Locride: dalla parte della libertà di stampa, la nostra solidarietà a Giovanni Maiolo

Un consiglio comunale estremamente importante per la comunità, in quanto si doveva ufficializzare il dissesto finanziario dell’Ente, diventa teatro di atti di censura, comunque di comportamenti vicini alla limitazione della libertà di stampa. Quindi insulti e minacce

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il 7 Giu­gno 2018 sia­mo sta­ti pre­sen­ti alla mani­fe­sta­zio­ne a soste­gno di Ciavula.it, gior­na­le on line del­la Locri­de, e a soste­gno del­la liber­tà di stam­pa. A Cau­lo­nia, Comu­ne che van­ta tra­di­zio­ni poli­ti­che rile­van­ti, sta acca­den­do ciò che acca­de in ogni Comu­ne in cui la poli­ti­ca assu­me com­por­ta­men­ti non rap­pre­sen­ta­ti­vi ma osten­ta auto­re­fe­ren­zia­li­tà e favo­ri­sce, in qual­che modo, l’acuirsi del con­flit­to tra la popo­la­zio­ne e le isti­tu­zio­ni, tra popo­la­zio­ne e infor­ma­zio­ne. E così suc­ce­de che un con­si­glio comu­na­le estre­ma­men­te impor­tan­te per la comu­ni­tà, in quan­to si dove­va uffi­cia­liz­za­re il dis­se­sto finan­zia­rio dell’Ente, diven­ta tea­tro di atti di cen­su­ra, comun­que di com­por­ta­men­ti vici­ni alla limi­ta­zio­ne del­la liber­tà di stam­pa. Quin­di insul­ti e minac­ce. Insom­ma, la dege­ne­ra­zio­ne dei nor­ma­li rap­por­ti tra soste­ni­to­ri dell’Amministrazione e gli orga­ni di stam­pa, in un cre­scen­do che non si può tollerare.

Nel far west dei social net­work, dopo che la Pro­cu­ra di Locri fino­ra ha sem­pre archi­via­to le denun­ce del diret­to­re di Cia­vu­la che segna­la­va­no un cli­ma di inci­vil­tà, ades­so arri­va un mes­sag­gio mol­to chia­ro, via face­book. Un uten­te scri­ve sen­za mez­zi ter­mi­ni, sot­to ad un arti­co­lo di Gio­van­ni Maio­lo in cui si pos­so­no leg­ge­re alcu­ni dei soli­ti insul­ti e il com­men­to del vice­sin­da­co di Cau­lo­nia Dome­ni­co Cam­pi­si che non esi­ta a rin­gra­zia­re chi offen­de il nostro diret­to­re defi­nen­do­lo “pseu­do­gior­na­li­sta”: “A lupa­ra ci vole. 2 cor­pe e ciao”, segui­to da 6 fac­ci­ne sor­ri­den­ti. Il desti­na­ta­rio del mes­sag­gio sem­bra sen­za dub­bio esse­re il Diret­to­re di Cia­vu­la Gio­van­ni Maio­lo. A que­sto ci ha con­dot­ti il cli­ma di odio ver­so i media libe­ri e indi­pen­den­ti che si respi­ra da mesi a Caulonia.

Il Comi­ta­to Costa dei Gel­so­mi­ni si è chie­sto quin­di qua­le fos­se l’aspetto social­men­te più impat­tan­te di una simi­le situa­zio­ne. E’ bene sape­re che nel­la Locri­de mol­ti sono i Comu­ni in defi­cit strut­tu­ra­le, pre­dis­se­sto e dis­se­sto. Un pano­ra­ma emer­gen­zia­le se si con­si­de­ra­no anche i Comu­ni sciol­ti per infil­tra­zio­ni mafio­se o com­mis­sa­ria­ti. Ebbe­ne, ci inte­res­sa l’impatto che tale con­di­zio­ne eser­ci­ta sui cit­ta­di­ni, con­si­de­ra­te le con­di­zio­ni gene­ra­li di sot­to­svi­lup­po di que­sta par­te d’Italia.

