referendum costituzionale

Il No contro l’asteroide

Non biso­gna mai per­de­re la tene­rez­za, dice­va qual­cu­no. Né la convinzione.
Non so se ci sia­no muc­che in cor­ri­do­io, ele­fan­ti a rischio ecci­ta­zio­ne: so che biso­gna vota­re No. Che è fini­ta l’e­po­ca del nì, del for­se ma for­se, del dipen­de vedremo.

Barca ha torto (di nuovo)

Que­sta rifor­ma non con­tie­ne “pic­co­li miglio­ra­men­ti e pic­co­li difet­ti” “che si bilan­cia­no” e che sem­pli­ce­men­te “andran­no gesti­ti”, come scri­ve Bar­ca, ma pro­se­gue nel len­to sci­vo­la­men­to ver­so la limi­ta­zio­ne degli spa­zi deci­sio­na­li e demo­cra­ti­ci dei cit­ta­di­ni, e per que­sto ser­ve schie­rar­si e bocciarla.

Il partito del “nì”

I pro­fes­sio­ni­sti del non pren­de­re posi­zio­ne cion­do­la­no aspet­tan­do di vede­re la pie­ga che pren­de­rà il Pae­se: lucra­no sul tem­po e sul­le ener­gie (degli altri) spac­cian­do l’esitazione per sag­gez­za. Inter­ven­go­no ampol­lo­si riu­scen­do a non dire nul­la men­tre si scrol­la­no la respon­sa­bi­li­tà di sta­re in campo.

Il costituzionalista in viaggio

Andrea Per­ti­ci, tra gli ispi­ra­to­ri del­le pro­po­ste di rifor­ma costi­tu­zio­na­le soste­nu­te da Pos­si­bi­le, ha scel­to la stra­da meno bat­tu­ta eppu­re così anti­ca. Un’iniziativa alla vol­ta, un dibat­ti­to alla vol­ta. L’incontro di per­so­na, per­so­nal­men­te: una mobi­li­ta­zio­ne silenziosa.

Se Possibile alza la testa

In pri­ma sera­ta, in un pano­ra­ma tele­vi­si­vo occu­pa­to dai ser­vet­ti e dagli urla­to­ri, abbia­mo spie­ga­to le nostre ragio­ni del no, abbia­mo illu­stra­to le nostre pro­po­ste per l’altro “Sì” che ci sta ter­ri­bil­men­te a cuo­re, abbia­mo discus­so nel meri­to e di fron­te al ren­zi­smo da discount di Nar­del­la, un con­fu­so mini­stro Gal­let­ti e un Bru­net­ta nel ruo­lo dell’amante tra­di­ta noi abbia­mo par­la­to di Costi­tu­zio­ne, rap­pre­sen­tan­za, com­pe­ten­ze e pro­ces­si demo­cra­ti­ci. Abbia­mo par­la­to di poli­ti­ca, pen­sa te.

Chi è seduto accanto a chi sul treno delle riforme

Da una par­te chi con­di­vi­de un trat­to di stra­da e per ragio­ni diver­se. Dal­l’al­tro una comi­ti­va di per­so­ne che viag­gia ver­so una desti­na­zio­ne scel­ta di comu­ne accor­do e con entu­sia­smo, su un tre­no che loro stes­si han­no pro­get­ta­to, che viag­gia su bina­ri che loro stes­si han­no posato.