Veniamo al dunque

La lista della sinistra si fa, e si fa a partire da un documento condiviso, rielaborato da Mdp, Possibile, Sinistra Italiana e Alleanza per la democrazia e l’uguaglianza

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1510068117852{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]E’ sta­to anti­ci­pa­to que­sta mat­ti­na da Huf­fing­ton Post: la lista del­la sini­stra si fa, e si fa a par­ti­re da un docu­men­to sot­to­scrit­to da Mdp, Pos­si­bi­le, Sini­stra Ita­lia­na e Allean­za per la demo­cra­zia e l’uguaglianza. Un momen­to di sin­te­si che final­men­te pren­de for­ma, dopo che da mesi invo­chia­mo un per­cor­so uni­ta­rio e con­di­vi­so, in cui cia­scun sog­get­to potes­se por­ta­re le pro­prie sen­si­bi­li­tà e la pro­pria auto­no­mia. Un’au­to­no­mia che coin­ci­de con la liber­tà di azio­ne e di pen­sie­ro rispet­to a uno sche­ma che le tv e i gior­na­li dan­no per scon­ta­to, ma che non lo è. E lo sarà ancor di meno se sare­mo capa­ci di coin­vol­ge­re le ener­gie più fre­sche e inno­va­ti­ve che già muo­vo­no il nostro paese.

«Da Boc­cia a Che Gue­va­ra» è l’e­spres­sio­ne che abbia­mo uti­liz­za­to più vol­te per indi­ca­re un per­cor­so lar­go, radi­ca­le nel­le scel­te e meti­co­lo­so nel­le pro­po­ste, costrui­to nume­ro per nume­ro, com­ma per com­ma, esat­ta­me­ne così come è il Mani­fe­sto di Pos­si­bi­le. Un docu­men­to frut­to di un lavo­ro dura­to mesi e che — evi­den­te­men­te — anda­va nel­la cor­ret­ta dire­zio­ne, dato che è sin da subi­to a dispo­si­zio­ne di tut­te e tut­ti e costi­tui­sce già da oggi un patri­mo­nio del­la nascen­te lista.

Solo poche set­ti­ma­ne fa gli Sta­ti gene­ra­li di Pos­si­bi­le ave­va­no appro­va­to que­sto per­cor­so, dan­do man­da­to per la sua rea­liz­za­zio­ne: ora si sta final­men­te con­cre­tiz­zan­do, in tota­le linea con ciò che soste­nia­mo da tem­po. Con­ti­nuia­mo su que­sta stra­da, con l’o­biet­ti­vo di cam­bia­re l’I­ta­lia. In que­sto sen­so, uni­re la sini­stra è sola­men­te uno stru­men­to, e mai il fine. Tenia­mo­lo sem­pre a men­te, in par­ti­co­la­re modo nel­le set­ti­ma­ne che ci aspet­ta­no.

 

Ci impe­gnia­mo a par­te­ci­pa­re insie­me alle pros­si­me ele­zio­ni poli­ti­che, con una pro­po­sta che pun­ti a cam­bia­re la vita del­le per­so­ne e resti­tui­re spe­ran­za a milio­ni di cit­ta­di­ne e cit­ta­di­ni che oggi non si sen­to­no più rap­pre­sen­ta­ti. 

Inten­dia­mo costrui­re un pro­get­to cre­di­bi­le soli­do e auto­no­mo, che pun­ti a ricon­net­te­re sini­stra e socie­tà, per ribal­ta­re rap­por­ti di for­za sem­pre più favo­re­vo­li alla destra in tut­te le sue articolazioni.

