ISIS

Terrorismo: Possibile, governi fermino il traffico di armi

Van­no pro­sciu­ga­ti i finan­zia­men­ti allo Sta­to Isla­mi­co: la cura poli­ti­ca deve pas­sa­re attra­ver­so il con­tra­sto del traf­fi­co di armi e dro­ga che mol­ti gover­ni fan­no fin­ta di igno­ra­re. Ricon­si­de­ra­re i rap­por­ti con Sta­ti come l’A­ra­bia Sau­di­ta che finan­zia­no diret­ta­men­te il ter­ro­ri­smo. Lo dichia­ra­no in una nota i par­la­men­ta­ri di Pos­si­bi­le Pip­po Civa­ti, Bea­tri­ce Bri­gno­ne, Luca Pasto­ri­no, Andrea Mae­stri e Toni Matarrelli.

Siamo in guerra (ma non lo diciamo)

Sem­bra stra­no, ma nes­su­no lo dice con chia­rez­za. Sia­mo in guer­ra. Allea­ti con gli Sta­ti Uni­ti, con­tro l’I­sis in Libia, a 300 km dal­le nostre coste. Sia­mo in guer­ra a segui­to di una dichia­ra­zio­ne uni­la­te­ra­le, arri­va­ta diret­ta­men­te dal­la Casa Bianca.

La strage non fermerà i ragazzi di Suruç

Quel­lo che ti col­pi­sce sono gli occhi. Che sia­no impe­gna­ti in con­fe­ren­ze per stu­dia­re il futu­ro del mon­do, che sia­no riu­ni­ti per aiu­ta­re una popo­la­zio­ne in dif­fi­col­tà o che sia­no inten­ti a lan­cia­re un nuo­vo sog­get­to poli­ti­co, que­gli occhi non men­to­no. Gli sguar­di dei ragaz­zi sono gli stes­si per­ché espri­mo­no alle­gria, fra­tel­lan­za, spi­ri­to di cam­bia­men­to: in sostan­za voglia di vivere.