Calabria: per il finto cambiamento #bastaunSì

A Crotone i comitati “Basta un SI” hanno un riferimento d’eccezione. Di quelli che fanno capire esattamente il senso della riforma costituzionale e di quella parolina tanto ripetuta nella narrazione renziana: “cambiamento”.

Lo ave­va anti­ci­pa­to Huf­fing­ton­po­st qual­che set­ti­ma­na fa ed è diven­ta­to uffi­cia­le lo scor­so venerdì.

A Cro­to­ne i comi­ta­ti “Basta un SI” han­no un rife­ri­men­to d’eccezione. Di quel­li che fan­no capi­re esat­ta­men­te il sen­so del­la rifor­ma costi­tu­zio­na­le e di quel­la paro­li­na tan­to ripe­tu­ta nel­la nar­ra­zio­ne ren­zia­na: “cam­bia­men­to”.

Enzo Scul­co (ex con­si­glie­re regio­na­le del­la Mar­ghe­ri­ta, con­dan­na­to a quat­tro anni per con­cus­sio­ne e inter­det­to per­pe­tua­men­te dai pub­bli­ci uffi­ci), con il suo ondi­va­go movi­men­to ter­ri­to­ria­le par­ti­to da Cro­to­ne e dif­fu­so­si nell’“area vasta” (nel sen­so let­te­ra­le più che isti­tu­zio­na­le), dopo aver occu­pa­to con la figu­ra di Puglia­no l’assessorato all’ambiente nel­la Giun­ta di cen­tro­de­stra di Sco­pel­li­ti e ora con la figlia Flo­ra Scul­co un seg­gio regio­na­le con la mag­gio­ran­za di cen­tro­si­ni­stra, e dopo  aver vin­to il bal­lot­tag­gio ponen­do la coa­li­zio­ne e l’attuale Sin­da­co Puglie­se come alter­na­ti­va neces­sa­ria al PD, si met­te, giu­sta­men­te, a “capo” dei comi­ta­ti pro-rifor­ma.

“Nes­sun cal­co­lo poli­ti­co. Non lo fac­cia­mo per ave­re qual­co­sa in cam­bio”, han­no spe­ci­fi­ca­to, rispon­den­do alle voci che par­la­no di un accor­do con Mat­teo Ren­zi per assi­cu­rar­si un posto in pri­ma fila nel pros­si­mo Par­la­men­to. Con buo­na pace del prin­ci­pio di sovra­ni­tà popo­la­re e di rappresentatività.

D’altra par­te, lo sfor­zo di moti­va­re le ragio­ni del sì è rac­chiu­so in due espres­sio­ni: “sia­mo rifor­mi­sti e voglia­mo il cam­bia­men­to” e  “ci affa­sci­na l’idea di un Sena­to che por­te­reb­be a Roma la voce del ter­ri­to­ri”.

In que­ste affer­ma­zio­ni sta tut­to il peso di una scel­ta di cam­po reci­pro­ca: di Enzo e Flo­ra Scul­co ver­so Ren­zi e vice­ver­sa. Una par­ti­ta su cui scom­met­te­re, più che un’idea di Pae­se e un voto con­sa­pe­vo­le sul­la Costituzione

Ecco tut­ta la leg­ge­rez­za di una poli­ti­ca auto­re­fe­ren­zia­le, impe­gna­ta nel­la con­ser­va­zio­ne e nel­la costru­zio­ne di nuo­vi gio­chi di pote­re su cui inve­sti­re un gruz­zo­lo elet­to­ra­le. Una poli­ti­ca ben sal­da­ta al biso­gno e anche al desi­de­rio di alcu­ni di “con­ta­re”.

Que­sto spie­ghe­reb­be per­ché il Sin­da­co di Cro­to­ne Ugo Puglie­se, espres­sio­ne del pro­get­to “scul­chia­no”,  il 23 apri­le, duran­te la cam­pa­gna elet­to­ra­le, in occa­sio­ne di un con­fron­to tra can­di­da­ti a sin­da­co orga­niz­za­to dal­le asso­cia­zio­ni del ter­zo set­to­re, a doman­da spe­ci­fi­ca si distin­se dagli altri per un No con­vin­to alla rifor­ma costi­tu­zio­na­le. Come del resto la sua coa­li­zio­ne, nel­le inten­zio­ni pro­pa­gan­da­te, si carat­te­riz­zò per la con­trap­po­si­zio­ne net­ta al PD e alle sue poli­ti­che.

Ruo­li, insom­ma. Stra­te­gie di occu­pa­zio­ne come a Risi­ko, piut­to­sto che politica.

Quel­la carat­te­riz­za­zio­ne for­te­men­te ter­ri­to­ria­le dei Demo­kra­ti­ci di Scul­co, esa­spe­ra­ta per  giu­sti­fi­ca­re per­si­no gli spo­sta­men­ti da uno schie­ra­men­to all’altro, sareb­be peral­tro il con­tra­rio del sen­so vero di una rifor­ma accentratrice.

In que­sta posi­zio­ne c’è un pen­sie­ro o giu­di­zio poli­ti­co? O si trat­ta sola­men­te del ten­ta­ti­vo di strin­ge­re la pre­sa del PD pro­vin­cia­le e sdo­ga­na­re tut­ti i limi­ti di un movi­men­to di con­fi­ne in vista dei pros­si­mi appun­ta­men­ti elettorali?

La man­can­za di respon­sa­bi­li­tà  ver­so i cit­ta­di­ni a cui era sta­ta pro­po­sta una linea ora­mai smen­ti­ta nei fat­ti, e ora anche sul refe­ren­dum, è tut­ta inte­gra in quel­le ragio­ni che richia­ma­no la magia di un “Sena­to vici­no al ter­ri­to­rio”. Un’idea che non va oltre gli slo­gan e oltre se stes­si. Mani­fe­sta­ta sen­za che si sia ten­ta­to, nean­che  lon­ta­na­men­te, di inda­ga­re se dav­ve­ro la rifor­ma miglio­re­rà o peg­gio­re­rà il peso del­le “peri­fe­rie” d’Italia.

Quel­lo che con­ta è quan­to pez­zo di pote­re si potreb­be otte­ne­re ora che “basta un sì”.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Caro Marco, ci vorrebbe un colpo da maestro

Caro Mar­co, ci vor­reb­be un col­po da mae­stro, alla Tibe­ri, l’abbiamo sem­pre chia­ma­to così: un’i­dea per scri­ve­re una sto­ria com­ple­ta­men­te diver­sa. Per­ché, Mar­co, non amavi

Nature Restoration Law: stavolta ha vinto la Terra!

È un momen­to sto­ri­co: oggi l’Europa ren­de leg­ge il ripri­sti­no del­la natu­ra, e defi­ni­sce la dire­zio­ne che il nostro con­ti­nen­te segui­rà per ridar­le spa­zio. La que­stio­ne non è edo­ni­sti­ca, e nem­me­no intel­let­tua­le: si trat­ta di per­met­te­re che gli eco­si­ste­mi, come i fiu­mi o le zone umi­de, ter­re col­ti­va­te e fore­ste, tor­ni­no gra­dual­men­te in una con­di­zio­ne di equi­li­brio per con­ti­nua­re a tra­sfor­ma­re la mate­ria, per ren­de­re, cioè, la bio­sfe­ra vivi­bi­le anche per noi.