Il fattore K, nel senso di Kafka
Il partito non si lascia, o forse sì: basterebbe un po’ di sincerità, verso se stessi, verso gli elettori, che magari lo hanno lasciato già.
Il partito non si lascia, o forse sì: basterebbe un po’ di sincerità, verso se stessi, verso gli elettori, che magari lo hanno lasciato già.
Domenica 31 gennaio alle ore 12.00 scade il termine per partecipare al Congresso di Possibile e votare il Segretario e i comitati, organizzativo e scientifico.
Purtroppo i media nazionali non sembrano curarsi di questioni come queste e tendono a non parlarne, quasi si trattasse di temi minori, da leggere solo come colpi di teatro e non come elementi centrali della vita della nostra comunità.
I Comitati lombardi di Possibile dichiarano il proprio disappunto per l’uso strumentale e pretenzioso del simbolo e della sede della Regione, e chiedono il ritiro del gonfalone di Regione Lombardia dalla manifestazione di Roma e lo spegnimento della scritta “Family Day” sulla facciata del Palazzo della Regione Lombardia.
Il caso era esploso sin da subito: il famigerato bonus da 500 euro per i neomaggiorenni configurava una vera e propria “discriminazione di Stato”, essendo destinato solamente alle ragazze e ai ragazzi aventi cittadinanza italiana o di Paesi membri dell’Unione Europea, e non a coloro che, pur vivendo nel nostro Paese, non hanno ancora la cittadinanza.
Siamo coscienti del fatto che la candidatura di Roma a ospitare le olimpiadi del 2024 possa essere una grande opportunità per la Capitale e per tutto il Paese. Allo stesso tempo siamo coscienti degli enormi investimenti necessari e dei rischi che potrebbero comportare per il bilancio dello Stato queste olimpiadi. Basti pensare a quanto accaduto con i giochi di Atene 2004 e al prezzo che ancora stanno pagando i cittadini greci.
Assemblea dei comitati europei di Possibile. La diretta, con Giuseppe Civati ed Elly Schlein.
«Eppure oggi è profondamente umiliante dover parlare ancora di mancata applicazione della 194» scrive stamattina Roberto Saviano dalle colonne dell’Espresso. Ma la realtà è ancora più amara di quella tratteggiata dallo scrittore.
La prima tappa del tour europeo di Giuseppe Civati ed Elly Schlein. Dal referendum inglese alle elezioni presidenziali portoghesi, dal post-voto spagnolo alle sfide che si trova di fronte la Grecia: un viaggio per andare a fondo delle grandi questioni che stanno scuotendo l’Unione, per scambiare esperienze e progettare futuro.
Esprimiamo il nostro disappunto e massimo dissenso dopo che il Presidente D’Alfonso e la maggioranza del governo regionale hanno compiuto un vero e proprio colpo di mano, schierandosi contro i referendum NoTriv e le altre Regioni con cui lo aveva chiesto, a fianco del governo Renzi davanti la Consulta