Anche Bologna città rifugio #SaveAleppo

Nei gior­ni scor­si abbia­mo visto mobi­li­tar­si deci­ne di cit­tà Ita­lia­ne per chie­de­re di fer­ma­re il mas­sa­cro di Alep­po e soc­cor­re­re i tan­ti civi­li anco­ra ostag­gio di que­sta guer­ra. Miglia­ia sono sta­te le per­so­ne che sono sce­se in piaz­za da Paler­mo a Tori­no. Piaz­ze che han­no visto spe­gner­si le luci di Nata­le ed accen­der­si can­de­le, per dare un segna­le di vici­nan­za, soli­da­rie­tà, indignazione.

Non pos­sia­mo più rima­ne­re a guar­da­re immo­bi­li la fine di un Pae­se che sof­fre già da trop­po tem­po que­sta guer­ra che da 5 anni ha distrut­to la vita di cir­ca 11 milio­ni di siria­ni, di cui più di 400.000 sono vit­ti­me accer­ta­te e mol­te di que­ste sono bambini.

Scen­de­re in piaz­za è la pri­ma cosa che un cit­ta­di­no può fare per non resta­re indif­fe­ren­te alla bru­ta­li­tà di quan­to sta acca­den­do. Ma non basta.

Ci voglio­no pro­po­ste di soli­da­rie­tà con­cre­ta ed è neces­sa­ria una pre­sa di posi­zio­ne poli­ti­ca. Quel­lo che pos­sia­mo fare noi è chie­de­re che que­sta pre­sa di posi­zio­ne e que­ste azio­ni con­cre­te par­ta­no anche dal­le isti­tu­zio­ni loca­li a noi più vici­ne, le cit­tà. Ada Colau, sin­da­ca di Bar­cel­lo­na, fu la pri­ma a lan­cia­re nel 2015 il pro­get­to “Bar­cel­lo­na Ciu­tat Refu­gi” dichia­ran­do che «Bar­cel­lo­na farà tut­to quel­lo che potrà per par­te­ci­pa­re a una rete di cit­tà-rifu­gio. Voglia­mo cit­tà impe­gna­te nei dirit­ti uma­ni, cit­tà del­le qua­li sen­tir­ci orgo­glio­si». L’immediata ade­sio­ne al pro­get­to arri­vò da Madrid, e poi da Valen­cia, Saba­dell, Ter­ras­sa, Sant Feliu De Llo­bre­gat, Ate­ne, Lesbos, e Lampedusa.

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Pochi gior­ni fa è sta­ta la vol­ta di Napo­li, che ha rilan­cia­to la cen­tra­li­tà del­le cit­tà come atto­ri prin­ci­pa­li dell’accoglienza e del­la coo­pe­ra­zio­ne, con una gior­na­ta di lavo­ri attra­ver­so cui il Sin­da­co De Magi­stris ha pre­sen­ta­to il pro­get­to di Napo­li come cit­tà rifu­gio per i civi­li di Alep­po e del­le altre zone di guer­ra. Isti­tu­zio­ni ed ospe­da­li loca­li, socie­tà civi­le, uni­ver­si­tà ed orga­niz­za­zio­ni uma­ni­ta­rie saran­no nei pros­si­mi mesi sedu­te insie­me ad un tavo­lo di coor­di­na­men­to per pro­get­ta­re un aiu­to con­cre­to per Alep­po e la sua popo­la­zio­ne. L’obiettivo è quel­lo di isti­tui­re cor­ri­doi uma­ni­ta­ri diret­ti che pos­sa­no, attra­ver­so l’approvazione e la col­la­bo­ra­zio­ne del­la Far­ne­si­na, por­ta­re i civi­li sfol­la­ti diret­ta­men­te in cit­tà, per esse­re cura­ti ed assi­sti­ti dal­le strut­tu­re e dagli ospe­da­li locali.

Con gli stes­si obiet­ti­vi, Pos­si­bi­le ha affian­ca­to e sup­por­ta­to Coa­li­zio­ne Civi­ca Bolo­gna, e in par­ti­co­la­re la con­si­glie­ra Emi­ly Clan­cy, nel­la pre­sen­ta­zio­ne di un ordi­ne del gior­no in Con­si­glio Comu­na­le con il qua­le si è chie­sta una pre­sa di posi­zio­ne e un impe­gno con­cre­to del­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne per la popo­la­zio­ne di Aleppo.

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L’odg è pas­sa­to con 28 voti favo­re­vo­li, tra cui quel­lo del Sin­da­co Mero­la e ci impe­gne­re­mo insie­me per far sì che l’amministrazione por­ti avan­ti il pro­get­to di isti­tui­re que­sto tavo­lo di coor­di­na­men­to e dimo­stri che le sue isti­tu­zio­ni e i suoi cit­ta­di­ni sono anco­ra uno popo­lo soli­da­le nei fat­ti, costruen­do ini­zia­ti­ve con­cre­te di coo­pe­ra­zio­ne e di acco­glien­za. Che Bolo­gna sia sen­za indu­gi né timi­dez­za cit­tà rifu­gio, pro­mo­tri­ce di una cul­tu­ra soli­da­le, così come è sta­ta in passato.

Se gli sta­ti non capi­sco­no che si trat­ta di vite uma­ne e che la loro dife­sa riguar­da tut­ti, se si rifiu­ta­no di fare la pro­pria par­te e si rin­chiu­do­no nel­l’e­goi­smo, per for­tu­na c’è un altro vol­to del­l’Eu­ro­pa: quel­lo del­le cit­tà e dei cit­ta­di­ni euro­pei che voglio­no fare la pro­pria par­te per acco­glie­re chi fug­ge da que­sto orro­re, e per chie­de­re con for­za che abbia fine.

Eri­ka Capasso

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