La Gran Bretagna dice “End Tampon Tax”, mentre in Italia ride solo Fazio

L’Unione Europea e il governo britannico hanno raggiunto un accordo per azzerare la tassa del 5% imposta sugli assorbenti, mentre in Italia l'Iva è al 22% e la battaglia di Possibile per ridurla fa ridere solo Che Tempo che Fa.

In Gran Bre­ta­gna le mestrua­zio­ni non saran­no più un lus­so. La bat­ta­glia di Lau­ra Croy­don e altre tan­tis­si­me don­ne bri­tan­ni­che che ave­va­no lan­cia­to una peti­zio­ne per abo­li­re le tas­se sugli assor­ben­ti, con­si­de­ra­ti beni non essen­zia­li, è a una svol­ta: l’Unione Euro­pea e il gover­no bri­tan­ni­co han­no infat­ti rag­giun­to un accor­do gra­zie al qua­le il Regno Uni­to potrà final­men­te azze­ra­re la tas­sa del 5% impo­sta fino­ra sui pro­dot­ti sanitari.

Come in Fran­cia, anche in Gran Bre­ta­gna la tam­pon tax ha pro­vo­ca­to la mobi­li­ta­zio­ne di schie­ra­men­ti di don­ne, sce­se in piaz­za con­tro quel­la che vie­ne con­si­de­ra­ta un’im­po­sta ini­qua e ses­si­sta. Gra­zie alla con­ces­sio­ne Ue, d’o­ra in poi i tam­pax ingle­si saran­no esentasse.

E men­tre a New York gli assor­ben­ti ven­go­no distri­bui­ti nel­le scuo­le, rega­la­ti alle stu­den­tes­se pro­ve­nien­ti da fami­glie indi­gen­ti, in Ita­lia non si va oltre la reto­ri­ca del benal­tri­smo con il prez­zo degli assor­ben­ti che viag­gia con il 22% del­l’I­va (mol­to più del 5% del­la Gran Bre­ta­gna).

Pos­si­bi­le con Bea­tri­ce Bri­gno­ne e Pip­po Civa­ti nei mesi scor­si ha pre­sen­ta­to un pro­get­to di leg­ge, per far rien­tra­re assor­ben­ti, cop­pet­te e tam­po­ni vagi­na­li tra i beni di pri­ma neces­si­tà (depo­si­tan­do nel­la stes­sa data anche ana­lo­ga pro­po­sta per­ché la stes­sa ali­quo­ta — per beni di pri­ma neces­si­tà — sia appli­ca­ta anche ai pro­dot­ti igie­ni­ci, ali­men­ta­ri e altri acces­so­ri per l’infanzia). Se con­si­de­ria­mo, infat­ti, che l’essere don­na impli­ca ave­re, nell’arco del­la pro­pria vita, le mestrua­zio­ni una vol­ta al mese, per cir­ca qua­ran­ta anni, è neces­sa­rio riflet­te­re anche su quan­to inci­de eco­no­mi­ca­men­te l’acquisto e l’uso di assor­ben­ti e tam­po­ni. Tut­ta­via, il pro­ble­ma non deve esse­re valu­ta­to sem­pli­ce­men­te da un pun­to di vista eco­no­mi­co-finan­zia­rio, ma anche sot­to un pro­fi­lo socia­le.

La pro­po­sta di Pos­si­bi­le fa par­te del pro­get­to com­ples­si­vo #Pari­Spe­sa  che vuo­le equi­pa­ra­re il costo dei pro­dot­ti desti­na­ti alle don­ne rispet­to a quel­li desti­na­ti agli uomi­ni. “Sem­bra un’assurdità (e lo è) ma gli stes­si pro­dot­ti se desti­na­ti alle don­ne costa­no più di quan­to non costi­no agli uomi­ni. In Uk si par­la del 37% in più”, come ha scrit­to Civa­ti, il qua­le ha chie­sto a Lucia­na Lit­tiz­zet­to di diven­ta­re testi­mo­nial di que­sta cam­pa­gna, “sen­za sim­bo­li, se non quel­lo sem­pli­ce e imme­dia­to dell’uguaglianza”. La stes­sa Lit­tiz­zet­to ave­va infat­ti iro­niz­za­to sul­la cam­pa­gna “Stop Tam­pon Tax” duran­te la tra­smis­sio­ne Che Tem­po Che Fa con­dot­ta da Fabio Fazio, in un ecces­so di benaltrismo.

 

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