Si può anche non essere d’accordo (senza essere strumentali)

Ren­zi attac­ca Civa­ti: “Stru­men­ta­liz­za il dolo­re solo per livo­re con­tro di me”: così tito­la Euro­pa, inter­pre­tan­do il con­te­nu­to e il desti­na­ta­rio di un pas­sag­gio nell’ultima new­slet­ter del sin­da­co di Firen­ze. Pec­ca­to che non ci sia nes­su­na stru­men­ta­liz­za­zio­ne, e che anzi sia pre­oc­cu­pan­te che Ren­zi defi­ni­sca stru­men­ta­le quel­la che sem­pli­ce­men­te è una posi­zio­ne diver­sa dal­la sua.

Segna­lia­mo a Ren­zi che un’opinione nel meri­to del­la que­stio­ne è sta­ta sol­le­ci­ta­ta, ai can­di­da­ti alla segre­te­ria, da più par­ti e da per­so­ne che han­no a cuo­re que­sto gene­re di deli­ca­ti argo­men­ti. Civa­ti si è limi­ta­to a rispon­de­re, e a rispon­de­re di non esse­re d’accordo con quan­to deli­be­ra­to dal­la giun­ta gui­da­ta da Renzi:

“Sono sta­to accu­sa­to di ave­re scrit­to trop­po nel docu­men­to con­gres­sua­le, e di ave­re det­ta­glia­to ecces­si­va­men­te, anche sui sin­go­li temi. Mi sono dif­fu­so sul­la que­stio­ne maschi­le (non fem­mi­ni­le, per­ché in que­sto Pae­se i pro­ble­mi ce li han­no i maschi) e cre­do di aver fat­to non bene, benis­si­mo. E a chi mi chie­de di rispon­de­re, dico che ha ragio­ne a pre­oc­cu­par­si e che la 194 è sta­ta lar­ga­men­te disat­te­sa, e che è pro­fon­da­men­te sba­glia­to pro­ce­de­re con ini­zia­ti­ve come quel­la assun­ta a Firen­ze ieri (e lo dis­si anche quan­do la stes­sa cosa pas­sò in Lom­bar­dia, anni fa). Non è un attac­co a nes­su­no, sem­pli­ce­men­te, come già in mol­te altre occa­sio­ni, non sono d’ac­cor­do con quel­la che sem­bra esse­re diven­ta­ta la mora­le domi­nan­te. Che ha mol­to poco di mora­le, e mol­to di domi­nan­te. Cosa che vale sem­pre per il maschi­li­smo e l’in­ca­pa­ci­tà di com­pren­de­re la cul­tu­ra del­la dif­fe­ren­za. Il pri­mo pro­ble­ma da cui ripar­ti­re, se si voglio­no cam­bia­re le cose. E mi sor­pren­de che nel Pd si discu­ta di tut­to, ma non del­le cose (così) importanti”.

Que­sto è quan­to, nes­sun livo­re, solo il dove­re di una rispo­sta e la liber­tà di dar­la in base alle pro­prie con­vin­zio­ni. Se inve­ce l’oggetto degli stra­li di Ren­zi non fos­se la rispo­sta di un suo com­pe­ti­tor, in quel­la che dav­ve­ro sareb­be una pole­mi­ca con­gres­sua­le mol­to stru­men­ta­le, ma la doman­da stes­sa, gli segna­lia­mo l’ulteriore pre­ci­sa­zio­ne for­ni­ta da Mari­na Ter­ra­gni, autri­ce di una del­le sol­le­ci­ta­zio­ni più condivise:

“Solo 2 pre­ci­sa­zio­ni: 1. in Ita­lia (D.P.R 10/9/90) esi­ste già “la pos­si­bi­li­tà per i geni­to­ri dei bim­bi nati mor­ti di sep­pel­li­re i pro­pri figli anzi­ché – let­te­ral­men­te – con­si­de­rar­li “rifiu­ti spe­cia­li”. Non è chia­ro per­ché Ren­zi attri­bui­sca a “un’i­ni­zia­ti­va del Comu­ne di Firen­ze, dove­ro­sa e sem­pli­ce”, que­sta pos­si­bi­li­tà. 2. dice anco­ra Ren­zi: “Pos­sia­mo fare poli­ti­ca sen­za stru­men­ta­liz­za­re il dolo­re di una madre, o di un padre, che per­de un figlio pri­ma che que­sti veda la luce?”. E’ pre­ci­sa­men­te quel­lo che doman­do a lui”.

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