Ci rivol­gia­mo a tut­te le espe­rien­ze del civi­smo, a chi lavo­ra quo­ti­dia­na­men­te nel­l’as­so­cia­zio­ni­smo, alle for­ze orga­niz­za­te del mon­do del lavo­ro, ma soprat­tut­to a tut­te le don­ne e gli uomi­ni tra­sci­na­ti in bas­so dal­la cri­si, che han­no biso­gno di una poli­ti­ca diver­sa per risol­le­var­si; ai tan­ti por­ta­to­ri di com­pe­ten­ze che non tro­va­no occa­sio­ne per met­ter­la in pra­ti­ca, a colo­ro che ce l’han­no fat­ta ma non si ras­se­gna­no a una con­di­zio­ne diver­sa di tanti.

La nostra sfi­da ha un’am­bi­zio­ne alta: par­ti­re da un con­te­sto socia­le disgre­ga­to e divi­so e pro­por­ci, attra­ver­so le linee del nostro pro­gram­ma, un chia­ro indi­riz­zo di gover­no, coe­ren­te, tra­spa­ren­te e cre­di­bi­le. Sta qui il sen­so del­l’u­ti­li­tà per il Pae­se del voto che chie­dia­mo con­tro ogni tra­sfor­mi­smo e ogni allean­za innaturale.

L’a­van­za­ta di for­ze regres­si­ve e xeno­fo­be in mol­ti Pae­si euro­pei può esse­re arre­sta­ta non da pic­co­le o gran­di coa­li­zio­ni a dife­sa del­l’e­sta­blish­ment e di un ordi­ne socia­le ormai inso­ste­ni­bi­le, ma solo da una gran­de allean­za civi­ca e di sini­stra, che rista­bi­li­sca la cen­tra­li­tà del valo­re uni­ver­sa­le dell’eguaglianza.

La cre­sci­ta del­le dise­gua­glian­ze è oggi prin­ci­pa­le fat­to­re di cri­si dei siste­mi democratici.

La lun­ga cri­si, pro­dot­ta dai gua­sti del capi­ta­li­smo finan­zia­rio e acui­ta in Euro­pa da un pro­ces­so di inte­gra­zio­ne ege­mo­niz­za­to dal neo­li­be­ri­smo, ha enor­me­men­te accre­sciu­to le dise­gua­glian­ze, ha sva­lu­ta­to il lavo­ro e com­pres­so i suoi dirit­ti, ha costret­to alla chiu­su­ra di tan­te azien­de e tan­te pic­co­le e medie atti­vi­tà, ha con­dan­na­to i gio­va­ni a una disoc­cu­pa­zio­ne di mas­sa e una pre­ca­rie­tà ende­mi­ca, ha pie­ga­to e svuo­ta­to l’i­stru­zio­ne, la sani­tà e la pre­vi­den­za pub­bli­che, ha col­pi­to il ceto medio e ha allar­ga­to l’a­rea di pover­tà e insi­cu­rez­za sociale.

Il pro­get­to poli­ti­co a cui voglia­mo dar vita nasce per con­tra­sta­re que­ste ten­den­ze, riaf­fer­man­do l’at­tua­li­tà e la moder­ni­tà del model­lo socia­le ed eco­no­mi­co dise­gna­to dal­la nostra Car­ta Costituzionale.

Non reg­ge più il model­lo di svi­lup­po basa­to su alti livel­li di inqui­na­men­to, su uno spre­co inso­ste­ni­bi­le di mate­rie pri­me e di con­su­mo del ter­ri­to­rio. Voglia­mo con la nostra lista esse­re par­te inte­gran­te di quel movi­men­to ambien­ta­li­sta che in tut­to il mon­do si bat­te per avvia­re un’am­bi­zio­sa tran­si­zio­ne ver­so una ”eco­no­mia cir­co­la­re”, per fer­ma­re i cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci ricon­ver­ti­re eco­lo­gi­ca­men­te l’e­co­no­mia, libe­rar­si dal­la dipen­den­za dei com­bu­sti­bi­li fos­si­li, affer­ma­re nuo­vi model­li di con­su­mo, rag­giun­ge­re l’o­biet­ti­vo di rifiu­ti zero, garan­ti­re la sicu­rez­za ali­men­ta­re e gli approv­vi­gio­na­men­ti idrici.

