Quel che succede a Idomeni è spaventoso, ed è motivo di vergogna per ogni europeo. Da quando, a febbraio, alcuni Stati europei hanno deciso di “chiudere la rotta balcanica”, issando muri e reintroducendo severi controlli alle frontiere, a Idomeni si sono riversate ed accumulate le speranze di oltre 11’000 persone — tra cui moltissimi bambini e donne — in fuga da guerre e disperazione verso il Nord Europa. Un numero impressionante, per chi come me è cresciuto in un paese di 3’000 anime.
Qui a Idomeni — nel fango e nell’umido che entra nelle ossa, negli occhi spenti dalla frustrazione, nelle lacrime di rabbia– rischia di cadere e frantumarsi per sempre l’ideale d’Europa come culla dei diritti umani, una bandiera issata faticosamente, e con orgoglio, dalle ceneri delle grandi guerre. Lunedì ho presentato un’interrogazione urgente alla Commissione europea su quanto accaduto domenica scorsa, ed una identica al Consiglio, per chiedere conto di una situazione disumana e inaccettabile, in cui i diritti fondamentali di migliaia di persone vengono quotidianamente calpestati. Su suolo europeo.
Domenica, infatti, secondo quanto riportato da Medici senza frontiere, centinaia di persone hanno provato ad attraversare il confine con la Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia (FYROM), e in tutta risposta sono state attaccate con gas lacrimogeni, granate stordenti, e pallottole di gomma sparate ad altezza uomo. Quasi 300 persone sono state curate per le difficoltà respiratorie e le ferite riportate, tra cui decine di bambini. Immagini da cui è difficile riprendersi.
Avremmo da dirvi una cosa, cari governi europei che avete issato muri, dimentichi, in alcuni casi, della vostra stessa storia, segnata dal crollo di un muro; cari governi europei che vi siete impegnati nel settembre 2015 a ricollocare 160mila persone arrivate in Grecia e in Italia, ma che poi ne avete accolte solo poco più di mille; che vi siete trovati a capo chino di fronte ai ricatti del governo turco, ma in sole tre settimane avete già rispedito indietro 300 persone che volevano chiedere protezione internazionale. E’ questa — viene da chiedersi — la famosa Europa a due velocità? Che in 8 mesi ricolloca al suo interno a stento 1000 persone, ma in sole tre settimane ne respinge ben 300?
Cari governi europei che avete voluto dare alla FYROM e alla Turchia il potere di scegliere chi resta nel fango, e che presi dal vostro egoismo e dalla reciproca sfiducia non siete stati in grado di mettere in campo quelle soluzioni europee comuni che sole potrebbero garantire dignità a queste persone, solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità tra Stati membri, come già chiedono i nostri Trattati; cari governi europei, che avreste potuto evitare che Idomeni diventasse più di una stazione di confine, abbiamo da dirvi che un giorno per questo sarete — e saremo, ahimè — tutti giudicati dalla storia. E da quei bambini. E dai figli dei loro figli.
Ecco l’interrogazione:
“Secondo quanto riportato da Medici senza frontiere (MSF) e diffuso dalla stampa internazionale, lo scorso 10 Aprile, al campo di Idomeni, dove sono accampati più di 11 mila migranti, le autorità di Fyrom hanno utilizzato lacrimogeni, granate stordenti e proiettili di plastica contro un gruppo di migranti che tentavano di oltrepassare la barriera che divide la Grecia dalla Fyrom.
Il comunicato di MSF parla di quasi 300 migranti, tra cui molte donne e bambini, soccorsi per difficoltà respiratorie dovute ai lacrimogeni e feriti da proiettili di gomma. Anche il governo greco ha definito pericoloso e deplorevole l’uso di agenti chimici contro una popolazione inerme.
- Può dirci la Commissione europea quali azioni intende urgentemente intraprendere per evitare che fatti gravissimi come questi si ripetano e per garantire il rispetto dei diritti umani nel campo di Idomeni e al confine?
- Può dirci la Commissione europea cosa intende fare per assicurare condizioni di vita dignitose nel campo di Idomeni dove, a causa della decisione di alcuni Stati europei di chiudere le frontiere, si trovano piu di 11 mila migranti in condizioni disperate e disumane, denunciate dalle ONG e dall’ UNHCR?
- Può dirci la Commissione europea quali azioni sta intraprendendo per garantire l’immediata implementazione degli impegni sui 160 mila ricollocamenti che si sono presi i governi europei?”