Porte aperte alla sinistra

Le porte sono apertissime, come nella nota pubblicità, con un’unica pregiudiziale, che sembra banale ma i fatti hanno dimostrato il contrario, cioè non avere preclusioni verso gli altri partecipanti e condividere il progetto.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il per­cor­so del­la sini­stra uni­ta­ria, in vista del­le ele­zio­ni poli­ti­che del 2018 è, anche for­mal­men­te, partito.

Come annun­cia­to da gior­ni, il 25 e il 26 novem­bre in tut­ta Ita­lia si svol­ge­ran­no le assem­blee che eleg­ge­ran­no i dele­ga­ti del­la suc­ces­si­va assem­blea del 3 dicem­bre a Roma, quan­do comin­ce­re­mo a pren­de­re, con meto­do demo­cra­ti­co, le pri­me deci­sio­ni con­cre­te sul­la lista.

Ieri è sta­to final­men­te reso pub­bli­co il rego­la­men­to del­le assem­blee pro­vin­cia­li e stu­pi­sce dav­ve­ro che qual­cu­no sia riu­sci­to a pole­miz­za­re anche su questo.

Il fun­zio­na­men­to è mol­to semplice.

Intan­to pos­so­no par­te­ci­pa­re alle Assem­blee pro­vin­cia­li e ter­ri­to­ria­li ed esse­re dele­ga­ti all‘Assemblea nazio­na­le “le cit­ta­di­ne e i cit­ta­di­ni ita­lia­ni, non­ché le cit­ta­di­ne e i cit­ta­di­ni dell’Unione euro­pea resi­den­ti in Ita­lia, le cit­ta­di­ne e i cit­ta­di­ni di altri Pae­si in pos­ses­so di per­mes­so di sog­gior­no, che abbia­no com­piu­to il sedi­ce­si­mo anno di età, che sot­to­scri­va­no il docu­men­to poli­ti­co-pro­gram­ma­ti­co, che devol­va­no un con­tri­bu­to di alme­no 2 Euro per la coper­tu­ra del­le spe­se orga­niz­za­ti­ve, e che accet­ti­no di esse­re iscrit­ti nell’Albo degli elet­to­ri del­la lista”.

Non solo gli iscrit­ti ai par­ti­ti, quin­di, ma tut­ti colo­ro che si rico­no­sca­no nel pro­get­to e si iscri­va­no all’Albo degli elettori.

Le por­te sono aper­tis­si­me, come nel­la nota pub­bli­ci­tà, con un’unica pre­giu­di­zia­le, che sem­bra bana­le ma i fat­ti han­no dimo­stra­to il con­tra­rio, cioè non ave­re pre­clu­sio­ni ver­so gli altri par­te­ci­pan­ti e con­di­vi­de­re il progetto.

Una vol­ta costi­tui­ta l’assemblea loca­le e indi­vi­dua­to il nume­ro degli aven­ti dirit­to al voto, si pro­ce­de alla ele­zio­ne dei delegati.

È pre­vi­sta la pos­si­bi­li­tà di for­ma­re una lista con­di­vi­sa dai par­te­ci­pan­ti all’assemblea, pro­po­sta dal­la Presidenza.

Non è, come le male lin­gue han­no erro­nea­men­te o stru­men­tal­men­te inter­pre­ta­to, una blin­da­tu­ra del pro­ces­so e una spar­ti­zio­ne par­ti­ti­ca dei dele­ga­ti, anzi.

È una sem­pli­fi­ca­zio­ne che pre­mia, ove ne sus­si­sta­no le con­di­zio­ni, l’unità fra i par­te­ci­pan­ti, la con­di­vi­sio­ne del pro­get­to, la con­ver­gen­za anche sul­le per­so­ne che a livel­lo loca­le inten­da­no por­tar­lo avan­ti, non neces­sa­ria­men­te iscrit­te ai par­ti­ti, e quin­di un model­lo di rap­pre­sen­tan­za condivisa.

Come dovreb­be esse­re fra cit­ta­di­ne e cit­ta­di­ni che cre­do­no in un’idea e in un per­cor­so.

Ma se un nume­ro di par­te­ci­pan­ti pari al 10% degli aven­ti dirit­to al voto pro­po­ne altre can­di­da­tu­re, si met­to­no da par­te le liste e si pro­ce­de con il voto di pre­fe­ren­za a scru­ti­nio segre­to sul com­ples­so del­le can­di­da­tu­re avan­za­te e cia­scun aven­te dirit­to al voto può espri­me­re una dop­pia pre­fe­ren­za di genere.

Quin­di se la con­di­vi­sio­ne non è pra­ti­ca­men­te ple­bi­sci­ta­ria, si pas­sa imme­dia­ta­men­te al voto libe­ro, sen­za liste con­trap­po­ste, sen­za pre­giu­di­zia­li, se non la pari­tà di genere.

Cer­to, come det­to, la con­di­vi­sio­ne del pro­get­to e l’assenza di veti è, quel­la sì, una pregiudiziale.

Così come il guar­da­re avan­ti, e non indie­tro, il tene­re a men­te quel­lo che ci uni­sce nel meri­to e non quel­lo che ci ha maga­ri divi­so nel pas­sa­to, sen­za ana­li­si di purez­za, sen­za die­tro­lo­gie, sen­za appar­te­nen­ze ma, come acca­de in demo­cra­zia, deci­den­do libe­ra­men­te, una testa un voto, libe­ro ed egua­le, come quel­lo pre­vi­sto dal­la Costituzione.

E, lascia­te­me­lo dire, le pole­mi­che e le rico­stru­zio­ni inve­ri­tie­re, stru­men­ta­li e baroc­che dimo­stra­no pro­prio che per una vol­ta stia­mo facen­do la cosa giu­sta.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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