Il soste­gno a Cia­vu­la e a Gio­van­ni Maio­lo lo abbia­mo con­di­vi­so con mol­ti altri cit­ta­di­ni del ter­ri­to­rio, di Cau­lo­nia e del­la Locri­de. Voglia­mo anche sot­to­li­nea­re, però, che il pro­trar­si del­la cri­si gene­ra­liz­za­ta del­la Locri­de non può evol­ver­si in sen­so posi­ti­vo se non diven­ta una que­stio­ne nazio­na­le, con i rap­pre­sen­tan­ti poli­ti­ci che dav­ve­ro si ren­do­no atti­vi al ser­vi­zio del­la popo­la­zio­ne. Qui acca­de tutt’altro. Sem­bra di esse­re nel regno dei sogni, con l’informazione loca­le che segna­la, denun­cia, ripor­ta casi gra­vi e una infor­ma­zio­ne nazio­na­le che ne par­la come fos­se gos­sip. I palaz­zi del pote­re si agi­ta­no in nomi­ne di com­mis­sa­ri come se non ci fos­se un doma­ni e que­sta fos­se una solu­zio­ne seria. Sani­tà, tra­spor­ti, cri­mi­na­li­tà, lavo­ro. Tut­to com­mis­sa­ria­to e tri­ste­men­te inutile.

Pos­si­bi­le è un luo­go poli­ti­co che si distin­gue per non tace­re su nes­su­no degli aspet­ti del vive­re civi­le o inci­vi­le, che è dal­la par­te di chi sof­fre con­di­zio­ni di vita non digni­to­se, comun­que dif­fi­ci­li. Per que­sto evi­den­zia­mo la situa­zio­ne crea­ta, per­ché cre­dia­mo che ren­der­la dispo­ni­bi­le ad altri la pos­sa far dive­ni­re una que­stio­ne nazionale.

Di segui­to l’intervista che abbia­mo rila­scia­to a Cia­vu­la, in occa­sio­ne del­la manifestazione:

L’am­mi­ni­stra­zio­ne comu­na­le di Cau­lo­nia (Sin­da­co Pd e Vice­sin­da­co For­za Ita­lia) ha rite­nu­to di impe­di­re alla nostra testa­ta, uti­liz­zan­do le for­ze del­l’or­di­ne e facen­do appel­lo ad un rego­la­men­to comu­na­le mai appli­ca­to di cen­su­ra­re le ripre­se video di un impor­tan­te con­si­glio comu­na­le in cui si è dichia­ra­to il dis­se­sto. Stes­so ten­ta­ti­vo fat­to con una emit­ten­te tv, Tele­mia. Ma sia­mo sicu­ri che il par­ti­to “demo­cra­ti­co” sia tale? Con l’ar­ri­vo al gover­no dei popu­li­sti temi riper­cus­sio­ni sul­la liber­tà di stampa?

Il Par­ti­to Demo­cra­ti­co non si ren­de con­to dell’effetto che fa una infor­ma­zio­ne “con­trol­la­ta” sull’italiano medio. For­se non capi­sce che non ha più il con­sen­so che spe­ra­va di man­te­ne­re. D’altra par­te quel par­ti­to dice sem­pre le stes­se cose, tut­ti i gior­ni, a tut­te le ore, in tut­ti i luo­ghi. La lezio­ne del 4 dicem­bre è sta­ta in que­sto sen­so com­ple­ta­men­te inu­ti­le, è sta­ta fat­ta pas­sa­re per anti­ren­zi­smo frain­ten­den­do­ne il sen­so pro­fon­do: che nes­su­no (se non una mino­ran­za) può sop­por­ta­re che un par­ti­to non fac­cia mai auto­cri­ti­ca e pre­ten­da l’attenzione del popo­lo 24 ore su 24, 7 gior­ni su 7. Dal­le ele­zio­ni poli­ti­che per­se, e non per col­pa del­le divi­sio­ni o del­la sini­stra, si ere­di­ta una pras­si poco umi­le, atte­sta­ta su posi­zio­ni ren­zia­ne, poco incli­ne a met­ter­si tra le Isti­tu­zio­ni e i cit­ta­di­ni. Si ritie­ne esso stes­so un’istituzione, per cui eser­ci­ta volon­tà di con­trol­lo anche sui mez­zi di informazione.

Per­chè l’a­de­sio­ne di “Pos­si­bi­le” alla mani­fe­sta­zio­ne di giovedì?