Voglia­mo ripor­ta­re il lavo­ro e la sua digni­tà al cen­tro del­la società.

Il lun­go ciclo del­la pre­ca­riz­za­zio­ne, con­tra­ria­men­te alle pro­mes­se libe­ri­ste, ha bloc­ca­to la cre­sci­ta del­la pro­dut­ti­vi­tà, ha com­pres­so i sala­ri, ha accre­sciu­to la disoc­cu­pa­zio­ne, ha dequa­li­fi­ca­to una par­te impor­tan­te del nostro appa­ra­to pro­dut­ti­vo. Oggi sia­mo il Pae­se con il lavo­ro più pre­ca­rio d’Eu­ro­pa, e con il più alto tas­so di disoc­cu­pa­zio­ne giovanile.

Per que­sto cre­dia­mo si deb­ba comin­cia­re resti­tuen­do ai lavo­ra­to­ri i dirit­ti sot­trat­ti, con la leg­ge sul Jobs Act, che va can­cel­la­ta, e un’e­tà di acces­so al pen­sio­na­men­to in linea con quel­la dei pae­si euro­pei. E diver­sa secon­do il gra­do di gra­vo­si­tà dei lavori.

La più gran­de ingiu­sti­zia che voglia­mo debel­la­re è la con­di­zio­ne di pre­ca­rie­tà e di infe­li­ci­tà nel­la qua­le sono costret­ti a vive­re milio­ni di nostri gio­va­ni. Non c’è un gran­de futu­ro per l’I­ta­lia se non si garan­ti­sce a loro una pro­spet­ti­va radi­cal­men­te diver­sa di vita.

Non sono più tol­le­ra­bi­li discri­mi­na­zio­ni sala­ria­li che vio­la­no gra­ve­men­te leg­gi e prin­ci­pi costi­tu­zio­na­li. Ci bat­te­re­mo per riaf­fer­ma­re un fon­da­men­ta­le prin­ci­pio di giu­sti­zia socia­le nega­to in tan­te par­ti d’I­ta­lia: allo stes­so lavo­ro deve cor­ri­spon­de­re la stes­sa con­tri­bu­zio­ne tra uomi­ni e donne.

L’at­tac­co all’au­to­no­mia e alla qua­li­tà del­la scuo­la e del­l’u­ni­ver­si­tà pub­bli­ca è par­te del­lo stes­so dise­gno di disgre­ga­zio­ne del­le con­di­zio­ni di uguaglianza.

L’in­de­bo­li­men­to del­l’i­stru­zio­ne qua­le pre­si­dio del­lo spi­ri­to cri­ti­co e fat­to­re di mobi­li­tà socia­le è sta­to infat­ti il corol­la­rio indi­spen­sa­bi­le del­le ‘rifor­me’ vol­te a ren­de­re il lavo­ro più pre­ca­rio, ricat­ta­bi­le e sot­to­pa­ga­to, minan­do­ne la fun­zio­ne costi­tu­zio­na­le di fon­da­men­to del­la cit­ta­di­nan­za democratica.

Voglia­mo met­te­re in cam­po una diver­sa idea di scuo­la, comin­cian­do da un pia­no di rifi­nan­zia­men­to del­l’i­stru­zio­ne pub­bli­ca che la por­ti final­men­te ad ave­re risor­se pari a quel­le pre­vi­ste nei pae­si più avanzati.

Lo stes­so deve esse­re fat­to per Uni­ver­si­tá e ricer­ca, umi­lia­te da anni di tagli insostenibili.

Biso­gna rico­strui­re il siste­ma di tute­la del patri­mo­nio cul­tu­ra­le sman­tel­la­to dal­le ulti­me rifor­me, pun­tan­do sul­la pro­du­zio­ne e la redi­stri­bu­zio­ne del­la cono­scen­za. Voglia­mo una cul­tu­ra che for­mi cit­ta­di­ni sovra­ni e non con­su­ma­to­ri o clienti.

