L’obiettivo era rendere più pericolosa la traversata, la traversata è diventata più pericolosa

Forse è il caso di smetterla con le stronzate (any sense) e di occuparci seriamente di liberare le persone che si trovano in Libia e di assicurare a chi fugge via mare tutta l'assistenza possibile.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Se c’è una cosa che mi pro­vo­ca pru­ri­to alle mani è sen­ti­re espo­nen­ti del­la destra para­fa­sci­sta soste­ne­re che per limi­ta­re i mor­ti in mare biso­gna impe­di­re le par­ten­ze e, quin­di, eli­mi­na­re quel­lo che con­si­de­ra­no un fat­to­re di attra­zio­ne (pull fac­tor), cioè le navi dei soc­cor­ri­to­ri. In sostan­za la teo­ria è: se ren­dia­mo la rot­ta più peri­co­lo­sa, meno per­so­ne si avven­tu­re­ran­no in mare e quin­di ci saran­no meno mor­ti.

Ecco, alla stra­gran­de mag­gio­ran­za di chi sostie­ne que­sta teo­ria — dicia­mo­lo fuo­ri dai den­ti — dei mor­ti in mare non glie­ne può fre­ga­re di meno. O meglio: non glie­ne può fre­gar di meno per­ché stia­mo par­lan­do di cada­ve­ri afri­ca­ni. Se fos­se­ro cada­ve­ri ita­lia­ni mostre­reb­be­ro un gran­dis­si­mo inte­res­se. Se ci fos­se­ro ita­lia­ni rin­chiu­si in cam­pi di deten­zio­ne, sul­l’al­tra spon­da del Medi­ter­ra­neo, sono sicu­ro che nes­sun gover­no ita­lia­no si sogne­reb­be mai di allon­ta­na­re le navi dei soc­cor­ri­to­ri per disin­cen­ti­va­re la fuga di que­sti ita­lia­ni e, quin­di, sal­var­li. Se ci fos­se­ro ita­lia­ni, que­sti stes­si poli­ti­ci invo­che­reb­be­ro l’e­ser­ci­to ita­lia­no e i caschi blu per libe­rar­li: altro­ché Ong.

A que­sta gen­te dei mor­ti afri­ca­ni in mare non inte­res­sa nien­te. Non gli inte­res­sa nien­te per­ché altri­men­ti avreb­be­ro cam­bia­to idea, dopo aver visto che il giu­gno del 2018 è sta­to il giu­gno con più mor­ti in mare in asso­lu­to da quan­do si regi­stra il dato (2014). Si trat­ta del­l’ot­ta­vo mesi con più mor­ti in mare dal gen­na­io 2014.

Mat­teo Vil­la del­l’I­spi sta svol­gen­do un enco­mia­bi­le e appro­fon­di­to lavo­ro di ana­li­si, da tem­po, che dimo­stra che le Ong non sono un “pull fac­tor”. I dati, infat­ti, ci rac­con­ta­no che — udi­te udi­te — ponen­do­si l’o­biet­ti­vo di ren­de­re più peri­co­lo­sa la tra­ver­sa­ta, la tra­ver­sa­ta è diven­ta­ta più peri­co­lo­sa. Il tas­so di mor­ta­li­tà rispet­to ai ten­ta­ti­vi ha rag­giun­to livel­li mai visti pri­ma: nel mese di giu­gno han­no ten­ta­to la tra­ver­sa­ta 7218 per­so­ne, del­le qua­li 3136 sono arri­va­te in Ita­lia, 3453 sono sta­te ricon­dot­te in Libia, 629 non sono soprav­vis­su­te. Poco meno del 9% del­le per­so­ne che han­no pro­va­to ad attra­ver­sa­re il Medi­ter­ra­neo sono mor­te, nel giu­gno 2018, nel nostro mare. Nel 2016 appro­da­ro­no in Ita­lia 181mila per­so­ne e ne mori­ro­no nel Medi­ter­ra­no cen­tra­le 2501, equi­va­len­ti a cir­ca l’1,5%. Nel giu­gno del 2016 e del 2017 il tas­so di mor­ta­li­tà fu di poco supe­rio­re al 2%.

For­se è il caso di smet­ter­la con le stron­za­te (any sen­se) e di occu­par­ci seria­men­te di libe­ra­re le per­so­ne che si tro­va­no in Libia e di assi­cu­ra­re a chi fug­ge via mare tut­ta l’as­si­sten­za pos­si­bi­le.

For­se è anche il caso che i par­la­men­ta­ri del Movi­men­to 5 Stel­le, se non voglio­no esse­re rite­nu­ti com­pli­ci in manie­ra defi­ni­ti­va, alzi­no un po’ la testa e la smet­ta­no di far­si bul­liz­za­re da un mini­stro che sta solo ren­den­do più cat­ti­vo il pae­se in cui vivia­mo. Un po’ di orgo­glio non fareb­be male.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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