Pos­si­bi­le è orga­niz­za­to in comi­ta­ti ter­ri­to­ria­li. Que­sta con­fi­gu­ra­zio­ne fede­ra­li­sta con­sen­te ad ogni comi­ta­to di svol­ge­re la pro­pria atti­vi­tà nel ter­ri­to­rio in modo auto­no­mo. Faci­le per noi, e allo stes­so tem­po mol­to impe­gna­ti­vo dal pun­to di vista poli­ti­co, deci­de­re di faci­li­ta­re in ogni modo l’azione del­la infor­ma­zio­ne libe­ra. In que­sto ter­ri­to­rio è indi­spen­sa­bi­le non cade­re nel­le auto­ce­le­bra­zio­ni, nel­le auto­re­fe­ren­ze del pote­re poli­ti­co ma anche dei sin­go­li par­ti­ti e movi­men­ti. Stan­do sem­pre dal­la par­te di ciò che sia­mo, cit­ta­di­ni di tut­te le clas­si, dob­bia­mo evi­den­zia­re le situa­zio­ni cri­ti­che e far­le emer­ge­re. Nascon­de­re la real­tà a favo­re di un pub­bli­co accon­di­scen­den­te ser­ve solo a aumen­ta­re la distan­za del let­to­re cri­ti­co e del cit­ta­di­no in dif­fi­col­tà. In que­sto pre­fe­ria­mo esse­re radi­ca­li. L’ambito poli­ti­co in cui ci muo­via­mo neces­si­ta di azio­ni e pre­sen­ze con­ti­nue sul territorio.

Con l’ar­ri­vo al gover­no dei popu­li­sti temi riper­cus­sio­ni sul­la liber­tà di stampa?

Il gior­na­li­smo non può e non deve rima­ne­re cir­co­scrit­to nel cas­set­to sem­pre trop­po como­do del­le “cose che suc­ce­do­no agli altri”, quel­le che ci sfio­ra­no giu­sto il tem­po di qual­che pagi­na di cro­na­ca, il dolo­re, poi il cor­do­glio e poi basta. Il gior­na­li­smo, quan­do vie­ne fat­to con cura, è la miglio­re garan­zia di una buo­na demo­cra­zia: costrin­ge i poten­ti a dare rispo­ste, fru­ga tra le dise­gua­glian­ze che con­ta­no dav­ve­ro e soprat­tut­to infor­ma, come il gior­na­li­smo deve fare. Per que­sto for­se il modo miglio­re di com­men­ta­re è quel­lo di accet­ta­re una sfi­da poli­ti­ca e cul­tu­ra­le che è diven­ta­ta ter­ri­bil­men­te impo­po­la­re: rico­strui­re il rap­por­to con il gior­na­li­smo. Lavo­ra­re per rico­strui­re una con­nes­sio­ne con il mon­do dell’informazione che rove­sci la deri­va di que­sti ulti­mi anni: ini­zia­re una vera rifles­sio­ne sul ruo­lo poli­ti­co e socia­le del gior­na­li­smo che non può per­met­ter­si di esse­re mega­fo­no dei pote­ri ma piut­to­sto ne deve diven­ta­re pun­go­lo. Inver­ti­re, insom­ma, que­sta pes­si­ma deri­va per cui i gior­na­li­sti sia­no i “nemi­ci” da addi­ta­re e pre­ten­de­re da loro veri­tà e, per loro, una digni­tà pro­fes­sio­na­le che li met­ta in con­di­zio­ne (pro­fes­sio­na­le) di docu­men­tar­si, stu­dia­re e appro­fon­di­re. Que­sti sono gli argo­men­ti che por­te­rem­mo avan­ti e sui qua­li ci sen­tia­mo di dire che la liber­tà di stam­pa si con­qui­sta a suon di veri­tà. I gover­ni popu­li­sti, popu­li­sti anche di sini­stra, si con­tra­sta­no con que­ste armi, otti­me anche per il popu­li­smo che affer­ma di esse­re inco­lo­re e per il solo fat­to di dir­lo, è di destra.

Que­ste, infi­ne, le nostre con­si­de­ra­zio­ni fina­li, scrit­te con lo sco­po di rap­pre­sen­ta­re il nostro pun­to di vista sul­la esau­sta vita poli­ti­ca nel­la Locri­de, inef­fi­ca­ce e inu­ti­le atti­vi­tà da inse­ri­re in impro­ba­bi­li curricula.

Il con­flit­to tra cit­ta­di­ni e Ammi­ni­stra­zio­ni loca­li c’è sem­pre sta­to. E’ la dimo­stra­zio­ne che ci sono diver­si inte­res­si in gio­co, che ognu­no ha una solu­zio­ne diver­sa per ogni pro­ble­ma. E’ anche una for­ma di comu­ni­ca­zio­ne e quan­do non è vio­len­to il con­flit­to è demo­cra­zia; è un pro­ces­so ine­vi­ta­bi­le. E’ aggres­si­vo quan­do non c’è volon­tà di dia­lo­go e si è poco col­la­bo­ra­ti­vi. In que­sto caso i risul­ta­ti non sod­di­sfa­no nes­su­no, lo vedia­mo in ogni pae­se del nostro territorio.