Ci bat­tia­mo per il rilan­cio del wel­fa­re pub­bli­co uni­ver­sa­li­sti­co, a par­ti­re dal­la sani­tà, che deve esse­re garan­ti­ta con­tro pro­ces­si stri­scian­ti di pri­va­tiz­za­zio­ne e mes­sa in con­di­zio­ne di rispon­de­re alle sfi­de aper­te dai nuo­vi far­ma­ci e dal­le bio­tec­no­lo­gie, da ren­de­re acces­si­bi­li per tutti.

Voglia­mo lan­cia­re un gran­de pia­no di lavo­ro e inve­sti­men­ti pub­bli­ci, da cui far pas­sa­re il rilan­cio del wel­fa­re e la mes­sa in sicu­rez­za del ter­ri­to­rio, del­le scuo­le, del­le case. Biso­gna supe­ra­re la logi­ca del­le Gran­di Ope­re, del con­su­mo di suo­lo e del­lo Sbloc­ca Ita­lia: l’u­ni­ca gran­de ope­ra uti­le è la mes­sa in sicu­rez­za del territorio.

Sen­za gli inve­sti­men­ti pub­bli­ci l’I­ta­lia non è in gra­do di cre­sce­re più rapi­da­men­te e di crea­re occu­pa­zio­ne sta­bi­le e di qualità.

E’ nel Sud che biso­gna con­cen­tra­re una quo­ta net­ta­men­te più rile­van­te di inve­sti­men­ti pub­bli­ci e pri­va­ti per fare ripar­ti­re l’I­ta­lia, con­du­cen­do una lot­ta sen­za quar­tie­re a mafia e camorra.

L’o­biet­ti­vo impre­scin­di­bi­le del­la pie­na occu­pa­zio­ne dipen­de infat­ti anche dal­la riat­ti­va­zio­ne di for­me di inter­ven­to pub­bli­co nel­l’e­co­no­mia, che met­ta­no final­men­te l’am­bien­te e il cli­ma al cen­tro del­la poli­ti­ca e del model­lo di svi­lup­po del Paese.

Tut­to que­sto sarà pos­si­bi­le se sapre­mo ripri­sti­na­re un siste­ma di rea­le equi­tà e pro­gres­si­vi­tà fisca­le (come pre­vi­sto dal­l’ar­ti­co­lo 53 del­la Costi­tu­zio­ne), capa­ce di spo­sta­re il pre­lie­vo dal lavo­ro alle ren­di­te e ai gran­di patri­mo­ni, non­ché avvia­re una lot­ta sen­za quar­tie­re all’e­va­sio­ne di chi ha di più, a par­ti­re dal­le gran­di mul­ti­na­zio­na­li ai para­di­si fisca­li: la custo­dia del­l’am­bien­te diven­ta infat­ti il vero trat­to distin­ti­vo di una rin­no­va­ta visio­ne progressista.

La riaf­fer­ma­zio­ne di dirit­ti socia­li pri­ma­ri va di pari pas­so con una nuo­va sta­gio­ne di avan­za­men­ti sul ter­re­no dei dirit­ti civi­li e di liber­tà che par­ta­no dal­lo jus soli, il testa­men­to bio­lo­gi­co e poi si esten­da­no agli altri diritti .

Sen­tia­mo il dove­re impre­scin­di­bi­le di garan­ti­re un’ac­co­glien­za degna a chi cer­ca in Euro­pa una vita miglio­re, sfug­gen­do a regi­mi san­gui­na­ri o alla dispe­ra­zio­ne del­la fame.

