio­ni e miglio­ra­men­ti nei pro­ces­si di otte­ni­men­to e lavo­ra­zio­ne dei fan­ghi ai fini del miglior desti­no pos­si­bi­le, anche in otti­ca di eco­no­mia cir­co­la­re”. Pro­dur­re quin­di ‘fan­ghi di qua­li­tà o di alta qua­li­tà’ a par­ti­re dal­la pos­si­bi­li­tà di distin­gue­re l’o­ri­gi­ne del­le acque trat­ta­te (civi­li o indu­stria­li) da impie­ga­re per uso agro­no­mi­co, tra­di­zio­na­le o bio­lo­gi­co, par­ten­do ed “un livel­lo di base (fan­ghi ido­nei) a cui cor­ri­spon­do­no impie­ghi limi­ta­ti ed esclu­den­ti le col­tu­re ali­men­ta­ri e forag­ge­re”. Que­sto signi­fi­ca non limi­tar­si a sta­bi­li­re dei para­me­tri mira­ti solo a “cer­ti­fi­car­ne i limi­ti oltre i qua­li ne è inter­det­to l’im­pie­go in cam­po” ma uti­liz­za­bi­li anche “per una carat­te­riz­za­zio­ne mer­ceo­lo­gi­ca, defi­nen­do le qua­li­tà agro­no­mi­che, chi­mi­che e bio­lo­gi­che atte­stan­ti un’o­ri­gi­ne, una lavo­ra­zio­ne e una trac­cia­bi­li­tà che pre­mi­no la qua­li­tà e la sicu­rez­za del mate­ria­le otte­nu­to e distri­bui­to in agri­col­tu­ra”.

Il tema “fan­ghi” è deli­ca­to. Van­no cer­ta­men­te cer­ca­ti limi­ti e pro­ce­du­re che met­ta­no in sicu­rez­za il suo­lo e i cit­ta­di­ni, ed evi­ti­no di dirot­ta­re i fan­ghi a disca­ri­ca o all’incenerimento, con mag­gio­ri, diver­se for­me di inqui­na­men­to e dan­ni all’ambiente e alla salu­te del­le per­so­ne e nuo­ve pesan­ti sanzioni.

[1] ( a) un valo­re-limi­te pari a “mg/kg ss (sostan­za sec­ca)<10.000” per il para­me­tro “Idro­car­bu­ri (C10-C40)”; b) un valo­re-limi­te pari “mg/kg Σ <50” per i para­me­tri “Nonil­fe­no­lo”, “Nonil­fe­no­lo monoe­tos­si­la­to”, Nonil­fe­no­lo die­tos­si­la­to”),[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Il quarto Congresso di Possibile, dedicato a Marco Tiberi

Si è aper­to il quar­to Con­gres­so di Pos­si­bi­le, e voglia­mo dedi­car­lo a un ami­co che non c’è più e sul­la cui voce e sul­la cui intel­li­gen­za abbia­mo fat­to così tan­to affi­da­men­to le scor­se vol­te. Mar­co Tibe­ri ci avreb­be mes­so a posto con poche paro­le, andan­do al cuo­re del­le cose, anche quel­le che anco­ra non ave­va­mo pensato.

Discarica di Borgo Montello: le future generazioni meritano un radicale cambio di rotta

Non è più pos­si­bi­le accet­ta­re una mala gestio­ne così gra­ve del­la disca­ri­ca e soprat­tut­to imma­gi­na­re poten­zia­men­ti e modi­fi­che sen­za che sia­no mes­se nero su bian­co anche da un pun­to di vista giu­ri­di­co le respon­sa­bi­li­tà pena­li dei dan­ni ambien­ta­li e alla salu­te che que­sto ter­ri­to­rio sta subendo.