Il con­flit­to è anche espres­sio­ne di males­se­re, di insof­fe­ren­za, di comu­ni­ca­zio­ne inter­rot­ta tra ammi­ni­stra­to­ri e cit­ta­di­ni. Tro­va­re la cau­sa sca­te­nan­te e con pazien­za cer­ca­re di ren­der­la inno­cua è impos­si­bi­le se esi­sto­no altri moti­vi di discor­dia: con­di­zio­ni di vita che sono le stes­se per un perio­do infi­ni­to; assen­za di rap­pre­sen­tan­za e gestio­ne ragio­ne­ri­sti­ca del Comu­ne; scar­sa col­la­bo­ra­zio­ne tra gover­no e cit­ta­di­ni, Giun­ta che non è in gra­do di soste­ne­re la respon­sa­bi­li­tà del gover­no del ter­ri­to­rio; infor­ma­zio­ne e comu­ni­ca­zio­ne non pun­tua­li per cui il cit­ta­di­no vie­ne infor­ma­to male; scar­sa tra­spa­ren­za dei modi di pro­gram­ma­re le ini­zia­ti­ve. Cose che veri­fi­chia­mo ogni gior­no in ogni comu­ne in dif­fi­col­tà eco­no­mi­ca. Il con­flit­to dovreb­be por­ta­re ad eli­mi­na­re i difet­ti o impe­di­re che si ripe­ta­no per ogni atto ammi­ni­stra­ti­vo. Non ser­ve a nes­su­no che le osti­li­tà sia­no peren­ni, pri­ma o poi sare­mo costret­ti a fare valu­ta­zio­ni. Ma sia­mo sem­pre e comun­que dal­la par­te di chi subi­sce com­por­ta­men­ti assur­di, sen­za pos­si­bi­li­tà di usci­ta. Il soste­gno a Gio­van­ni Maio­lo e ai cit­ta­di­ni di Cau­lo­nia, che devo­no affron­ta­re que­sta fase iste­ri­ca del­la vita del pae­se è d’obbligo. C’è biso­gno di atti conseguenti.

Un cit­ta­di­no di un pae­se in dis­se­sto finan­zia­rio avver­te mag­gior­men­te la lon­ta­nan­za del­le isti­tu­zio­ni. Asso­cia­mo l’immobilismo del­la buro­cra­zia a un sen­so di impo­ten­za, anche degli ammi­ni­stra­to­ri. Per cui non accet­ta che il Sin­da­co e la Giun­ta, espres­sio­ne del voto, sia­no comun­que dispo­sti ad ammi­ni­stra­re sen­za pos­si­bi­li­tà di spe­sa per rea­liz­za­re quan­to pro­mes­so. Appa­re cioè un’occupazione di fun­zio­ni sen­za capa­ci­tà di modi­fi­ca­re la real­tà. Su que­sto non si discu­te abba­stan­za. Una pos­si­bi­li­tà potreb­be esser­ci con un diver­so modo di esse­re Sin­da­co: il Sin­da­co di stra­da potreb­be esse­re il livel­lo dell’amministrazione comu­na­le più vici­no ai cit­ta­di­ni. La pre­sen­za costan­te sul ter­ri­to­rio con­sen­ti­reb­be di con­vi­ve­re dav­ve­ro con i pro­ble­mi dei cit­ta­di­ni, una vol­ta rile­va­to il pro­ble­ma di per­so­na e non più sol­tan­to a distan­za, tra­mi­te inu­ti­li e dan­no­si pas­sag­gi burocratici.

Così si spo­sta il Sin­da­co da un muni­ci­pio distan­te dal­le sin­go­le stra­de, ad uno vici­nis­si­mo; un’amministrazione in stra­da è mol­to più facil­men­te con­trol­la­bi­le dai cit­ta­di­ni e si rea­liz­ze­reb­be lo scam­bio con­ti­nuo di infor­ma­zio­ni e la pre­sa d’atto del­le dif­fi­col­tà a gesti­re un comu­ne in dis­se­sto. Que­sta pro­po­sta non è sem­pli­ce da rea­liz­za­re se il cli­ma è arro­ven­ta­to, lo sap­pia­mo. Ma io cit­ta­di­no devo sape­re, se è impor­tan­te per me il sin­da­co deve rispondermi.

Sil­vio Frascà

Comi­ta­to “Costa dei gelsomini”[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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