Bekaert: è proprio il caso di dire “vengono prima gli italiani”

Nel­la gior­na­ta di vener­dì si sono sus­se­gui­ti due epi­so­di di rile­van­za nazio­na­le: men­tre in un tour tosca­no il Mini­stro del­l’In­ter­no Mat­teo Sal­vi­ni, scor­ta­to da un nume­ro con­si­de­re­vo­le di Poli­zia, arrin­ga­va i suoi mili­tan­ti in appog­gio ai can­di­da­ti sin­da­co di cdx per il bal­lot­tag­gio di dome­ni­ca 24 giu­gno, a Figli­ne Inci­sa Val­dar­no un’u­ni­tà pro­dut­ti­va sto­ri­ca chiu­de­va i bat­ten­ti e il dato­re di lavo­ro var­ca­va i can­cel­li del­la fab­bri­ca, scor­ta­to dai Carabinieri.

Men­tre Sal­vi­ni par­la­va di moschee, rom e immi­gra­ti, a qual­che deci­na di chi­lo­me­tri cen­ti­na­ia di lavo­ra­to­ri “ita­lia­ni” per­de­va­no il posto di lavo­ro.

Bekaert non è sol­tan­to una uni­tà pro­dut­ti­va, è soprat­tut­to una pre­sen­za sto­ri­ca indu­stria­le nel Val­dar­no Fio­ren­ti­no, per anni rife­ri­men­to di benes­se­re eco­no­mi­co ma anche di cul­tu­ra ope­ra­ia e poli­ti­ca. La sua sto­ria ci con­se­gna una vicen­da for­te­men­te lega­ta al ter­ri­to­rio ed affon­da le sue radi­ci negli anni del boom eco­no­mi­co e del movi­men­to ope­ra­io. All’in­ter­no del­la Fab­bri­ca, come è sem­pre sta­ta chia­ma­ta, non c’e­ra solo una for­te atti­vi­tà sin­da­ca­le ma nac­que­ro anche due sezio­ni di par­ti­to: la sezio­ne PCI Anto­nio Gram­sci ed il Nucleo Azien­da­le Socia­li­sta.

In que­gli anni l’e­span­sio­ne eco­no­mi­ca del Pae­se con­sen­tì a Pirel­li di aumen­ta­re i suoi ope­rai che da poco meno di 50 arri­va­ro­no a toc­ca­re quo­ta 1200.

Come spes­so è acca­du­to la sto­ria di una Fab­bri­ca ha cam­mi­na­to di pari pas­so a quel­la del­la comu­ni­tà, in un con­ti­nuo con­fon­der­si l’u­na den­tro l’altra.

Le for­ze poli­ti­che e sin­da­ca­li, sin dal­l’ac­qui­si­zio­ne da par­te di Bekaert del­l’at­ti­vi­tà di “steel­cord” nel feb­bra­io 2014 dal valo­re di 255 milio­ni di euro, han­no sem­pre agi­to per­ché venis­se rispet­ta­to l’ac­cor­do pro­dut­ti­vo e si sal­va­guar­das­se­ro i posti di lavo­ro. Infat­ti la vicen­da Bekaert è sta­ta, spes­so, al cen­tro del­l’at­ten­zio­ne del Con­si­glio Comu­na­le di Figli­ne e Inci­sa Val­dar­no, con mozio­ni con­giun­te ed una­ni­mi pur di man­te­ne­re in vita que­sta fab­bri­ca, pro­du­zio­ne stra­te­gi­ca per l’e­co­no­mia del­la zona. L’al­ta­le­na del­l’in­cer­tez­za è sta­ta inve­ce volu­ta­men­te ali­men­ta­ta dal­la stes­sa pro­prie­tà, già attrat­ta dal­la pos­si­bi­li­tà di delo­ca­liz­za­re la pro­du­zio­ne in Pae­si con mino­ri costi sul lavo­ro e in alcu­ne occa­sio­ni da for­ze poli­ti­che oppor­tu­ni­ste in cer­ca di visibilità.

L’im­pe­gno di Pos­si­bi­le in Con­si­glio Comu­na­le, degli anni 2015 – 2017, lo rin­no­via­mo oggi con la nostra pre­sen­za al Pre­si­dio Per­ma­nen­te al fian­co dei lavo­ra­to­ri e del­le loro fami­glie, por­tan­do anche la vici­nan­za del­la nostra Segre­ta­ria, Bea­tri­ce Bri­gno­ne.

Sia­mo stu­pe­fat­ti di fron­te alla visio­ne del­l’im­pren­di­to­re bel­ga che, dopo aver annun­cia­to la chiu­su­ra del­la fab­bri­ca, scap­pa­va scor­ta­to dai Cara­bi­nie­ri. Evi­den­te­men­te non tut­ti gli Stra­nie­ri sono uguali.

Zero a zero anche ieri: ‘sto Milan qui,‘sto Rive­ra che ormai non mi segna più, che tri­stez­za, il padro­ne non c’ha nean­che ‘sti pro­ble­mi qua…

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Una visio­ne a cui ci oppo­nia­mo con tut­ta la nostra for­za, men­tre lot­tia­mo per una cit­tà ospi­ta­le, inclu­si­va, che pen­si alla qua­li­tà del­la vita, l’ambiente e l’erogazione di ser­vi­zi essen­zia­li e non alla spe­cu­la­zio­ne immo­bi­lia­re e al pro­fit­to a tut­ti i costi.”

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