Il ripu­dio del­la guer­ra, il rilan­cio del mul­ti­la­te­ra­li­smo e del­la coo­pe­ra­zio­ne inter­na­zio­na­le sono l’al­tro lato del­la meda­glia e la bus­so­la di un nuo­vo ruo­lo del­l’Eu­ro­pa nel mon­do glo­ba­le, in un qua­dro anco­ra dram­ma­ti­ca­men­te segna­to da con­flit­ti, ter­ro­ri­smo e gran­di feno­me­ni migra­to­ri. Sen­za l’Eu­ro­pa i sin­go­li sta­ti nazio­na­li sareb­be­ro con­dan­na­ti ad una cre­scen­te irri­le­van­za nel nuo­vo sce­na­rio mon­dia­le. L’Eu­ro­pa può svol­ge­re un ruo­lo impor­tan­te nel mon­do e tor­na­re ad esse­re fat­to­re di svi­lup­po e benes­se­re, solo se cam­bia radi­cal­men­te met­ten­do in sof­fit­ta odio­se poli­ti­che di auste­ri­tà, sor­ret­te da una mio­pe gover­nan­ce inter­go­ver­na­ti­va. Ser­ve un’Eu­ro­pa pie­na­men­te in sin­to­nia con i prin­ci­pi fon­da­men­ta­li del­la nostra Costi­tu­zio­ne, più demo­cra­ti­ca, più socia­le e meno con­di­zio­na­ta dagli egoi­smi nazionali.

La pie­na affer­ma­zio­ne a tut­ti i livel­li del­la pari digni­tà indi­vi­dua­le e socia­le del­le don­ne è un pila­stro del nostro pro­get­to di attua­zio­ne inte­gra­le del­la Costi­tu­zio­ne repub­bli­ca­na e del suo cuo­re pul­san­te, l’ar­ti­co­lo 3.

Va com­bat­tu­ta sen­za tre­gua ogni for­ma di vio­len­za sul­le donne.

Voglia­mo, in defi­ni­ti­va, rico­strui­re lo Sta­to, avvi­ci­na­re isti­tu­zio­ni e cit­ta­di­ni, resti­tui­re i comu­ni alla pie­nez­za del­le pro­prie fun­zio­ni di pri­mo rac­cor­do tra i biso­gni del­le comu­ni­tà e i dove­ri di chi ammi­ni­stra il bene pub­bli­co. Rac­co­glia­mo il gri­do d’al­lar­me dei sin­da­ci ita­lia­ni che chie­do­no una svol­ta nel­le poli­ti­che ver­so le cit­tà. Dob­bia­mo garan­ti­re sicu­rez­za a tut­ti sen­za eri­ge­re muri. Occor­re ritro­va­re una poli­ti­ca più respon­sa­bi­le, più pro­get­tua­le, più sobria nei com­por­ta­men­ti e one­sta anche intellettualmente.

Per fare tut­to que­sto e mol­to altro cre­dia­mo si deb­ba apri­re una sta­gio­ne discus­sio­ne e di par­te­ci­pa­zio­ne dal bas­so, a cui affi­da­re il pro­get­to, il per­cor­so e la scel­ta del­le persone.

Per que­sto è il momen­to di costrui­re un gran­de spa­zio pub­bli­co, aper­to, tra­spa­ren­te plu­ra­le e inclu­si­vo; un luo­go che non sia il ter­re­no di con­te­sa tra pro­get­ti ambi­gui e incom­pa­ti­bi­li tra loro, ma il labo­ra­to­rio di una pro­po­sta dav­ve­ro inno­va­ti­va e coraggiosa.

Il cam­bia­men­to e l’al­ter­na­ti­va rispet­to alle poli­ti­che degli ulti­mi anni sono la cifra fon­da­men­ta­le di que­sto pro­get­to, il cui obiet­ti­vo è dare sostan­za ai valo­ri di egua­glian­za, inclu­sio­ne, giu­sti­zia sociale.

Con que­sto spi­ri­to ci impe­gnia­mo a costrui­re una lista comu­ne alle pros­si­me ele­zio­ni poli­ti­che: una lista che appar­ten­ga a tut­te e tut­ti quel­li che vor­ran­no par­te­ci­pa­re, insie­me e nes­su­no esclu­so, e che si rico­no­sca­no nel­le pro­po­ste e valo­ri del nostro programma.

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