Mps: violata la libertà d’informazione e il diritto dei giornalisti a non rivelare le fonti

Abbia­mo deci­so di pre­pa­ra­re un’inter­ro­ga­zio­ne urgen­te al Mini­stro del­la Giu­sti­zia su quan­to sta acca­den­do nel­la pro­cu­ra di Sie­na nel cor­so del pro­ces­so per la pre­sun­ta divul­ga­zio­ne di mate­ria­le su Mon­te dei Paschi di Sie­na.

Duran­te la ter­za udien­za del pro­ces­so a cari­co del­la vedo­va di David Ros­si Anto­nel­la Tognaz­zi e del gior­na­li­sta del Fat­to Quo­ti­dia­no Davi­de Vec­chi,  il pm ha chie­sto infat­ti al gior­na­li­sta Augu­sto Mat­tio­li, chia­ma­to come teste, di rive­la­re una fon­te. Mat­tio­li si è rifiu­ta­to appel­lan­do­si alla nor­ma che tute­la il segre­to pro­fes­sio­na­le e per tut­ta rispo­sta il pm ha ver­ba­liz­za­to che il gior­na­li­sta, essen­do pub­bli­ci­sta, non può avva­ler­si di que­sta tute­la obbli­gan­do­lo a rive­la­re la fon­te.

A que­sto si aggiun­ga che il pro­ces­so è sta­to vie­ta­to alle tele­ca­me­re con la risi­bi­le moti­va­zio­ne che si trat­te­reb­be di “un pro­ces­so pri­va­to”. Par­lia­mo di un pro­ces­so pena­le avvia­to d’ufficio dal­la pro­cu­ra sen­za alcu­na que­re­la di par­te né par­ti civi­li: è un pro­ces­so che non può svol­ger­si a por­te chiu­se e sen­za che i gior­na­li­sti pos­sa­no rac­con­ta­re quan­to vie­ne discusso.

Si trat­te­reb­be di un pre­ce­den­te gra­vis­si­mo e di un attac­co deli­be­ra­to alla liber­tà di stam­pa.
Inol­tre non c’è nes­su­na que­re­la di par­te, né par­te civi­le, né par­te lesa: è un pro­ces­so d’uf­fi­cio di due spe­ci­fi­ci pm per ritor­sio­ni nei con­fron­ti del­la stam­pa ( Il Fat­to Quo­ti­dia­no) che ha rive­la­to a par­ti­re dal 2013 tut­te le vicen­de lega­te a Mps,  sot­to­li­nean­do che a oggi non è sta­to indi­vi­dua­to alcun respon­sa­bi­le, né per la tra­gi­ca scom­par­sa del­la ban­ca né per quel­la del suo mana­ger David Ros­si. Gli uni­ci a pro­ces­si sono la vedo­va di Ros­si e un giornalista.

Quan­to è acca­du­to a Sie­na lede quin­di il dirit­to dei cit­ta­di­ni ad esse­re infor­ma­ti: la que­stio­ne era sta­ta recen­te­men­te rego­la­ta nel sen­so del pie­no rico­no­sci­men­to del segre­to pro­fes­sio­na­le ai pub­bli­ci­sti da una sen­ten­za del­la Cor­te d’Appello di Cal­ta­nis­set­ta, di cui pro­prio in que­sti gior­ni è sta­ta resa nota la moti­va­zio­ne. In vir­tù del­la rile­van­za del pro­ces­so e dei temi che ven­go­no trat­ta­ti, cre­dia­mo sia neces­sa­rio che il Mini­stro rispon­da quan­to pri­ma sul­le moda­li­tà discu­ti­bi­li e per­se­cu­to­rie di que­sto processo.

 

Giu­sep­pe Civati
Andrea Mae­stri

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