Per l’accoglienza fatta bene: ad Avellino approvata all’unanimità la proposta di Possibile

Una settimana fa, con il gruppo consiliare "Si Può", incontro tra Possibile e SI, abbiamo chiesto e ottenuto - con una mozione votata all'unanimità - che il Consiglio comunale di Avellino deliberasse l'adesione allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, un modello di accoglienza positivo che, riconoscendo alla migranza i tratti di un fenomeno strutturale, propone il superamento della logica emergenziale assegnando al protagonismo degli Enti locali l’organizzazione dei servizi integrati dedicati all’accoglienza.

Ino­spi­ta­le a dispet­to del­le sue radi­ci, inge­ne­ro­sa ver­so i Comu­ni del­la pro­vin­cia già ospi­tan­ti, indif­fe­ren­te ai ripe­tu­ti richia­mi del Pre­fet­to, muta di fron­te alle par­te di cit­tà che ha mani­fe­sta­to con le len­zuo­la bian­che ai bal­co­ni la sua pro­te­sta per l’apertura di un Cen­tro di acco­glien­za straor­di­na­rio (Cas) e muta anche di fron­te all’altra par­te di cit­tà che, inve­ce, chie­de­va una rispo­sta ammi­ni­stra­ti­va digni­to­sa in tema di acco­glien­za. Que­sta la foto­gra­fia dell’Ammi­ni­stra­zio­ne comu­na­le dem di Avel­li­no, che ha affi­da­to alle non poli­ti­che di acco­glien­za la rela­zio­ne con i richie­den­ti asi­lo, con la silen­zio­sa mol­ti­tu­di­ne in cam­mi­no che ha incro­cia­to la mia pro­vin­cia, insie­me a tan­te altre, in atte­sa di rice­ve­re la pro­te­zio­ne inter­na­zio­na­le e umanitaria.

Più pre­ci­sa­men­te, que­sta la foto­gra­fia fino a una set­ti­ma­na fa. Il suo nega­ti­vo, anche quel­lo, par­la­va di un’attesa. Sta­vol­ta, però, dell’attesa di un gesto poli­ti­co che affi­das­se all’accoglienza il miglio­re rac­con­to di sé. Una set­ti­ma­na fa, con il grup­po con­si­lia­re “Si Può”, incon­tro tra Pos­si­bi­le e SI, abbia­mo chie­sto e otte­nu­to — con una mozio­ne vota­ta all’u­na­ni­mi­tà — che il Con­si­glio comu­na­le di Avel­li­no deli­be­ras­se l’a­de­sio­ne allo Sprar, il Siste­ma di pro­te­zio­ne per richie­den­ti asi­lo e rifu­gia­ti, un model­lo di acco­glien­za posi­ti­vo che, rico­no­scen­do alla migran­za i trat­ti di un feno­me­no strut­tu­ra­le, pro­po­ne il supe­ra­men­to del­la logi­ca emer­gen­zia­le asse­gnan­do al pro­ta­go­ni­smo degli Enti loca­li l’organizzazione dei ser­vi­zi inte­gra­ti dedi­ca­ti all’accoglienza. Si trat­ta di un model­lo per pic­co­li nume­ri, come ben descri­ve il nostro Ste­fa­no Cato­ne, che pro­get­ta un siste­ma loca­le di acco­glien­za dif­fu­sa e che, attra­ver­so la cen­tra­li­tà del pub­bli­co nel coor­di­na­men­to e nel con­trol­lo, tute­la e garan­ti­sce la qua­li­tà e i livel­li mini­mi dei ser­vi­zi dedi­ca­ti, come la media­zio­ne cul­tu­ra­le, l’alfabetizzazione, l’assistenza psi­co-socio-sani­ta­ria, la for­ma­zio­ne e le bor­se lavo­ro, l’accesso agli allog­gi, ma anche la tra­spa­ren­za nel­le pro­ce­du­re ammi­ni­stra­ti­ve e nel­la ren­di­con­ta­zio­ne del­la spe­sa e la sta­bi­li­tà nell’erogazione dei ser­vi­zi, con­tem­plan­do la pos­si­bi­li­tà di ricon­fer­mar­li per un trien­nio aggiun­ti­vo oltre quel­lo dell’adesione, ele­men­to que­sto tutt’altro che trascurabile.

mozione sprar avellino

[LEGGI L’INTERO TESTO DELLA MOZIONE]

[VAI ALLA PAGINA DELLA CAMPAGNA “NESSUN PAESE E’ UN’ISOLA]

[VAI ALLA PAGINA DEDICATA AGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI]

Si può fare acco­glien­za, e bene, se ci si disin­ca­glia dal­la stra­te­gia dell’emergenza che trop­pe vol­te costrui­sce vie bre­vi per gli affa­ri dei pri­va­ti. Mafia Capi­ta­le, i cen­tri irpi­ni sgom­be­ra­ti l’anno scor­so, i sol­di fini­ti sen­za con­trol­lo nel­le tasche di coo­pe­ra­ti­ve e socie­tà per sti­pa­re migran­ti in cen­tri che pote­va­no ospi­tar­ne la metà da una par­te, e poi stri­scio­ni fasci­sti, stra­de sbar­ra­te e rea­zio­ni scom­po­ste, come le len­zuo­la bian­che di Via Fran­ce­sco Tede­sco, a sof­fia­re sul fuo­co del­la pau­ra dall’altra. Trac­ce, que­ste ulti­me, che pie­ga­no l’accoglienza all’emergenza, per­ché è con que­sto sen­ti­men­to che si sot­trae pro­gres­si­va­men­te den­si­tà al dirit­to (e al dove­re) d’asilo per gestir­lo con tut­ti i limi­ti che le pro­ce­du­re con­tem­pla­no nel­le fasi di emergenza.

Ecco per­ché nei nostri Con­si­gli comu­na­li dovrem­mo tor­na­re tut­ti con la stes­sa mozio­ne su cui l’assise di Avel­li­no si è espres­sa all’unanimità, acco­glien­do l’adesione allo Sprar.

Pri­ma di tut­to per inda­ga­re quel disa­gio, per spie­ga­re quel­le pau­re, che non par­la­no del­la cri­si dei migran­ti, ma del­la nostra cri­si e di quan­to le rispo­ste del­le poli­ti­che nazio­na­li non sia­no sta­te in gra­do di inci­de­re da oltre un decen­nio sul­le nostre vite. Dovrem­mo tor­nar­ci tut­ti nei nostri Con­si­gli comu­na­li per descri­ve­re che l’assenza del­le nostre Ammi­ni­stra­zio­ni dai pro­ces­si deci­sio­na­li non solo tute­la gli spe­cu­la­to­ri dell’accoglienza, ma impo­ve­ri­sce le nostre comu­ni­tà di oppor­tu­ni­tà socia­li e pro­fes­sio­na­li, che han­no con­sen­ti­to a Ria­ce il ripo­po­la­men­to del cen­tro sto­ri­co abban­do­na­to e un assun­to ogni die­ci ospi­ti, e di ser­vi­zi pub­bli­ci, garan­ti­ti come a Sute­ra dove la scuo­la ele­men­ta­re non ha più inter­rot­to il suo ser­vi­zio gra­zie all’iscrizione dei mino­ri stra­nie­ri accol­ti sul ter­ri­to­rio comu­na­le. E dovrem­mo tor­nar­ci anco­ra, e poi insi­ste­re anco­ra, per­ché è nel­le pover­tà comu­ni che diven­ta sem­pre più fati­co­sa l’emancipazione dal biso­gno, sia quel­la degli ita­lia­ni che quel­la degli stranieri.

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