La partecipazione è un Fatto

Il Fatto Quotidiano dedica l'apertura di oggi alla lista unitaria di sinistra. Non per raccontarne le evoluzioni che, finalmente, dopo tanti mesi di discussioni, la stanno concretizzando, ma per screditare il lavoro in corso sui territori e dal basso con una serie di menzogne indecenti.

Il Fat­to Quo­ti­dia­no dedi­ca l’a­per­tu­ra di oggi alla lista uni­ta­ria di sini­stra. Non per rac­con­tar­ne le evo­lu­zio­ni che, final­men­te, dopo tan­ti mesi di discus­sio­ni, la stan­no con­cre­tiz­zan­do, ma per scre­di­ta­re il lavo­ro in cor­so sui ter­ri­to­ri e dal bas­so con una serie di men­zo­gne indecenti.

Come tut­ti ormai san­no, il 2 dicem­bre si svol­ge­rà un’as­sem­blea nazio­na­le fra tut­ti i sog­get­ti che han­no sot­to­scrit­to il docu­men­to di inten­ti usci­to qual­che gior­no fa, un’as­sem­blea com­po­sta da dele­ga­ti elet­ti demo­cra­ti­ca­men­te in assem­blee pro­vin­cia­li che si ter­ran­no una set­ti­ma­na pri­ma in tut­ta Italia.

Secon­do il Fq, Mdp, Si e Pos­si­bi­le si sareb­be­ro “già accor­da­ti sul meto­do di com­po­si­zio­ne del­le liste per quo­te”, e “i civi­ci del Bran­cac­cio” sareb­be­ro “in rivolta”.

È una rico­stru­zio­ne fan­ta­sio­sa, visto che le assem­blee pro­vin­cia­li saran­no sovra­ne e gesti­te alla pari tra i sog­get­ti pre­sen­ti sul ter­ri­to­rio, sul­la base di rego­le sem­pli­cis­si­me e comu­ni a qual­sia­si assem­blea di que­sto tipo: chiun­que potrà par­te­ci­pa­re e vota­re, gli baste­rà fir­ma­re il docu­men­to di inten­ti. E chiun­que potrà pre­sen­ta­re una lista di can­di­da­ti dele­ga­ti, con un nume­ro mini­mo di sot­to­scri­zio­ni. Non vi sarà nes­sun con­trol­lo cen­tra­le e nem­me­no peri­fe­ri­co, e se dav­ve­ro a que­ste assem­blee aper­te e demo­cra­ti­che si pre­sen­te­rà un’on­da­ta di civi­smo, ebbe­ne com­pe­te­rà alla pari con tut­ti e non potrà che gio­va­re al pro­get­to nel suo insie­me, sen­za biso­gno di far nes­su­na rivol­ta: chiun­que, par­te­ci­pan­do, è nel­le con­di­zio­ni di far sen­ti­re la pro­pria voce e di chie­de­re una par­te del­la rappresentanza.

Da par­te nostra non pos­sia­mo che auspi­ca­re che le dif­fe­ren­ze pos­sa­no appia­nar­si e ripe­te­re ciò che dicia­mo da mesi, per la pre­ci­sio­ne da gen­na­io, mol­to pri­ma che l’ar­go­men­to diven­tas­se di moda: una lista uni­ta­ria fra tut­ti i sog­get­ti auto­no­mi del­la sini­stra, tut­ti sen­za ecce­zio­ni e quin­di, ne con­se­gue, anche sen­za veti, per costrui­re insie­me una pro­po­sta demo­cra­ti­ca e par­te­ci­pa­ta.

Un’alleanza basa­ta sul pro­gram­ma — che peral­tro Pos­si­bi­le ha già offer­to a tut­te e tut­ti — e una tota­le aper­tu­ra del­le liste, per fare sal­ta­re i «bloc­chi» pre­vi­sti dal Rosa­tel­lum.

Pos­si­bi­le ha sem­pre dif­fi­da­to di buro­cra­zie e pastroc­chi e nel­la pro­pria mis­sio­ne si è sem­pre aper­ta al con­tri­bu­to di altri sog­get­ti e movi­men­ti, rico­no­scen­do la par­zia­li­tà del­le for­me orga­niz­za­te dal­la poli­ti­ca, che non pos­so­no vive­re che in un rap­por­to aper­to con la socie­tà. Quel­la civi­lis­si­ma dell’impegno e dell’associazionismo poli­ti­co e cul­tu­ra­le e quel­la del­le pro­fes­sio­ni e del­le com­pe­ten­ze che voglio­no met­ter­si in gioco.

Gene­ro­si e luci­di, aper­ti e libe­ri, ciò che chie­dia­mo a noi stes­si e a tut­ti colo­ro che vor­ran­no par­te­ci­pa­re a que­sta avven­tu­ra fin dall’inizio di que­sto lun­go anno poli­ti­co. Per mol­ti di noi, ciò avvie­ne dopo la rinun­cia a inca­ri­chi e ruo­li più como­di, met­ten­do­si in discus­sio­ne, cit­tà per cit­tà, come abbia­mo fat­to in que­sti anni.

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